IL SECOLOXIX

Per Lunardi il porto di Savona è di serie B insorgono Provincia e Camera di Commercio Il presidente dell'Authority: «La migliore risposta che possiamo dare al ministro è incrementare ulteriormente i traffici»  

Iindignazione doppia dei savonesi per il blitz di Lunardi sui porti. Le istituzioni locali si sentono espropriate dei poteri di nomina dei presidenti delle Autorità Portuali e inoltre lo scalo di Savona-Vado non viene considerato porto "di interesse nazionale, europeo e internazionale". Però, proprio per il fatto di non rientrare tra i dodici porti citati dal decreto di fine anno del ministro delle Infrastrutture e Trasporti, a Savona-Vado restano in vigore i precedenti criteri di nomina, che prevedono l'indicazione di terne di candidati da parte di Comuni, Provincia e Camera di Commercio, e l'intesa - su uno di questi candidati - tra ministro e presidente della Regione.
Ma la questione è ovviamente tutta politica e viene da lontano. I primi segnali di un possibile intervento per decreto si erano avuti all'inizio dello scorso anno, quando di fronte al braccio di ferro sulla nomina del presidente dell'Authority savonese tra lo stesso Lunardi e l'allora presidente della Regione Biasotti il governo minacciò di approvare un provvedimento "ad hoc" per superare le resistenze del governatore ligure. Risolta la questione Savona con la nomina di Rino Canavese, il problema si è ripresentato in diverse realtà locali, soprattutto dopo le elezioni regionali che hanno portato all'insediamento di maggioranze diverse da quella di governo.
Sono così esplosi i casi di Trieste, Livorno, Civitavecchia, Gioia Tauro, dove non è stato possibile "perfezionare l'intesa" tra ministero dei Trasporti e Regione interessata. Di qui il tentativo di aggirare l'ostacolo prima con un emendamento alla Finanziaria, finito tra i 19 stoppati da Casini, e poi con il decreto. Anche perché nel frattempo la Corte Costituzionale, sollecitata a dirimere il conflitto Governo-Regione sul caso Trieste, ha ribadito che l'intesa - sulla base della legge vigente - era necessaria.
Tendo conto di questo, il fatto che il porto di Savona non venga considerato nell'elenco di cui al decreto potrebbe anche essere ritenuto un buon risultato, non fosse però che i 12 scali indicati (Genova, La Spezia, Livorno, Civitavecchia, Napoli, Gioia Tauro, Palermo, Cagliari, Taranto, Ravenna, Venezia e Trieste) sono in effetti i porti di preminente interesse nazionale. E il fatto che dall'elenco manchi Savona è clamoro a giudizio delle istituzioni locali, di fronte a dati di traffico inoppugnabili: primo porto nazionale per traffici di frutta, quarto nelle crociere, decimo addirittura nei contenitori con un balzo di quasi il 250% in un solo anno. E poi 16 milioni di merci movimentate nel 2005 e un piano regolatore che ha come obiettivo ravvicinato 8-900 mila contenitori all'anno.
Un mancato inserimento, tuttavia, che non turba né i pensieri né i sonni dell'Autorità Portuale.
«Il modo migliore per smentire questa mancata classificazione - commenta il presidente dell'Authority Canavese - è quello di crescere tanto da impedire che si dimentichino che il porto di Savona vale la Serie A. E' quello che stiamo facendo e continueremo a fare. La cartina al tornasole dell'importanza strategica del porto di Savona-Vado sarà rappresentata nelle prossime settimane dall'interesse che riusciremo a suscitare nei grandi gruppi mondiali per la costruzione e gestione della nuova piattaforma multipurpose. Il resto non conta».
O meglio, potrebbe contare solo se prendesse piede l'impostazione di dividere per davvero i porti in varie categorie, da utilizzare anche quando si tratta - ad esempio - di suddividere contributi e finanziamenti.
Sergio Del Santo
04/01/2006
LE REAZIONI Bertolotto convoca i politici liguri Grasso: «In gioco lo sviluppo futuro»  
 

Perdere i finanziamenti per lo sviluppo futuro del porto. E' questo il rischio maggiore e più temuto dalla sortita del ministro Lunardi, che traspare dalle reazioni dei soggetti politici e di quelli comunque interessati. «Non dimentichiamo che il porto savonese - dice Marco Bertolotto, presidente della Provincia - è considerato strategico per lo sviluppo della logistica del Nord-Ovest. E che i porti liguri stanno lavorando da tempo in un'ottica di sistema con ottimi risultati». Bertolotto ha annunciato «di prendere una dura posizione politica contro Lunardi», convocando per lunedì 9 gennaio una riunione alla quale sono stati convocati i palramentari liguri e l'assessore regionale ai trasporti Luigi Merlo al fine di sostenere l'incostituzionalità del provvedimento davanti al presidente Ciampi.
Per Giancarlo Grasso, presidente camerale siamo di fronte a «Una decisione che potrebbe, già nel breve periodo, nuocere seriamente allo sviluppo dello scalo marittimo savonese». L'esclusione di Savona tra gli scali a livello internazionale, dice ancora Grasso «Potrebbe essere letta come difficoltà di fronte alle esigenze del mercato, ma anche male interpretata da possibili finanziatori di opere. Questo nel momento in cui siamo di fronte a grandi progetti di sviluppo». Dello stesso avviso è Giancarlo Porretti, presidente della Compagnia dei portuali "Pippo Rebagliati": «Ci preme comprendere la logica delle scelte del ministro sui 12 porti strategici. Per quello di Savona ricordiamo solo che il nostro porto vede una capacità di programmazione e di spesa notevoli, un incremento dei traffici, un ampliamenti dei settori merceologici, prospettive future di grande rilancio legate alla piattaforma di Vado»

Angelo Verrando
04/01/2006