Condivido pienamente l’appello di Luciano Angelini alla politica perché ritrovi pienamente la capacità di assolvere il suo ruolo di interlocutore progettuale e non solo di mediatore di interessi

Una città da amare

E’ davvero molto importante che le forze politiche e sociali di Savona abbiano a disposizione il maggior spazio possibile di dibattito e di confronto sui temi al centro del futuro della città e quindi della campagna elettorale per le prossime elezioni comunali, per cui trovo molto utile l’iniziativa di Trucioli savonesi di ospitare all’interno delle proprie “virtuali” ma efficacissime pagine un primo giro di opinioni. 

I Democratici di Sinistra renderanno pubblico nei prossimi giorni il proprio contributo programmatico al progetto del Candidato Sindaco del centrosinistra e sarà nostra cura inviarlo alla redazione di Trucioli. 

Nel frattempo mi sembra utile anticipare alcune considerazioni su quelle che sono a nostro avviso le  questioni decisive che Savona dovrà affrontare nei prossimi anni. 

Innanzitutto devo dire che condivido la scelta fatta da Emilio Barlocco nel suo intervento di intrecciare i temi locali con le grandi questioni nazionali al centro della campagna elettorale per le elezioni politiche.  

Questo non solo e non tanto per l’oggettiva concomitanza delle due campagne elettorali, ma perché la possibilità per un Ente locale, Comune o Provincia, di dare risposte efficaci alle domande dei cittadini è strettamente connesso con un’attenzione e una capacità di ascolto del sistema delle autonomie locali che sono totalmente mancati in questi anni di governo del centrodestra.  

Confesso tuttavia che ho trovato vagamente surreale la teoria esposta da Barlocco per cui in questo paese c’è un centrosinistra in combutta con i fantomatici “poteri forti” e un centrodestra garante di un’amministrazione pubblica tesa all’interesse collettivo e non al vantaggio di pochi. 

Fatta dopo cinque anni di leggi “ad personam” per il premier e i suoi amici e sodali e nei giorni in cui Berlusconi difende Fiorani dalle inchieste giudiziarie che hanno messo in luce una colossale truffa a danno di centinaia di piccoli risparmiatori l’affermazione sarebbe comica se non risultasse sconcertante. 

La verità è il fallimento dell’esperienza di governo del centrodestra, aggravato appunto dalla ferita inferta alla coesione civile da un governo apertamente votato alla promozioni di interessi e vantaggi per pochi a scapito dei più. 

Questi anni hanno dimostrato che il rilancio del Paese è incompatibile con un conflitto di interessi che diventa conflitto permanente tra i poteri dello Stato e con una ricetta di politica economica che pretende di dare ossigeno alla nostra economia colpendo indiscriminatamente i diritti sociali, precarizzando il lavoro, abbandonando ogni forma di politica pubblica per la crescita e lo sviluppo sostenibile, vessando le autonomie locali e usando la leva fiscale per ridistribuire disuguaglianze e disparità sociali. 

Occorre quanto prima aprire una fase nuova, reagire al declino, costruire con gli Italiani un nuovo patto per la crescita e per il lavoro, un patto che abbia al centro il sapere, la conoscenza, la capacità di innovazione, un nuovo modello di sviluppo che sappia coniugare coesione sociale, competitività, ambiente; serve una nuova strategia che faccia uscire l’Italia dalla stagnazione rilanciando la concertazione, mettendo in campo nuove politiche pubbliche, lavorando per rendere più estesa la base economica e produttiva del nostro Paese, valorizzando i sistemi locali, le loro politiche di sviluppo, i loro modelli di welfare. 

E’ in questo quadro di sviluppo del paese che una città come Savona può davvero pensare il proprio futuro in un’ottica di crescita del benessere e della qualità della vita dei suoi cittadini.

“Il futuro della città in un paese migliore” è appunto il titolo che daremo come Ds alla iniziativa di apertura della campagna elettorale il prossimo 10 marzo. 

Il ciclo di governo del centrosinistra che si sta chiudendo ha centrato il suo obiettivo fondamentale: affrontare l’esaurimento di un modello produttivo ed economico, aprendo una nuova prospettiva di sviluppo per Savona. 

La sfida per la prossima amministrazione è promuovere un salto di qualità che faccia uscire Savona dalla transizione affermando una nuova e condivisa identità urbana, fondata su un’idea ben chiara del futuro della città. 

Se dovessi dirlo in una parola direi una città accogliente.

E’ l’idea di uno spazio sereno, vitale, solido, attivo, con una forte identità in cui riconoscersi e in cui sperare.   

E’ una città in cui il lavoro ricercato è quello in grado di offrire a tutti la possibilità di star bene.

La città che vogliamo per garantire l’autonoma realizzazione degli individui deve essere libera, aperta, accogliente, in grado di generare solidarietà e sviluppo, crescita e sostegno a chi è emarginato ed escluso. 

Una città che sa generare convivenza: che poggia il senso di cittadinanza su un mix capace di contemperare autorealizzazione individuale, futuro e inclusione.   

Una città alla ricerca di un nuovo equilibrio tra solidarietà e mercato nella direzione di una sicurezza sociale basata non solo sugli interventi di controllo del territorio, ma anche sulle politiche di promozione sociale e culturale, sul concetto di accoglienza non solo verso i cittadini più deboli o gli immigrati, ma come tratto distintivo di una società che, percependo le sue difficoltà e i fattori di crisi, cerca di crescere assieme, conscia che il livello di serenità possibile non può essere per pochi a discapito di molti.  

In questo senso condivido pienamente l’appello di Luciano Angelini alla politica perché ritrovi pienamente la capacità di assolvere il suo ruolo di interlocutore progettuale e non solo di mediatore di interessi. 

Il tema del ruolo della politica, che deve  riappropriarsi pienamente di un ruolo centrale nel disegnare le strategie di cambiamento e sviluppo della città, è decisivo.  

La politica riesce a farlo se innanzitutto incrementa la propria capacità di ascoltare la società e di coinvolgere i suoi corpi intermedi: le associazioni dell’impresa e del lavoro, del volontariato e della cultura. La nuova amministrazione deve farsi motore di questo processo di inclusione e partecipazione. 

Questo è il metodo con cui definire in modo consensuale le linee guida della strategia di sviluppo della città che devono orientare tutto il lavoro dell’Amministrazione. 

Non c’è dubbio che l’importante sviluppo urbanistico di Savona negli ultimi anni si è incentrato principalmente su funzioni residenziali e commerciali, anche se lo sviluppo delle aree artigianali nel comparto ex Erg e le iniziative in fase di avvio a Parco Doria e nella zona di monte del PAIP hanno rappresentato un riequilibrio verso attività produttive; d’altra parte, per molti versi il porto ha rappresentato il polo di riferimento delle strategie di sviluppo, consolidato con il fondamentale passaggio di approvazione del Piano Regolatore Portuale.   

Se tale indirizzo era praticamente obbligato per smuovere Savona dall’immobilismo che si trascinava da decenni, quanto fatto offre la possibilità di aprire una nuova fase di sviluppo, in cui nuovi settori dell’economia possono assumere rilevante importanza. 

Decisivo da questo punto di vista è investire sulla gamba produttiva di quel modello economico, prevedere nuove aree per insediamenti produttivi e l’Amministrazione lo ha fatto, 90000 mc di nuove aree nel Puc, e poi garantire le condizioni per cui le imprese si insedino davvero su quelle aree e ciò vuol dire politiche pubbliche che rendano possibili quelle condizioni. 

La nostra idea di sviluppo per la città non si limita affatto alla crescita economica, ma al contrario ruota intorno al valore della qualità della vita dei cittadini.

Sviluppo economico, difesa e valorizzazione dell’ambiente, riqualificazione urbana e in particolare degli spazi pubblici, le politiche sociali e una visione che collochi strategicamente la vita culturale della città all’interno della crescita del territorio e della vita della comunità sono elementi strettamente connessi e interdipendenti.

Governare la città vuol dire innanzitutto provvedere al quotidiano, alla pluralità dei bisogni e delle aspirazioni dei cittadini nel loro quotidiano vivere urbano. 

Governare il quotidiano significa fare i conti con la visione che di esso hanno i cittadini e non solo con le dinamiche strutturali della città. 

Significa affrontare il tema della cura e della manutenzione della città, della sua pulizia, della tutela ambientale e della valorizzazione degli spazi pubblici. 

Una città pulita ed ordinata, con spazi pubblici vivibili, non inquinata è una città in cui è bello vivere, in cui il cittadino è libero di esprimere le sue potenzialità di civiltà, solidarietà, partecipazione poiché non è costretto a disperdere le proprie energie per far fronte allo stress, alle difficoltà ed ai semplici contrattempi legati al disordine, alla sporcizia, al caos.

Una città da amare, insomma. 

Luca Martino

Segretario cittadino Democratici di Sinistra

 

 

di Luca Martino  Segretario cittadino Democratici di Sinistra

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