La merenda è chiusa a chiave in dispensa il parroco salva la festa della Circoscrizione La gaffe. Il presidente Emma Gallo si scusa: «Ripeteremo la manifestazione»   IL SECOLOXIX
Qualcuno, con la lingua acuminata, le ha già ribattezzate le "gaffe di Natale". Protagonisti, il Comune e la Quarta Circoscrizione. Il primo ha votato la partecipazione del Comune - con vigili e gonfalone - alla "Marcia di Natale" ideata, a Roma, da socialisti e radicali. Ma - ufficialmente per mancanza di fondi «però il vicesindaco ha fatto chiaramente resistenza», denuncia il presidente del consiglio comunale, Renato Giusto pur della stessa parte politica - la decisione non è stata rispettata: tutti a casina bella, al caldo, e nessuno a Roma. «La marcia di Natale»,. l'ha ribattezzata il consigliere di opposizione Roberto Cuneo alludendo chiaramente alla brutta figura.
Un flop, insomma. Un flop che fa il paio con quanto accaduto domenica alla Quarta Circoscrizione. Dove la festa organizzata per bambini e anziani - sede ospitante la parrocchia delle Fornaci - è rimasta senza viveri e bevande. A soccorrere stomaci e gole affamati e assetati - si fa per dire, dato il cumulo di cibo ingurgitato dalla maggior parte dei savonesi nell'arco delle feste - è arrivato in questo caso il parroco, don Alessandro Capaldi. D'altronde - stomaci vuoti o pieni - che festa è senza panettone, pandoro e bevande? La denuncia, in questo caso, arriva dal consigliere provinciale leghista Roberto Nicolick. «Il tutto - ha scritto nero su bianco - nonostante sia stato deliberato dal consiglio di circoscrizione uno stanziamento per dolci e bevande per gli invitati. C'era solo un consigliere della minoranza (CdL) che ha chiesto scusa a nome degli assenti». Emma Gallo, presidente della Quarta, spiega da Roma: «Ripeteremo senz'altro la festa. È accaduto che la fornitura di merendine e bevande fosse stata fatta subito prima delle feste, per motivi logistici. Nessuno, compresi i consiglieri di minoranza, si è ricordato di farsi dare la chiave della Circoscrizione dove era custodito tutto il necessario. Le colpe sono di tutti, mie e di ciascuno di noi della Circoscrizione, rimedieremo. Intanto, chiamerò il parroco».
Quanto al Comune, il presidente del Consiglio Giusto spiega: «Mi è toccato comunicare che non c'erano fondi disponibili. I mille euro rimasti alla Presidenza del consiglio non erano sufficienti». E attacca: «Ma ha ragione, ragionissima Cuneo a dire che per quello che si vuole i soldi si trovano. Il vicesindaco Lirosi ha fatto chiaramente resistenza».



An. Gran.
10/01/2006