TRUCIOLI
SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni Presto in stampa il convegno-verità su
monsignor Benedetto Maria Solari Un "giallo", dove è sepolto il vescovo? E il "giallo" del ponte medievale E' "scomparso" un monumento da
salvare tra 58 opere della Provincia, inserite in 10 itinerari turistici Noli - La
storia, quella delle nostre origini, è un patrimonio da salvare e da
tramandare? A parole pare che tutti siano d'accordo. Sfogliando le
cronache locali, con gli immancabili impegni e promesse, parrebbe che
tutto si svolge secondo buon senso, oculatezza, lungimiranza, rispetto
di valori tramandati nei secoli. Eppure succede: si glorifica oggi, con
tanto di titoloni sui giornali per dimenticarsene dopodomani. Facciamo due piccoli esempi. Senza pretendere
di dare lezioni. Nè indossare l'abito demagogico del "tutto va male". La
concretezza vuole, quella che per anni hanno insegnato alle passate
generazioni, di occuparsi anche delle cose meno roboanti. Che magari
fanno meno notizia, ma restano piccole pietre miliari. Ad iniziare dalla
coerenza dei comportamenti. Primo caso - Il
19 aprile 2008 la prima pagina de Il Secolo XIX-Savona,
annunciava a tutta pagina : <Monumenti da salvare>. <Individuate
58 opere: saranno ristrutturate ed inserite in dieci itinerari
turistici>. <Per eseguire tutti i lavori la Provincia (presidenza
Marco Bertolotto, centro sinistra ndr) ha
dedicato al progetto e ai percorsi una sezione del suo sito Web), parola
dell'assessore allora in carica Carla Siri. L'articolo, firmato da Elena Romanato,
esordiva: <Ben 58 monumenti censiti in 53 comuni della Provincia, 10
itinerari storico culturali e un convegno a livello internazionale il 10
maggio ad Albenga per fare il punto della situazione sul recupero delle
emergenze storico artistiche del territorio. In neretto sottolineiamo "emergenze
storico...". E per completezza: in questa provincia
di convegni e tavole rotonde siamo diventati specialisti, esperti?
Alcuni significativi dati: nel solo settore turistico-alberghiero dal
1966 (data di cui disponiamo la documentazione) ad oggi siamo arrivati a
quota 418. o forse qualcuno in più. L'ente pubblico che
in assoluto primeggia, forse anche per il suo ruolo (discorso a parte i
risultati), è la Camera di Commercio (212), con il
primato all'attuale presidente Giancarlo Grasso (68
0 74). Per la serie cara alla ammirata, premiata (e
avversata) giornalista Rai, Milena Gabanelli,
chissà quanti si saranno chiesti: come è andata a finire? A meno che non ci accontentiamo del tutto
serve. Meglio poco che niente. Non a caso le statistiche mondiali (Sole
24 Ore) inseriscono l'Italia spesso a fondo di molte
classifiche mondiali o a metà, lontani comunque dall'Europa (a volte in
compagnia della Grecia e Portogallo dove però non hanno quattro regioni
governate dalla mafia e che hanno ingoiato più soldi improduttivi, di
mero assistenzialismo, che tutte le altre rimanenti regioni d'Italia). Tornando a bomba, cosa è accaduto sui "monumenti
da salvare". documentati da Il Secolo XIX? Lo
racconteremo, località per località. Il "piano" non era fatto da un
gruppo di associazioni culturali di parte (vedi onlus), tra gli attori
l'Università degli Studi di Genova-Facoltà di architettura
Polis, Camera di Commercio di Savona, Fondazione De mari-Cassa
di Risparmio e la Fondazione Marino
Bagnasco. Tutto pianificato: dal censimento, avvenuto, al
progetto, alla fase realizzativa con i fondi degli enti, ognuno per la
sua parte. Nell'elenco del Secolo XIX è
incluso Noli, con la dicitura "Ponte Medievale". Ci perdoneranno i lettori questo nostro
solitario ritardo, ma il "progetto Noli" è stato quasi
subito cancellato in quanto quel ponte "ufficialmente censito dagli enti
sopra citati", non ha alcun valore di pregio storico ed architettonico? Qualcuno ricorda e con i nostri poveri mezzi
non ci è possibile approfondire più di tanto, almeno per ora, che di
fronte alla decisione del Comune di "dequalificare il ponte" ci fu una
piccola ribellione con tanto di petizione e raccolta di firme tra
cittadini e "turisti" (seconde case). Per la cronaca il geometra Piero
Penner (assessore esterno, per Lavori pubblici, protezione
civile ed ambiente di Rifondazione comunista) era confortato dal parere
dell'assenza di valore storico da parte delle Belle Arti. E un progetto
attuativo del Comune. Il ponte che si presentava in mattoni, pietre a
vista, calce è stato ricoperto, intonacato interamente. C'è oggi chi
sostiene che, studi successivi (di chi?) abbiano confermato la sua
antichità, anzi rendendola ancora più attempata. Opera medievale
(periodo storico tra il 476 d.C. e il 1492, data della scoperta
dell'America oppure del '600? Resta da chiedersi come sia potuto finire
nell'elenco ufficiale (vedi Il Secolo XIX) da sbandierare e alla fine
destinato alla sorte attuale. Non è un'opera privata, con la libertà di
iniziativa privata, riconosciuta dal nostro Stato di diritto. Qui c'è im
ballo un bene-patrimonio pubblico. O invece no. Il denaro dei
contribuenti. Vedremo in seguito di approfondire. Il ponte veniva
utilizzato dai vecchi nolesi per raggiunge San Paragorio, rimasta fuori
dalle vecchie mura. La fuga oltre le mura si verificò a seguito di
incendio. Forse venne deviato anche il torrente, mentre il mare ricoprì
l'antico porto romano. Avremo comunque modo di approfondire con
documenti speriamo più precisi. SECONDO CASO -
Il 30 giugno 1988, a tre colonne di apertura Il Secolo XIX
titolava: <Dove è sepolto l'ultimo vescovo?- Riproposto a Noli un
"giallo" del 1814 >(vedi....articolo).
Un servizio interessante sotto il profilo storico e religioso per i
credenti, i praticanti, soprattutto. Prendeva lo spunto da un
interrogativo rispolverato da una ricerca compiuta per
"Risorse" dal prof Mario Lorenzo Paggi, già presidente
dell'azienda di soggiorno nolese. IL periodico trimestrale edito dalla
Cassa di Risparmio di Savona, all'epoca vedeva
direttore Silvio Riolfo Marengo, direttore responsabile
Marco Sabatelli, stampato dalla "Priamàr" di Marco
Sabatelli Editore & C. Snc di piazza Vescovovado. Nel 2008, 20 anni dopo, viene organizzato, a
Noli, un convegno di "alto livello", per lo spessore dei partecipanti,
con il ruolo chiave di Giovanni Assereto, professore di
Storia moderna all'Università di Genova, e la presenza del sacerdote che
dirige l'archivio della Curia arcivescovile del capoluogo ligure. Tra i
fautori-organizzatori Mario Lorenzo Paggi, presidente
della Fondazione Culturale S. Antonio e direttore
dell'Istituto storico della Resistenza dell'età contemporanea
della Provincia di Savona che ha iniziato (a Savona) la sua
attività nel 1989. Convegno, coronato da lusinghiero successo,
stando a notizie ufficiose, e la prossima stampa degli atti e dunque
l'epilogo degli studi (Dove è sepolto l'ultimo vescovo)
affidato al "volumetto" edito da Sabatelli. Nell'ultima visita a Noli di
monsignor Vittorio Lupi (origini imperiesi di Ceriana,
circondato da grande stima e molte speranze, tenuto conto di un recente
passato (da dimenticare) della Diocesi, soprattutto in tema di
operazioni immobiliari) è stata riproposta al prelato la richiesta di
installare un'epigrafe a ricordo del vescovo Solari. Tenendo presente gli atti del convegno di
studiosi e il giudizio espresso da monsignor Lorenzo Vivaldo,
che fu vescovo di Massa, e da giovane sacerdote di
Noli, che riprese un giudizio espresso da
Jemolo in uno studio sul Giansenismo. Movimento
politico e religioso iniziato con la pubblicazione dell'Augustinus
di Giansenio, in cui erano riprese in modo radicale le dottrine
agostiniane a sostegno della predisposizione secondo cui l'uomo,
corrotto dalla concupiscenza, può raggiungere la salvezza solo
attraverso la Grazia che è concessa solo ad alcuni
secondo un imperscrutabile disegno divino. Giansenio, Cornelio, teologo
olandese (Cornelis Jansen, 1585-1638, vescovo di
Ypres -1635 - sostenne, contro i gesuiti, un
rafforzamento del potere episcopale e la teoria agostinana della
Grazia necessaria nella vita morale). Scriveva Vivaldo,
riprendendo le parole di Jemolo (1928): <Vero padre
del suo popolo, il Solari assistette
amorosamente i nolesi, che gli eventi costringevano ad ammainare la
vecchia bandiera che avevano sventolato nelle Crociate e a seppellire la
loro libera Repubblica, dopo sette
secoli di vita modesta ma non ingloriosa>. L.C.
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