BIOPOLITICA

Conflitto di inciviltà
Il fossato che separa due posizioni apparentemente così antitetiche, come il fondamentalismo islamico e quello cattolico, si sta colmando, pericolosamente.

di GIULIO MAGNO

 

I recenti avvenimenti di Bengasi, e gli strascichi politici che questi hanno generato in Italia, non sono semplici fatti di politica estera. Mai come in questo caso, infatti, un’azione politica ha avuto una diretta ripercussione sulla vita di qualcuno, sia esso dimostrante libico o cittadino italiano all’estero o in patria.

Al di là delle osservazioni di alcuni esperti del mondo libico, come Maghdi Allam sul Corriere della sera,  relative alla non spontaneità della manifestazione davanti alla nostra sede diplomatica, che sono senz’altro da condividere, atteso il controllo del regime libico sulla popolazione, l’impressione che mi rimane del gesto del Ministro della Repubblica Calderoli (ormai ex ministro), è di sgomento.

Proviamo a capire i motivi di tale gesto, che non è stato senz’altro istintivo, del dentista bergamasco (bisogna intanto svestirsi e poi rivestirsi con una maglietta che riproduca una o più vignette contro Maometto, che non si trovano in giro, nè in merceria)

Mi sembra chiaro il primo obiettivo della bravata: lo zoccolo duro dell’elettorato padano. Basta seguire alcuni telegiornali di Telepadania per cogliere il disagio di un partito che vuole stare al governo ma al tempo stesso raccogliere e fare proprie le indicazioni di un dissenso popolare crescente.

Sono frequenti, infatti, gli strali diretti ai colleghi di governo, come se cinque anni di presenza in maggioranza fossero cosa già passata.

È necessario quindi, per i vertici leghisti, rinverdire i capisaldi ideologici del popolo padano, accendere le (in)coscienze con un richiamo forte ai loro valori fondanti, una sorta di appello nominale per il nove aprile.

Mi riesce però difficile credere che le conseguenze di tale gesto, ripeto, certamente non istintivo, possano essere sfuggite anche al più sprovveduto esponente leghista: siamo per di più in un periodo molto particolare, con ambasciate danesi e norvegesi nell’occhio del ciclone un po’ dovunque, nel mondo islamico, e rilanciare l’idea delle vignette nell’originale modo scelto dall’ex Ministro Calderoli non pare brillare per intuito politico.

Il “fronte interno” non sembra quindi essere l’unica motivazione plausibile di quella scelta.

Il problema è tutto qui. La scelta, consapevole, è squisitamente biopolitica, perché di politico non ha nulla, nemmeno la pietosa possibilità di apparire uno svarione epocale.

Nella realtà, mi sembra che la Lega stia offrendo, a tutti coloro che la vorranno prendere in considerazione, la propria visione del mondo, alternativa e antitetica a quella dell’estremismo islamico, che finisce inevitabilmente per assomigliarle e giustificarla.

Ha le caratteristiche di un manifesto, quella maglietta, è inopinatamente parte del programma della Lega, la brochure della sua visione biopolitica.

Una visione razzista, non vi è il minimo dubbio, e non xenofoba, badate bene, perché il leghismo sostiene da sempre che lo straniero è il benvenuto, se lavora (senza rompere troppo le scatole con la paga o l’alloggio) e rispetta le regole (non costruire moschee a casa nostra, è meglio per tutti).

Il razzismo non è nemmeno troppo occulto o strisciante, si sostiene semplicemente che la civiltà vera sia quella occidentale, (in questo sono in compagnia del Signore di Arcore, se non altro) che la razza padana (sic) sia la migliore, e così di seguito.

Vi ricordate quando la Lega chiedeva di assumere negli uffici pubblici al Nord solo figli del Nord?

 Non era solo uno slogan, era un modo di catalogare le persone, anche se ho sempre pensato che un padano i concorsi pubblici se li poteva fare anche lui, come ho fatto io.

Non mi meraviglierei che qualche studioso di parte leghista si applicasse all’antropologia criminale di lombrosiana memoria (dalle parti di Bush pare l’abbiano già fatto, a loro piace pensare di scoprire il gene della criminalità) e perché no, se lo lasciassimo fare, un domani, si sforzasse di codificare il genoma cristianopadano, e forse, infine, di scorgere il mitico gene del Po

Se volete farvi un’opinione personale sulla weltangshaung leghista, andate a navigare su siti come www.leganord.it, o www.giovanipadani.leganord.org , e vedrete come la distanza tra questi e molti siti che non esitiamo a definire fondamentalisti tende ad azzerarsi.

Le Leghe, i movimenti razzisti come quelli della Carnia di Haider, sono nati molto prima del 2001, molto prima della scoperta mediatica del terrorismo islamico…e da ancora più tempo c’era già chi voleva dividere il mondo in buoni e cattivi, in superiori ed inferiori, e farsi promotore di una crociata in difesa della cristianità e del mondo occidentale.

Il fossato che separa due posizioni apparentemente così antitetiche, come il fondamentalismo islamico e quello cattolico, si sta colmando, pericolosamente.

Alla prossima settimana

Giulio Magno