I famosi mecenati, oltre ad amare l’arte, esercitavano, grazie agli artisti da loro protetti e alle loro opere, una pressione persuasiva eccezionale

Potere e consenso

di Margherita Pira
 

La settimana scorsa stavamo discutendo, io e gli amici dell’Unitre di Varazze, sui signori del Rinascimento italiano e sulla loro capacità di ottenere il consenso popolare attraverso anche un’opera di  persuasione popolare perseguita in vari modi, tra cui anche una intelligente politica culturale. E ci siamo resi conto di quanto questi argomenti fossero ancora attuali.

I famosi mecenati in realtà, oltre ad amare l’arte, esercitavano, grazie agli artisti da loro protetti e alle loro opere, una pressione persuasiva eccezionale.

I grandi e sfarzosi palazzi dei principi erano posti in un luogo dove l’attenzione dei cittadini  veniva necessariamente catturata e lo splendore, ad esempio, del palazzo ducale di Urbino non poteva non lasciare estasiati e ammirati.

Parimente i quadri e gli affreschi offerti nelle sedi pubbliche e capaci di incantare per la loro bellezza costituivano un veicolo per trasmettere messaggi sulle virtù di colui che li aveva commissionati.

Una organizzazione urbana come, ad esempio, quella di Pienza propone una città ideale in cui i contemporanei fruitori, almeno dal punto di vista visivo, dovevano magari non riconoscersi come partecipi diretti, ma da cui sentirsi gratificati perché abitanti della zona.

Vengono in mente, a questo punto, le costruzione di regime dell’architettura fascista di cui anche a Savona abbiamo vari esempi

Abbiamo trovato anche la riproduzione di un vecchio manifesto che presentava Stalin , figura dominante in primo piano, intento ad osservare i nuovi grattacieli di Mosca. Sotto l’iscrizione “Lunga vita al compagno Stalin, l’architetto del comunismo”

C’era anche una vecchia foto di Hitler intento ad ammirare il plastico dei nuovi quartieri di Weimar.

Il potere fa l’apoteosi di se stesso e crea qualcosa, almeno negli intenti, destinato a durare nel tempo.

Ciò che resta inspiegabile è però come dalla stessa spinta apologetica siano scaturiti risultati così diversi come  valore.

Sul piano della psicologia del potere è affascinante accorgersi di quanto sia considerata importante l’autoproposizione .

Il signore che si fa dipingere in una tavola religiosa come committente devoto non si differenzia come principio di gestione del potere da molti esempi più recenti.

Un altro esempio che ci ha affascinati per la sua assoluta modernità è quello della “Addizione Erculea”.

Già il nome è un programma.

Siamo a Ferrara nella seconda metà del XV secolo. La città è governata dagli Estensi e in particolare da Ercole I, da qui la denominazione di “erculea” che ricorda tanto la”Erculea prole” con cui  l’Ariosto dà inizio al filone encomiastico del suo poema dove serpeggia una sottile ironia.

“Addizione” perché Ercole I aggiunge una parte completamente nuova alla città rispondendo sia all’espansione demografica sia – e qui torniamo all’assunto iniziale -  ad un desiderio di promuovere la grandezza e accortezza degli Estensi di fronte ad una cittadinanza che resterà esterrefatta davanti all’imponenza dell’opera.

In questo caso però alla motivazione politica si aggiunge quella economica poiché il signore acquista terreni agricoli a basso costo per rivenderli poi come terreni fabbricabili, con un prezzo ovviamente maggiorato.

L’esempio più significativo dell’apologia di sé ordinata agli artisti da un principe italiano  di quel periodo è la “Camera degli sposi” o “camera picta” nel palazzo ducale di Mantova che, a differenza di quanto comunemente si crede, era un luogo di rappresentanza.

Sulle pareti è rappresentata la splendida corte dei Gonzaga i cui appartenenti appaiono nella magnificenza degli abiti lussuosi in un mondo che ha pochi legami con quello della popolazione comune. Non mancano neppure i nani e i cani di razza un po’ “staus simbol” a quell’epoca.

Non voglio fare confronti col modo usato ora per  ottenere il consenso nei più svariati settori perché il discorso diverrebbe troppo complesso.

Ciascuno lo può fare in proprio scoprendo sicuramente affinità e differenze veramente interessanti.

Margherita Pira