04 Febbraio 2006 LA STAMPA

ECONOMIA OGGI IL NONO CONGRESSO PROVINCIALE PER IL SINDACATO INQUILINI ALLA SMS DI VIA ALLA ROCCA
«Affitti fuori mercato e case solo per ricchi»
Il Sunia contesta la politica urbanistica del Comune
[FIRMA]Ermanno Branca
SAVONA
Mercato degli affitti fuori controllo, carenza di case popolari e programmazione urbanistica improntata solo alla costruzione di alloggi di lusso. Questa la drammatica situazione evidenziata dal Sunia, il sindacato inquilini che questa mattina fra le 9 e le 12 effettuerà i lavori del nono congresso provinciale alla società di mutuo soccorso di via Alla Rocca. I toni della relazione del segretario uscente Carmelo Lauria sono particolarmente allarmati perchè evidenziano un quadro esplosivo, con migliaia di famiglie che non riescono più a far fronte ai costi dell’abitazione che in molti casi equivalgono o superano l’ammontare dello stipendio. Non a caso in provincia di Savona il canone medio degli affitti è di 830 euro al mese, di poco inferiore alle quotazioni di Roma.
«Il mercato degli affitti è al di fuori della portata della maggior parte delle famiglie - afferma il segretario del Sunia Carmelo Lauria -. I canoni sono improponibili e chi si accolla certe spese poi non riesce a sostenerle e molto spesso viene sfrattato per morosità. Del resto, i rinnovi dei contratti siglati anni fa con i patti in deroga vengono proposti a canone doppio rispetto a quelli originari. A quel punto agli inquilini resta solo da scegliere se rinunciare subito o farsi sfrattare per morosità».
A questo punto il Sunia lancia pesanti accuse all’amministrazione di centrosinistra che ha governato la città nelle ultime due legislature: «Nei Comuni della nostra provincia l’attività edilizia si è sviluppata in maniera abnorme ma tende a offrire proposte abitative che non hanno nulla a che vedere con le esigenze delle famiglie savonesi. Edificare palazzi in aree pregiate con cifre che partono da 7 mila euro al metro quadrato, è sicuramente al di fuori della portata di quasi tutti i residenti. Gli amministratori per giustificare questa politica adducono giustificazioni assurde come quella di un presunto effetto cascata che consentirebbe di liberare alloggi del centro città. In realtà la maggior parte delle case restano sfitte anche perchè i Comuni non fanno nulla per adeguare la politica fiscale e colpire in modo serio il patrimonio abitativo inutilizzato».
Infine il Sunia punta il dito sulle scelte urbanistiche più recemnti di Savona e sul Piano regolatore: «In questi ultimi si vendono i cantieri del porto, dell’ex Italsider, della foce del Letimbro ma anche di Zinola, Legino, Lavagnola, dell’Astor e via Fraschieri. Si tratta di operazioni realizzate con strumenti urbanistici specifici, che hanno sopravanzato e svuotato il Piano regolatore comunale che non ha fatto altro che recepire progetti a volte già realizzati. E’ indispensabile che il Piano regolatore venga rivisto dopo le elezioni comunali e che vengono inserite aree dedicate alle case popolari. Nel frattempo, non resta che sperare nella ristrutturazione del patrimonio esistente che, al di là delle comprensibili difficoltà economiche dell’Arte, versa in condizioni di estremo degrado».