TRUCIOLI
SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
L’IMBARAZZO DELLA SCELTA Chi scrive su queste pagine non lo fa quasi
mai per plaudere a qualche azione positiva realizzata da chi gestisce la
cosa pubblica, ma per denunciare abusi, arroganza, corruttela. Confesso che mi trovo oggi come l’asino di
Buridano: i canestri di porcherie sono così numerosi e variegati che la
penna resta sospesa a mezz’aria e non saprei da dove cominciare. Anche
perché se davvero cominciassi occuperei lo spazio di tutti coloro che
condividono il numero odierno di Trucioli. E probabilmente non
basterebbe. Allora faccio come Qualcuno si chiederà quale mai possa essere
una notizia meno deprimente delle altre. Eccola: In conclusione, neppure questa notizia riesce
a rallegrarci: i mascalzoni che hanno umiliato, malmenato e torturato
tanti giovani che protestavano per una causa che i dieci anni trascorsi
hanno dimostrato essere sacrosanta, se la cavano senza pagare un solo
euro e senza trascorrere un solo giorno nelle patrie galere, mentre noi,
innocenti cittadini, siamo chiamati a pagare per i loro crimini. Ministro Alfano, scusi se la distraggo dalle
sue principali incombenze di salvataggio del premier, ma non potrebbe
studiare un decreto legge che ci salvi da una così iniqua tassa
collettiva, facendo sì che a pagarla siano i responsabili, ossia quei
poliziotti che hanno sfogato il loro sadismo come le orde soldatesche
cui i generali danno tacito assenso a saccheggi, stupri e violenze
d’ogni genere dopo la presa di una città nemica? Del resto, ai decreti
d’urgenza ci siete abituati: l’ultimo l’avete varato la notte scorsa per
salvare le vostre liste, interpretando i regolamenti ex post, a vostro
arbitrio. Fatene qualcuno per salvare anche noi cittadini, magari “ri-interpretando”
l’obbligo di pagare le tasse, proporzionandole al loro buon uso. Se mai
passasse questo criterio, ve ne sarebbe dovuto si e no il 20%. Mi fermo qui. Cedo alla rassegnazione. Del
resto, ogni tanto è salutare, per ritemprarsi e tirare avanti. Credo che
farò vacanza anche il giorno delle prossime regionali, non intravedendo,
dietro i faccioni sorridenti dai muri cittadini, niente di utile se non
per loro stessi, visti gli stipendi che premieranno i vincitori. A vita. Andrò al mare, seguendo un po’ in ritardo
l’invito che tante volte ci siamo sentiti fare di fronte a referendum
scomodi. Marco Giacinto Pellifroni
14 marzo 2010 |