Pippo Delbono finalmente a Savona! 

Quando queste considerazioni verranno stampate, saranno trascorsi una quindicina di giorni dalla splendida serata di spettacolo puro al teatro Chiabrera. Raramente questa pubblicazione si occupa di eventi teatrali perché pur essendo ampia l’offerta non resistiamo ai birignao, che si sprecano dalle Riviere e i suoi teatri, alle varie ossi e archivolti e garage. Ex cabarettisti, con tutto il rispetto per il vero storico cabaret ( Gufi, Jannacci, Cochi e Renato), scappati dalle melasse fintodisinistra delle reti berlusconiane, impazzano (magari!) o piuttosto astrologano sulle riconquistate tavole dei palcoscenici con noiosissime prese in giro, che bestemmiano l’onorato avanspettacolo. Altro che satira. “ L’urlo” di e con regia di Pippo Delbono è l’esatto contrario ed è quindi teatro vero, perché cita, contamina e si contamina, ma non ammicca e le viscere te le intorcina e ti fa male, riecheggiano quel teatro della crudeltà che ci diede Artaud e che da noi ebbe rarissimi riscontri, magari nelle cantine anni 70. Echi di Traviata e di musica lirica moltissimi, in particolare della lirica del cosiddetto “repertorio, che fu la lingua materna di intere generazioni, di canzonette di bassissimo profilo impastate, alla maniera onirica, di un amarcord inquietante. E poi la musica suonata da una vera banda ( nel caso di Savona il complesso bandistico della Forzano entrato ottimamente in parte dopo pochissime prove) che ci ha rammentato lo spettacolo di Carmelo Bene (si parla ormai di trenta anni fa ) “Sade: libertinaggio e decadenza del complesso bandistico della gendarmeria salentina “ che la direzione di Renzo Aiolfi volle nel nostro civico. Sia chiaro che non abbiamo scoperto il genio del teatro non solo italiano in quel freddo sabato sera di gennaio e neppure abbiamo scoperto la bravura tecnica dei molti membri della sua compagnia, maschere viventi della sofferenza e del dolore, dal carcere e dalla follia,ma anche dell’allegria e dello sberleffo.

Pippo Delbono non finisce censurato o in esilio ma di lui il Potere fa bene a parlarne pochissimo, perché il rinnovamento dell’arte e del teatro, sappiamo di aver inventato l’ombrello, avviene nelle forme, e l’eversione o anche soltanto la critica dell’esistente, si produce in un lavoro irriverente di decostruzione e passa per la riconquista del palco da parte delle “moltitudini” alla faccia dei monologanti soporiferi , denuncianti il già denunciato, oggi anche in confezione videocassette.

La provincia di Savona, che ha molti teatri, si ricordi più spesso di Pippo Delbono, per dirla con l’indimenticabile telecronista del ciclismo Dezan, oltretutto “enfant du pays”.

Per i grossi nomi televisivi c’è sempre tempo. A proposito perché infierire sulle scolaresche con “ Lo sguardo dal ponte” e sottrar loro questo Pippo Delbono che fa bene alla causa?

CALLIMACO

 

     www.pippodelbono.it  

villaCambiaso

periodico di informazione e cultura delle alpi marittime e basso piemonte 

Anno VII – N° 35 – febbraio 2006 – Direttore Editoriale: Pio vintera – Direttore Responsabile: Giovanni Vaccaro – Aut. Trib. Di Savona N° 544/03

Editore: Museo Cambiaso – Via Torino, 10 – 17100 Savona – Cell: 3496863819 – Stampa: Marco Sabatelli – Impaginazione: Editrice Liguria – 6000 copie