Il Porto in cerca di aree per i contenitori LA STAMPA
A Quiliano e in Valbormida i centri per la lavorazione della merce della nuova piattaforma
Parco Doria sarà in prima linea per l’inoltro delle merci verso Nord
Ermanno Branca
SAVONA
Un porto container da 4 milioni di teu, sette aree retroportuali per la lavorazione della merce e una nuova bretella autostradale, l’Albenga-Predosa, che dovrebbe essere realizzata in project financing per scaricare il traffico che blocca i nodi di Savona e Genova. Questo il progetto logistico presentato dai porti liguri che dovrebbe diventare presto oggetto di due leggi emanate dai Consigli regionali di Liguria e Piemonte. La piattaforma container già si staglia all’orizzonte di Vado e proprio questa mattina il Comitato portuale dovrebbe decidere di affidare a una società di Roma l’incarico di sovrintendere alla complicatissima gara di appalto-concorso per la realizzazione della piattaforma da 250 mila metri quadrati. Una gara che terrà conto delle capacità di traffico dei terminalisti ma anche della disponibilità a cofinanziare l’opera che dovrebbe costare circa 180 milioni di euro. Man mano che il Piano regolatore portuale entra nella fase esecutiva, cresce la concretezza del progetto di cui si parla ormai da anni e che rappresenta la prospettiva più concreta di crescita dell’economia savonese malgrado le legittime preoccupazioni degli ambientalisti vadesi. Non a caso domani nella sala consiliare di Vado si svolgerà un’assemblea pubblica organizzata dal «Vivere Vado» su questo delicatissimo tema.
La port Authority però sta creando le premesse per poter gestire l’imponente massa di contenitori che entro il 2012 verranno sbarcati a Savona. Il sistema logistico ideato dal presidente Rino Canavese prevede l’utilizzo degli scali ferroviari di Parco Doria e di San Giuseppe di Cairo per l’inoltro della merce verso Nord ma naturalmente sarà indispensabile acquisire vaste aree retroportuali per la movimentazione e la lavorazione dei contenitori che non verranno subito inviati a destinazione. I primi obiettivi sono le aree del Vio di Vado, le aree ex Acna di Cengio e le ex Ip di Quiliano. Successivamente il progetto di riconversione verrà esteso a Cairo Reindustria e nella terza fase a Rocchetta di Cairo e San Rocco di Dego.
In questro quadro, diventerebbe di fondamentale importanza la realizzazione di una bretella fra la A10, la A6 e la A26, che viene ora denominata Albenga-Predosa e avrebbe la funzione di drenare il traffico dai nodi già congestionati di Savona e Genova.Vertice ieri mattina in prefettura dopo l’ultimo (ed ennesimo) raid incendiario in città da parte dei piromani che questa volta hanno cambiato obiettivo e, dopo le auto devastate a centinaia nei mesi scorsi, hanno appiccato il fuoco alla carrozza di un treno fermo sui binari della stazione Mongrifone. L’incontro è servito per fare il punto della situazione dal punto di vista operativo e decidere nuove misure di sicurezza (più controlli nelle ore notturne, l’installazione di telecamere in zone a rischio). Intanto proseguono le indagini della polizia sul raid avvenuto nella stazione. Stando a quanto trapelato, gli incendiari hanno colpito dopo mezzanotte, probabilmente fra le 3 e le 4. Il treno era fermo sul binario cinque già dalla sera prima. Gli addetti alle pulizie, che sono rimasti nel convoglio dalle 22 a mezzanotte, non hanno accertato nulla di anomalo nè visto aggirarsi persone sospette.\