TRUCIOLI
SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
IL MIO “LEGGITTIMO IMPEDIMENTO”……. …ad accettare oggi la polemica
sull’ambientalismo. Non è la solita diatriba tra economisti ed
ecologisti. Un dibattito tra chi pensa che lo sviluppo
delle nostre città e del nostro pianeta, debba necessariamente passare
per una continua “crescita” basata su domanda/offerta, costi/ prezzi,
anche quando raggiungere gli obiettivi, significhi adottare dinamiche di
rinuncia alla salvaguardia dell’ambiente e della salute umana e tra
coloro che ritengono che lo sviluppo non voglia dire necessariamente
consumo dissennato di fonti , di territorio e risorse del pianeta. Non si discute più dell’opportunità o meno di
vendere combustibili fossili a basso costo, rischiando la
destabilizzazione del clima con relativi disastri ambientali o della
capacità o meno di vedere la finitezza delle risorse naturali e la loro
sostenibilità. Non è più il tempo di disquisire sulla
differenza tra termini come crescita, sviluppo o compatibilità
ambientale. Le decisioni strategiche necessarie non
sono state prese. Così le nostre azioni quotidiane, che ci
impongono di fare scelte misurate, civili e coerenti nei confronti di
beni, servizi e prodotti rispettosi dell’ambiente e della nostra salute,
si scontrano con la gravosità e l’offesa degli accadimenti quotidiani. …ad arrendersi alla notizia quotidiana del
disastro ambientale. Tra una notizia e l’altra, sull’ennesima
truffa colossale ai danni dello Stato, su storie di gigantesche evasioni
fiscali, di riciclaggi, di collusioni con le mafie per opera di politici
e imprenditori, arriva puntuale la notizia sul disastro ambientale. Piccole e grandi tragedie che un giorno sono
frane e smottamenti, conseguenze di un inarrestabile dissesto
idrogeologico, un altro sono speculazioni edilizie forzatamente
legalizzate dove il territorio è stato aggredito, barattato, svenduto
per l’interesse personale di qualcuno, un altro ancora una nube tossica
o due milioni e mezzo di litri di petrolio in un fiume. Per non voler citare i disastri ambientali
che si consumano giorno dopo giorno, nell’inadeguatezza delle
Istituzioni come l’inquinamento atmosferico frutto di emissioni
industriali o di centrali termoelettriche o ancora quello dovuto al
traffico veicolare arrivato al collasso al punto da organizzare vacanze
gratuite a bambini in luoghi dove potranno respirare. (notizia
demenziale ma vera, riferita al Comune di Milano, appresa la scorsa
settimana su organi di Stampa). “Disastri ambientali d’ignoti”?
Disastri ambientali di uomini, che spesso, a vari livelli, hanno le leve
del comando. Uomini che spesso si sentono furbi, potenti e
intoccabili confidando nell’impunità che, nel nostro Paese, sta
diventando sempre più la norma e la regola istituzionalizzata e
perseguita anche da chi è alla testa del Governo. ..a pensare che possa continuare un civile
dialogo. Qui il dibattito si ferma, non si tratta più
di disquisire su chi vuole definirsi ambientalista o ecologista o chi
ritiene che le prese di posizione più intransigenti siano
controproducenti. Non si riesce neanche più a pensare a un
atteggiamento compromissorio, che sarebbe accettabile se le parti
fossero onestamente convinte di operare per il bene comune. Non si riesce più a credere alla buona fede
di chi conscio del dissesto del territorio permette che vi si continui a
edificare oppure di chi pensa che dietro un non meglio definito bisogno
di case, (5000 alloggi in provincia di Savona) si possano giustificare e
accettare ulteriori cementificazioni. Ammetto il mio deciso, legittimo impedimento
ad accettare che tutto questo debba essere tollerato. Gli “eco crimini” anche dalla Corte Penale
Europea saranno presto riconosciuti come crimini contro l’umanità,
perché la vita degli esseri umani dipende da quella del pianeta. Crimini contro un’umanità che vive lungo le
rive del Lambro o del Po, che vive sui terreni franosi di Giampilieri,
di Sanfratello, di Ischia, di Noli o di Albissola Marina. In Italia invece, si sa, chi inquina la fa
franca e paradossalmente proprio chi inquina le acque con scarichi
industriali, dal 2 febbraio 2010, non incorrerà più in nessun reato! …..a credere nella buona fede di chi
legifera in Italia. In questo nostro curioso paese, dove la
Magistratura è composta di comunisti e talebani, e dove si pretendono
l’immunità e l’assoluzione, il Parlamento ha pensato bene di
depenalizzare con una legge, comma 5 articolo 137 del TUA, lo
scarico industriale inquinante oltre i limiti di legge nelle acque dei
nostri corsi d’acqua. Pagherà, così, solo una multa da Quindi, mentre l’Europa si mobilita contro
quest’odioso crimine, l’Italia col suo Ministro all’Ambiente, di fatto,
lo assolve. Rivendico il mio legittimo impedimento ad
accettare anche questa nuova vergogna italiana che assolve affaristi
senza scrupoli, che per loro profitti danneggiano l’ambiente, il
territorio e la salute di chi lo abita. …ad accettare, ad occhi chiusi, le
Certificazioni Ambientali in Italia. Mentre il Lambro e il Po si tingono di nero,
la centrale a carbone di Vado si tinge di verde! La Tirreno Power ha presentato , infatti,
la terza dichiarazione ambientale Uni En Iso 14001, del 2008 ribadendo
la sua attenzione per l’ambiente. E possibile leggerla perché l’Azienda è
obbligata a renderla consultabile ai cittadini che, per Legge, sono i
clienti per cui viene prodotta la certificazione. E’ stata convalidata da un verificatore
che ha dichiarato la validità del sistema di gestione ambientale,
adeguata ed efficace dell’attuale centrale a carbone di Vado Ligure. Quindi, possiamo stare tranquilli, nessun
inquinamento. Possiamo anche tranquillizzare il segretario
provinciale della Filcem, Berruti, che in una recente intervista( secolo
del 24 febbraio) dichiara che l’alternativa alla richiesta di un
‘auspicabile ampliamento della centrale sia nel” tenersi l’inquinamento
che c’è adesso e accontentarsi di muovere le gru in porto solo quando
c’è sereno e buon vento” (manifestando poca conoscenza delle energie
rinnovabili!!!!) Mentre la certificazione sappiamo bene cosa
porti in tema di ricadute positive per l’Azienda, dal punto di vista
economico, con l’ottimizzazione dei famosi costi/benefici e in merito ai
dichiarati obbiettivi sulla ampliamento della centrale in oggetto,
siamo fortemente interessati a capire su quali dati si è basata: sulle
emissioni atmosferiche? Su quali polveri sottili? Su quali altri agenti
inquinanti rilevati e su quali e quante centraline di rilevamento? Se per la centrale a carbone di Vado la
credibilità della certificazione ambientale è stata garantita ai massimi
livelli, dall’azienda e dai consulenti e dai certificatori, non ci
saranno ostacoli ad effettuare controlli super partes che non siano gli
Enti di accreditamento. Prima di portare sul tavolo la trattativa per
il potenziamento della centrale, si potrebbero organizzare in modo
efficace i controlli delle emissioni attuali. Non è calunnia, ma è legittimo impedimento a
stare ormai con gli occhi chiusi, a voler capire, a sapere e conoscere
le cose e gli eventi, visto che, dai dati ISDE, è già troppo tardi!
ANTONIA BRIUGLIA
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