Resta l’amara considerazione che persone che fanno il mio stesso mestiere con molta più capacità ed abilità, persone che godevano di un prestigio professionale elevato, hanno buttato nel cesso tutto questo per chissà cosa

CHE INVIDIA PER GLI AVVOCATI DI BERLUSCONI!

di Mauro Cerulli    
 

L’invidia è un brutto sentimento e, se debbo essere sincero, non ha mai allignato, se non sporadicamente, per stupidaggini e per lo più in gioventù (la bella donna o la bella moto di qualche amico), nel mio animo. Nel mio mestiere non ho mai invidiato i colleghi più bravi e con maggiore clientela, consolandomi del fatto che se costoro facevano tante cause, a me sarebbe potuto capitare di difendere qualche loro avversario.

Tuttavia, debbo essere onesto sino in fondo ed ammettere che negli ultimi anni ho cominciato a provare invidia per gli avvocati di Berlusconi: non parlo di Previti, che le sue malefatte le sta scontando in processi che, comunque vadano a finire, gli hanno rovinato per sempre la reputazione ed il fegato, non parlo di Dotti, che per una donna chiacchierona ha perso cliente e seggio in parlamento, parlo di quella schiera di legali che Berlusconi ha fatto eleggere in parlamento e a qualcuno ha dato pure posti di responsabilità.

Certo, costoro, e parlo dei più famosi, si sono dovuti vendere l’anima e perdere la faccia per difendere posizioni ed iniziative fra le più sconcie e contrarie al diritto, facendo spesso figure barbine per aver fatto approvare delle leggi (rogatorie, Schifani) che non sono servite a nulla o sono state giudicate immediatamente incostituzionali; tuttavia essi hanno avuto delle chances che sono negate a noi modesti operatori del diritto “comuni”.

Se viene da me un cliente la cui causa è, come si suol dire, persa, io non posso altro che cercare di arrampicarmi sugli specchi; se un imputato è colpevole posso cercare di fargli avere una pena mite o al più, se è il caso, di arrivare alla prescrizione.

Costoro invece, se la causa è persa, cambiano la legge e la causa è vinta; se l’imputato è colpevole depenalizzano il reato o se questo non è possibile, riducono i tempi di prescrizione fino a farli scattare.

Addirittura, in certi casi, sono riusciti a vietare al PM di fare appello.

Certo che se tutti noi avvocati, o almeno qualcuno di noi, avesse questa possibilità, sapete che successo!

Pensate cosa direbbe la gente: vai da quell’avvocato, è proprio bravo. Pensa che se una legge ti da torto, lui la cambia e vince la causa.

Purtroppo mi rendo conto che questo non è possibile e che certe chances sono state date solo a pochi “eletti” (in tutti i sensi) e, probabilmente per un periodo limitato, come per Cenerentola.

Ho l’impressione che allo scoccar della mezzanotte il cocchio di lusso tornerà ad essere un cocomero bucato ed i cavalli di razza due topi di campagna.

Resta l’amara considerazione che persone che fanno il mio stesso mestiere con molta più capacità ed abilità, persone che godevano di un prestigio professionale elevato, hanno buttato nel cesso tutto questo per chissà cosa, senza probabilmente rendersi conto che hanno arrecato non solo ai loro colleghi “normali” ma al sistema giustizia ed all’intero paese dei guasti che, per eliminarli, ci vorranno decenni.

No, tutto sommato non provo invidia per nessuno.

Quando ho scelto questo mestiere ho anche scelto di non scendere mai a compromessi con la mia coscienza.

Noi maschietti abbiamo un problema alla mattina: dobbiamo farci la barba ed abbiamo quindi la necessità di guardarci allo specchio. E sputare allo specchio è sgradevole.

Mauro Cerulli