Albissola Marina, ecco
l’attesa sentenza dei “Bruciati”
E… storia di una città
“prigioniera”che si interroga
|
Albissola Marina |
Trucioli
Savonesi il più piccolo ed impotente blog di
questa provincia, forse dell’intera regione,
offre
alla sua mini- schiera di attenti lettori, un
primo affresco di “Albissola
Marina story”, attraverso l’archivio del
vecchio e quasi rimbambito cronista che ormai
può limitarsi a “frugare nei cassetti”. Alle
grandi e approfondite inchieste ci pensano
altri, più liberi e più tenaci. Con più
informatori attendibili e meno vincoli di “trasversalità
massonica”.
Sul
numero 233 di Trucioli
ci eravamo permessi di scrivere, neppure in
punta di penna, un resoconto dal titolo
“Il
sistema mazzette è in divieto di transito-
L’affresco massoneria aveva ripreso quota con la
partenza da Savona del procuratore Acquarone”. |
Lo spunto – ma ci teniamo
a dire che non ci interesse affrontare in questa
sede la vicenda, tutta da chiarire, che vede
coinvolto l’ex sindaco
Stefano Parodi.
Lo
storia raccolta nel nostro archivio
giornalistico va oltre l’era
Parodi che pure sarà stata turbolenta. Non ci interessa neppure
seguire, il percorso che
La Stampa
del 4 febbraio ha giustamente enunciato: <Una città che si interroga. Ad
Albisola Marina non si parla d’altro che
dell’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto l’ex
sindaco Stefano Parodi, primo cittadino
albissolese dal 1999 al 2009….La sorpresa è la
percezione principale, al bar e negli ambienti
di lavoro…>.
Trucioli, senza processi sommari che non ci interessano, soprattutto alla luce
della sorte riservata a tanti procedimenti
giudiziari di questo sfortunato Paese Italia,
vuole soltanto riproporre ai lettori alcune
tappe di storia degli ultimi decenni, quelle più
calde.
In
questo contesto pubblichiamo la lunga
sentenza/motivazione – atto pubblico (vedi…)
– che gentilmente un ex dipendente del
Comune di
Albissola Marina, a suo tempo chiamato in
causa dal cronista, ci ha voluto “omaggiare”.
Una sentenza tormentatissima, con personaggi
conosciuti, noti, di primo piano. Con un
“litigio” lungo e complesso. Tra diffide,
sequestri, denunce,
contestazioni
di confini, sparizione di mappali, errori e
sviste burocratiche, frane, costruzioni in zone
vietate, trasformazioni d’uso, perizie,
superperizie, richieste danni milionari, salate
parcelle legali.
L’epilogo, salvo appello, comunque esecutivo è
stato affidato al giudice monocratico del
Tribunale civile di Savona,
Rosario
Ammendolia, che ha fatto giustizia
districandosi con professionalità, preparazione,
in un groviglio di atti, valutazioni, davvero
ora ardui, ora sorprendenti, ora tenebrosi.
Pubblichiamo, inoltre, un articolo de
Il Secolo
XIX (vedi….)
di una storia giudiziaria ancora più vecchia. Di
cui non siamo però in grado di fornire l’esito
finale, nei vari rivoli. E confidiamo che
qualche persona interessata possa aiutarci, per
completezza e doverosa informazione. Dunque,
diciamo, che allo stato della pubblicazione
“nessuno poteva considerarsi colpevole”.
E’ solo
documentazione storica. |