ll contributo che come  ACLI savonesi vogliamo portare sta nell'indicazione di alcuni temi che, secondo la nostra sensibilità, ed in conseguenza del cammino di elaborazione che abbiamo compiuto in questi anni, rappresentano le priorità su cui la nuova amministrazione si deve sentire impegnata

 ACLI PER SAVONA

Non vi è settore della comunità savonese che non veda e denunci la crisi che la città sta vivendo oramai da diversi anni.

La precedente amministrazione non è riuscita a rendere visibile un progetto di ampio respiro, credibile e condiviso, in grado di riattivare le risorse produttive locali e di attirarne di nuove dall'esterno. Al contrario, molti provvedimenti sono apparsi eccessivamente ispirati dalle aspettative di singoli settori e privi delle ricadute positive per il resto della città, in termini economici e sociali, necessari a qualificarli come atti politici di alto profilo.

Questo stato di cose è sicuramente favorito da un sistema di partiti sempre più arroccato ed autoreferenziale, apparentemente più preoccupato dalla tenuta dei propri assetti interni che della riduzione della distanza, continuamente crescente, che lo separa dalla maggior parte dei soggetti sociali e dalla cittadinanza.

Sotto questo profilo risulta emblematico il percorso di scelta del candidato sindaco dello schieramento di centrosinistra: nonostante i ripetuti appelli provenienti da molti ambienti associativi e su iniziativa di singoli cittadini, per l'avvio di un percorso aperto di discussione sulle diverse strade per il rilancio della città, da cui potesse emergere se necessario una rosa di nomi alternativi, si è proceduto, con pochi indugi, secondo i soliti riti, riservati e chiusi nelle solite stanze.

Non sono in discussione onestà, preparazione e capacità del nome individuato, ma la forza con cui potrà esercitare la sua azione amministrativa in caso di vittoria. 

Savona merita e ha bisogno d'altro: un progetto forte e condiviso, il cui successo è garantito solamente dall'ampio coinvolgimento di tutti i settori della società savonese. Ha bisogno di scelte politiche di alto profilo per gettare le basi di un nuovo sviluppo, che valorizzi il bene comune e salvaguardi gli interessi di tutti. Ha bisogno di un 'cantiere' il cui obiettivo non si ferma all'elezione del Sindaco (che rappresenta al massimo la posa della prima pietra), ma che arrivi alla ricostruzione complessiva della città in tutte le sue strutture: economiche, politiche e sociali. Per questo servono anche materiali nuovi

Il contributo che come ACLI savonesi vogliamo portare sta nell'indicazione di alcuni temi che, secondo la nostra sensibilità, ed in conseguenza del cammino di elaborazione che abbiamo compiuto in questi anni, rappresentano le priorità su cui la nuova amministrazione si deve sentire impegnata.

 

Investire sul Consiglio Comunale e sulle circoscrizioni 

Innanzitutto è necessario restituire alle assemblee elettive un ruolo di peso, perché accompagnino l'azione amministrativa in modo costruttivo.

Il Consiglio Comunale non è una trappola dalla quale scappare trasformando la propria maggioranza in una truppa. Operando un investimento politico forte in questo organo, già sufficientemente indebolito dalla legge, si otterrà il luogo primario di costruzione e verifica dell'azione amministrativa. E' la sede principale per la nascita delle pratiche partecipative in ambito locale.

Se si accetta questa logica, diventa di assoluta importanza l'attenzione prestata alle candidature, da parte delle liste che parteciperanno alla competizione elettorale nella prossima primavera.

Inoltre, risulta inderogabile un radicale ripensamento delle Circoscrizioni, che ad oggi appaiono strutture prive di funzioni, che in alcune circostanze hanno prodotto attività e progetti di sicuro interesse, vanificati dalla scarsa considerazione di cui hanno goduto.

Quindi, è necessario aprire un processo che porti a definirne una vera integrazione nel 'sistema' amministrativo cittadino, ed in ogni caso non pare utile una configurazione quale mero organismo 'tecnico' decentrato, privo delle funzioni di partecipazione politica che ne hanno determinato la nascita.  

Un modello amministrativo ad alta integrazione 

Il modello amministrativo che le ACLI ritengono, non solo corretto, ma maggiormente efficace nella gestione delle moderne società complesse, pone al centro i bisogni della comunità e persegue il benessere complessivo degli individui. Seconda questa visione le politiche che affidano la crescita della qualità della vita solamente all'effetto di traino della crescita economica, risultano inadeguate e spesso mancano anche gli obiettivi primari, correndo il rischio di diventare soltanto sponda per speculazioni private di breve termine, naturalmente disinteressate al bene comune.

E' necessario superare la logica settoriale e percorrere con determinazione la strada dell'integrazione tra le politiche locali, in senso orizzontale, tra i diversi assessorati, ma anche in verticale, cercando il massimo di coordinamento con Provincia e Regione.

Ricordiamo, peraltro, che in occasione delle ultime elezioni provinciali le ACLI lanciarono come proposta alla coalizione che fosse risultata vincente, la realizzazione di un Piano Regolatore Sociale, un percorso che proprio da una concezione comunitaria della politica e dalla centralità delle politiche per la persona, traeva la sua ragion d'essere.

Quelle ragioni non sono venute meno e il Comune di Savona potrà svolgere un ruolo decisivo affinché si verifichi una svolta politica in questa direzione. Per questo motivo torniamo a chiedere un impegno, anche ai futuri amministratori cittadini

Ridiscutere il PUC 

La redazione del Piano Urbanistico Comunale è stata una grande occasione di partecipazione mancata dalla precedente amministrazione. Intorno a quel 'progetto' si sarebbe potuto aprire un ampio dibattito sul destino della città, ma si è preferito anteporre ad esso la promozione, fin troppo coinvolta, di interventi immobiliari spiccatamente 'privati' in aree strategiche.

Il PUC adottato è 'debole' sotto molti profili perché è condizionato dagli interventi già decisi, ma soprattutto, perché è ispirato ad una concezione politicamente debole. Il segnale più evidente è la sostanziale assenza di 'Distretti di Trasformazione', e quindi l'affidamento a dispositivi esclusivamente 'tecnici' del controllo e della gestione delle trasformazioni del territorio.

Il fondamentale tema dei servizi è affrontato con taglio eccessivamente 'compilativo', rappresentando una mera fotografia dell'esistente e un bilancio a saldo positivo, tra spazi disponibili e spazi impiegati, che appare assai discutibile.

Ma quello che desta maggiore preoccupazione è che non si intravede un modello di governo del territorio in cui il 'pubblico' possa determinare le fondamentali linee strategiche di sviluppo, garantendo anche la legittima attività edilizia di iniziativa privata.

Prima della definitiva approvazione del piano è necessario che la futura amministrazione apra realmente un percorso partecipato, per tentare di apportare le necessarie e radicali modifiche ad uno strumento che rischierebbe di risultare comunque nocivo, proprio in conseguenza della sua inconsistenza. 

Investire sul capitale sociale 

Si ritiene ampiamente dimostrato che uno sviluppo solido e duraturo non può radicarsi in una comunità stanca, disgregata e sfiduciata. Per questa ragione risultano centrali le politiche per la persona e comunque tutti gli interventi in grado di valorizzare il capitale sociale, quell'insieme di beni immateriali, non economici, che determinano la forza di una comunità e che lo trasformano in un decisivo fattore della produzione di ricchezza: cultura, solidarietà, senso di appartenenza, fiducia nelle istituzioni.

La futura amministrazione deve giocare un ruolo attivo in questa sfida.

E' necessario trovare forme di integrazione tra l'Università e il territorio, rendendo l'ateneo cittadino appetibile non solo per ragioni di prossimità territoriale.

E' necessario investire nelle istituzioni culturali cittadine, valorizzandole e favorendone l'accesso e la fruizione. 

E' necessario consolidare un Welfare comunitario fondato su principi di sussidiarietà e governance, che mantenga un corretto rapporto con il Terzo Settore.

Un contributo importante alla valorizzazione del capitale sociale viene dall'attivazione di pratiche partecipative, purché attuate in relazione ad atti amministrativi significativi, di pianificazione, di bilancio o su grandi interventi infrastrutturali. 

Valorizzare le diverse vocazioni del territorio 

Le opportunità di sviluppo per la nostra città non si esauriscono nel turismo, settore sicuramente importante, ma scaturiscono da una pluralità di vocazioni che il territorio esprime e che vanno incoraggiate. Il porto commerciale offre ancora spazi di sviluppo per attività legate ai servizi e alla logistica ed è necessario incoraggiare la nascita di attività imprenditoriali, produttive e legate alle nuove tecnologie.

L'ambiente e il patrimonio storico rappresentano un bene comune assoluto, per questo vanno conservati, ma anche valorizzati per le potenzialità che offrono in termini di crescita economica. Si pensi solamente alla ricchezza rappresentata dagli edifici storici abbandonati o sottoutilizzati che si trovano nel cuore della città (Ospedale San Paolo, Priamar, ...) e per i quali esistono diverse ipotesi di riuso, anche a fini pubblici, che andrebbero seriamente valutate ed attuate. 

Le ACLI savonesi, nell'indicare quelli che ritengono i temi prioritari da affrontare per la rinascita della città, chiedono alla futura amministrazione di riappropriarsi pienamente delle proprie prerogative di governo, e di esercitarle in piena autonomia, sfuggendo ad ogni forma di condizionamento, anche in virtù della forza proveniente dai percorsi partecipativi che saprà attivare.

documento discusso dalle acli savonesi in merito alle elezioni comunali.