L' Orchestra sinfonica di Savona è stata licenziata. Il
complesso cittadino, nato nel 1992 dalla passione di Giorgio
Monacciani, è stretto all'angolo. Il suo posto nella
stagione lirica savonese sarà preso, per i prossimi tre
anni, dall'Orchestra sinfonica di Sanremo.
Ieri mattina - senza che (quasi) nessuno in città ne sapesse
niente - a Villa Zirio di Sanremo è stato reso noto
l'accordo che per tre anni legherà l'Orchestra sinfonica
ponentina con il Teatro dell'Opera Giocosa, l'ente che dal
2006 al 2008 si occuperà della stagione lirica sul Priamàr.
Questo il testo del comunicato: «Sarà di prossima
realizzazione la convenzione triennale tra la "Fondazione
Orchestra sinfonica di Sanremo e della Liguria" e il Teatro
dell'Opera Giocosa. In base all'accordo, l'Orchestra
sinfonica di Sanremo e della Liguria diverrà l'orchestra
residente della stagione e delle produzioni dell'Opera
Giocosa di Savona».
Che fosse stato raggiunto un accordo tra l'istituzione
lirica savonese e l'orchestra sanremese era cosa nota. Gli
incontri di fine dicembre tra Comune, fondazione "De Mari",
orchestra savonese e Opera Giocosa non avevano portato a
nulla e tutti sapevano che sul Priamàr, la prossima estate,
avrebbero suonato i violini della città dei fiori. Ma la
notizia che i due enti si fossero accordati addirittura per
tre anni, togliendo all'Orchestra di Savona ogni residua
speranza di poter operare nella stagione estiva fino al 2008
ha colto tutti (o quasi) di sorpresa.
Claudio Gilio, presidente dell'Orchestra sinfonica di
Savona, non fa sconti. «Con questa decisione si rende palese
- dice - il tentativo di distruggere il progetto culturale
savonese, che viene definitivamente piegato a presunte
logiche economicistiche».
Il maestro Gilio allude al fatto che l'Orchestra di Sanremo
(che è una fondazione) costa meno di quella di Savona e per
questo è stata scelta: «Se il principio del risparmio è
quello prevalente segnalo che esistono orchestre molto più
economiche di quella di Sanremo. E bisogna anche considerare
che l'orchestra sanremese è fatta da musicisti stipendianti,
dunque non si capisce come mai costi comunque tanto».
Conclude Gilio: «Ora, nella stagione sul Priamàr non c'è più
nulla di savonese (l'Opera Giocosa, di fatto, gravita su
Genova e non su Savona, ndr). A questo punto, perché
ostinarsi a produrre spettacoli se poi sul territorio non
c'è ricaduta? Tanto vale comprare quelli che sono in giro
come fa, e bene, il Chiabrera».
Irraggiungibile Tito Gallacci, presidente dell'Opera
Giocosa, l'altro soggetto savonese coinvolto nella vicenda è
la fondazione "De Mari" (l'assessore Godani parla
nell'intervista a lato).
Il suo presidente, Luciano Pasquale spiega: «Penso che
l'Opera Giocosa debba continuare ad operare a Savona. Penso
anche che debba legittimamente cercare le soluzioni più
convenienti per realizzare i proprio progetti».
L'impegno della "De Mari" resta tuttavia vincolato al solo
2006: «Ovviamente il nostro sostegno è relativo alla
prossima stagione. Non possiamo impegnarci per il futuro.
Posso tuttavia aggiungere che l'Orchestra sinfonica di
Savona riceverà, come in passato, il nostro sostegno».
Il panorama musicale savonese sta dunque cambiando. «Mi
sembra evidente - conclude Pasquale - che il progetto del
"Polo musicale savonese" venga messo decisamente in
discussione. Siamo davanti ad un problema più grande anche
della questione che contrappone l'Opera Giocosa
all'Orchestra sinfonica di Savona».
L'ASSESSORE GODANI «Non è stato possibile trovare
altre strade» |
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Silvano Godani, assessore alla Cultura
del Comune di Savona, è uno dei pochi
savonesi a non essere del tutto sorpresi
del comunicato relativo all'accordo
triennale tra Orchestra sinfonica di
Sanremo e Opera Giocosa che, di fatto,
taglia fuori l'Orchestra di Savona dalle
prossime stagioni liriche sul Priamàr.
Non lo è anche perché lui a Sanremo
c'era («Mi ha invitato il sindaco e ci
sono andato»).
Assessore, come riuscirete a far
capire ai savonesi che la loro orchestra
è stata esclusa a favore di quella
sanremese?
Non sarà facile farlo capire ai
cittadini, ma questo è il risultato
delle posizioni rigide che si sono
determinate nelle ultime settimane.
Cosa è successo?
Il 22 dicembre ho convocato tutti (Opera
Giocosa, Orchestra di Savona, Fondazione
"De Mari") intorno ad un tavolo. Se si
poteva trovare un accordo, quella era
l'occasione. Non è stato possibile,
nonostante la "De Mari" fosse
disponibile a coprire la differenza di
costo tra le due orchestre (sembra circa
50 mila euro, ndr). Si trattava di
scegliere: o l'Opera Giocosa o niente.
Ho chiamato i miei colleghi di giunta e
mi hanno detto di andare avanti.
La passata stagione estiva (e, grosso
modo, anche la prossima) costerà più di
un milione di euro. La metà arriveranno
dal ministero, l'altra dal territorio
(Comune, Regione, Fondazione). Non le
sembra un po' troppo?
In effetti è un po' tanto, ma la lirica
costa e anche se c'è un rientro questo
non basta a coprire i costi. Noi
crediamo nella lirica perché ci consente
di diventare un punto d'attrazione. E
poi, se non ci fosse la lirica, quei
soldi non ce li darebbe nessuno.
Sembra che ci sia una certa
ostinazione nel volere a tutti i costi
l'Opera Giocosa. Non ci sono altri
soggetti in grado di organizzare la
lirica sul Priamàr?
L'offerta dell'Opera Giocosa prevede
la struttura che montiamo (che è in
effetti un po' dispendiosa) ma ha dato
buoni risultati. Ora, rivedere tutto per
adottare un nuovo approccio, arrivati
alle soglie del terzo anno, mi sembra
pericoloso. E poi senza questi
presupposti la Regione si sarebbe tirata
indietro.
Assessore, era al corrente
dell'accordo triennale che è stato
presentato a Sanremo? In effetti non lo sapevo. Forse è stato
un po' eccessivo.
Ferdinando Molteni
21/01/2006
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