Che cosa esce dalle ciminiere della
centrale termoelettrica a carbone di
Vado Ligure?
La domanda iniziano a
porsela in tanti dopo che le basse
temperature di questo periodo hanno reso
visibile il poco rassicurante pennacchio
di fumo.
(Quello che nella
centrale lo potete vedere in video a
fine articolo) Le amministrazioni
pubbliche che si sono succedute da
queste parti da sempre hanno dato prova
di grande lungimiranza in merito,
fiammante in questa banale comparazione:
> TOSCANA: Superficie
22.990 Km quadrati, 3.718.210 abitanti,
194 per Kmq
Centrali a carbone: ZERO
> EMILIA ROMAGNA:
Superficie 22.451Km quadrati, 4.360.148
abitanti. 161per Kmq
Centrali a carbone:
ZERO >
LIGURIA: Superficie
5.421 Km quadrati, 1.615.441 abitanti,
298 per Kmq
Centrali a carbone: TRE
(La Spezia, Genova - Lanterna, Vado
Ligure)
I più furbi.
I risultati si vedono,
ma soprattutto si respirano.
Se date un'occhiata tra
le immagini riportate in fondo a questo
servizio, ne troverete una che
rappresenta la mappa di una Liguria
particolarmente variopinta. Purtroppo
però, il carnevale non c'entra. I colori
si riferiscono ad una misurazione assai
complessa della "biodiversità lichenica".
Se spiegati, i risultati sono semplici:
il rosso raffigura le zone più
inquinate. Osservate a Savona e
dintorni... L'immagine
parla da sé, e non è frutto della mente
malata di qualche ambientalista
borderline, ma di uno studio della
Regione Liguria. Dove meno mutano i
licheni, maggiore è l'inquinamento da
polveri sottili. Quelle che secondo lo
studio pubblicato dai Verdi l'altroieri,
farebbero 7200 morti all'anno.
A pubblicarlo, persino
il TGCom! (vedi foto) I soliti invasati,
no?
Tutt'altro.
In Liguria le principali
fonti di inquinamento ormai conclamate
sono le CENTRALI A CARBONE.
In provincia, studi come
questo, non hanno grande fortuna
mediatica e vengono illustrati e
spiegati in una serie di incontri
pubblici che, a parte quello del teatro
Chiabrera a Savona, normalmente vengono
passati sotto silenzio.
Eppure riguardano la
salute di tutti. Strano...
Capiamo che sede della
lobby del carbone è Genova, dove
Assocarboni arruola una delle più
importanti agenzie di comunicazione del
Paese, la Barabino & Partners, che sui
giornali lavora e soprattutto pesa.
Capiamo anche che
Ansaldo è in prima linea nella
costruzione di impianti e turbine
termoelettriche, con tutto quel che ne
consegue.
Capiamo (ma qui non ci
vuole molto) che Tirreno Power ha fatto
man bassa di spazi pubblicitari sui
principali quotidiani e non solo.
Ma...Con
l'editoriale "La
Mancia",
pubblicato su
queste pagine all'inizio del dicembre
scorso ci eravamo augurati che questa
vorace campagna acquisti non
avesse il temuto effetto
di imbavagliare i mezzi di informazione
( 'che se non altro così respirerebbero
aria più pulita). Tutto sommato, ci
eravamo sbagliati.
Non solo su questa
incredibile vicenda - salvo poche
eccezioni - è calato un silenzio
tombale, ma viceversa scintillano titoli
che inneggiano alla qualità dell'aria
nel Savonese. (!!) Poco importa se a
sostenere e timbrare questi "dati" sia
un associazione "ambientalista" come
Legambiente, che ora si scopre essere in
società di fatto con una controllata di
Sorgenia, cui fa capo Tirreno Power. Ma
questo è meglio non scriverlo.
Più utile affrettarsi a
tacitare le proteste dei cittadini che
scrivono preoccupati, dopo che nelle
ultime settimane, grazie alle basse
temperature come detto, i fumi di
scarico della centrale di Vado Ligure si
vedono a occhio nudo. "SOLO VAPORE",
rispondono rassicuranti i responsabili.
I giornali fanno copia / incolla,
pubblicano, e tanti saluti.
Ma se riempi una pentola
a pressione di ammoniaca, mettendola sul
gas o sul carbone, anche in quel caso ne
uscirebbe "solo vapore", ma se lo
respiri vai per terra, lungo ma poco
disteso.
L'elettore d'altronde è
animale visivo. Il problema dunque non è
eliminare o ridurre il più possibile le
emissioni di polveri sottili invisibili
e cancerogene o le loro cause, ma
evitare che i fumi si VEDANO, 'che
almeno i cittadini stanno buoni e
tranquilli.
Questo aspetto emerge
anche tra le pieghe dell'Istruttoria di
V.I.A. Ministeriale (parere 141 del
13/11/2008) A pag 10 leggiamo
testualmente:
"La combustione di gas
naturale tra l'altro è tale DA
COMPORTARE NEI FUMI L'ASSENZA DI
PARTICOLATO E DI INCOMBUSTI
(affermazione assai discutibile, n.d.r.)
che attualmente, a causa dell'utilizzo
di olio combustibile, possono
determinare formazione di PENNACCHI
VISIBILI".
Maledetti pennacchi.
Occorreva dunque
metanizzare almeno l'avviamento dei
gruppi a carbone. Un gioco da ragazzi.
Il metanodotto SNAM di soli 30 km (30)
costruito all'uopo da Cosseria - Case
Lidora fino alla centrale termoelettrica
di Vado Ligure è un operetta così
irrilevante che per vederla per intero
dal satellite con Google Earth, occorre
alzarsi oltre i 16.000 metri di quota
(sic) Una cicatrice visibile
nonostante il tentativo
di camuffamento a salve con apposita
ripiantumazione (vedi foto) Capire chi
ha pagato cotanto tubo non è cosa per
tutti, ma una buona maggioranza
scommette su Enel (denaro pubblico illo
tempore). Speriamo abbiano torto.
Il metano, chiamato
dolcemente "gas naturale" ti fa fare
bella figura, e se l'allacciamento
miliardario te lo paga l'utente, tanto
meglio. Consumarlo, però, costa. Molto
più che il carbone: e perchè rimetterci?
Nei fatti una fonte
anonima ma attendibile ci confessa che
dentro la centrale di Vado Ligure su 16
bruciatori solo UNO funziona a metano.
Mica male.
Nelle giornate più
fredde possiamo osservare il "vapore"
mentre fuoriesce copioso dai gruppi a
carbone attraverso la maxiciminiera
purpurea lato ponente.
Dai due caminetti
educati del gruppo a metano, nulla.
Mah... vuoi dire che sia spento? (vedi
foto)
Maledetti pennacchi...
Il gruppo a metano,
quello bello pulito e con i caminetti
azzurri, verrebbe attivato SOLO in caso
di avarie o di maggiori richieste di
potenza. Oltre ai costi la ragione
sarebbe anche un'altra, molto semplice:
mentre i gruppi a carbone impiegano 8
ore per portarsi a regime, quello a
metano ne impiega solo un paio.
Ma l'essenziale non
sempre è visibile agli occhi.
Cosa sia contenuto in
quei "vapori", e cosa essi producano in
termini di ricaduta di polveri sottili,
resta un mero dettaglio non degno di
cronaca o di analisi troppo
approfondite. D'altronde, se l'ARPAL &
Tirreno Power dicono che è tutto a
posto, si andrà MICA a sindacare?
Invece si, per un motivo
molto semplice: qui la gente muore di
cancro, prima e più che altrove.
Chi ha lavorato in
centrale ne ha viste di belle, e oggi
racconta di due / tre morti l'anno solo
tra gli ex - lavoratori. Carlo (al
contrario del racconto, il nome è di
fantasia) nella centrale a carbone di
Vado Ligure ci ha lavorato per 30 anni:
"Qualcuno di noi è
andato in pensione con anni di anticipo
secondo quanto stabilito per gli esposti
all'amianto... c'era pure quello. Fino
al 2006 le visite mediche sui dipendenti
erano scrupolose e frequenti, più che
oggi... Quindici anni fa in Centrale
eravamo in 600, oggi sono rimasti in
230, ma la proprietà sta cercando di
ridurre ancora di più il personale,
specie i cosiddetti "normalisti", gli
elettricisti e i carpentieri interni,
mantenendo i turnisti specializzati: una
decina di persone a turno in tutto.
Ricordo poi le visite degli ispettori,
per la certificazione degli impianti...
contava la burocrazia e il colpo
d'occhio sulla pulizia apparente, ma
dove lavoravamo, nei gruppi, si
accumulavano quattro dita di cenere,
altro che pulizia nei luoghi di lavoro:
neppure spazzando h24 avremmo potuto
rientrare in quei parametri. Sulla
sicurezza dei lavoratori, lì si, non si
badava a spese: non potevano permettersi
il clamore di un incidente grave o
mortale." Un contatore geiger per
misurare la radioattività? "Non si è
mai visto. Neppure
quando per produrre 320 MW di energia
bruciavamo 480 tonnellate di carbone in
24 ore (quattrocentottanta tonnellate).
Tra i miei ex colleghi, sono già morte
25 / 30 persone, speriamo bene..."
Succede dentro e fuori
la centrale, certificatissima, per
carità.
Chi lo racconta, però,
nel migliore dei casi viene timbrato
come agitatore da passare per le armi
del silenzio e/o del demansionamento a
seconda delle categorie professionali.
Ne sanno qualcosa gli
organizzatori di una serie di incontri
pubblici che hanno come scopo quello di
informare la popolazione sulla
situazione purtroppo in atto, e sulle
sue ricadute dirette sulla salute
pubblica. Lo vedremo bene dopo.
Spotorno, giovedì 17
dicembre 2009: sala gremita. A parte la
collega de "il Ponente" (e noi) nessun
giornalista. Gli interventi del Biologo
Virginio Fadda ed i medici pneumologi
Agostino Torcello e Paolo Franceschi,
dati alla mano, sono pugni nello
stomaco, che - con tutta la freddezza
scientifica e giornalisticati mandano a
casa gobbo. Li chiamano i tre
moschettieri, ma al posto della spada
hanno armi più moderne: lauree,
specializzazioni, ricerche scientifiche,
comparazioni statistiche. E soprattutto
la voglia di capire e di tutelare la
salute pubblica, che per un medico è un
dovere deontologico.
Difficile sintetizzare
in poche parole ma ci proviamo:
- La ricaduta delle
polveri emesse dalla Centrale a Carbone
di Vado si estende per UN RAGGIO DI 50
KM (vedi foto)
- Le conseguenze sulla
salute, pesantissime.
Un esempio? "Dal 1999 al
2002 in Liguria i tassi standardizzati
di mortalità generale, tumori totali e
tumori ai polmoni risultano sempre
superiori ai valori medi nazionali e si
assestano fra i valori più alti in
Italia. Precisamente per i tumori totali
la Liguria si colloca al 5° posto
rispetto alle 20 regioni italiane e per
i tumori al polmone dal 5° all’ 8°
posto. MORTALITA’ PER CAUSA NELLA ASL 2
DEL SAVONESE. Anche per l’ASL 2 del
savonese abbiamo a disposizione i tassi
standardizzati dell’anno 1999 pubblicati
dall’IST (Istituto per la ricerca sul
cancro) di Genova e suddivisi per sesso:
Nei maschi il TST riferito a 100.000
abitanti per i tumori ai polmoni
raggiunge il valore più alto delle 4 ASL
liguri e paragonabile a quello della
Regione Lombardia (massimo delle 20
regioni italiane). Così anche risultano
alti i TST, massimi in Liguria e con
trend in aumento, per tumori totali ,
leucemie e linfomi non Hodgkin. Nelle
femmine il TST riferito a 100.000
abitanti per tumori totali è il più alto
delle 4 ASL liguri con un trend in
aumento, così come massimo in Liguria
risulta quello per il tumore alla
mammella ." (Fadda, Torcello in una
lettera/dossier indirizzata a tutti gli
organi istituzionali competenti) Ti
dici: mah... con una situazione del
genere nei prossimi giorni i quotidiani
non parleranno d'altro. Invece niente.
Silenzio.
Ad organizzare altri
incontri di questo tipo insieme ad
esperti e comitati, con posizioni nette
e soprattutto comprensibili ai più,
praticamente solo l'IDV, per la cronaca.
Giovanni Baglietto e
Marco Caviglione (entrambi medici, tra
l'altro) hanno già avuto parecchi
grattacapi con gli alleati del PD, che
tentennano accusandoli in sostanza di
non capire il "nuovo carbone
pulito"...(nota a margine: da due mesi e
mezzo attendiamo un'intervista /
posizione in merito dal presidente della
Regione Liguria Claudio Burlando.
Aspettiamo.)
Giovanni Baglietto (IDV)
ha viceversa una posizione chiarissima:
"La piattaforma Maersk? E' una porcata
senza senso, e basta" E la centrale a
carbone di Vado Ligure? "Una porcata
bis, all'ennesima potenza. Per prima
cosa no al potenziamento, e poi, nel
medio termine, l'obiettivo è la sua
conversione con altri sistemi di
produzione dell'energia. Siamo nel
semplice buon senso."
Il buon senso su cose
come questa, viene contrabbandato per
oltranzismo da chi queste "porcate" le
vuole.
Gli incontri proseguono,
la gente partecipa e ascolta, attonita.
Dopo i dibattiti, pongono domande e
preoccupazioni a cascata. Il 26 novembre
a Celle Ligure, il 15 gennaio ad
Albissola Marina, il 22 gennaio a
Savona, l'ultimo in ordine di tempo
quattro giorni fa a Vado Ligure.
Qualcuno l'ha letto?
Al termine del dibattito
si alza in piedi un signore e chiede,
deciso: "Perchè Tirreno Power non ha la
certificazione IPPC?" Urca. Silenzio.
Assenso.
La domanda è buona
infatti: Esiste ed è in vigore il
Decreto Legislativo del 4 agosto 1999
n°372 in attuazione della direttiva
96/61CE relativa alla prevenzione e
riduzione integrate dell'inquinamento
(IPPC) In provincia di Savona il termine
ultimo per la presentazione delle
domande di autorizzazione venne fissato
con Atto Dirigenziale n° 5034 del
02/07/2004 per il 15 novembre
2004.
A non aver ottemperato
sembrerebbero essere:
- Italiana Coke - Cairo
Montenotte (Il 30/11/2009, cinque anni
dopo, la Provincia di Savona si è
rassegnata a dar incarico ad un avvocato
esterno per € 5000 per capire come
uscirne)
- Ecosavona (discarica)
- Ecoter - Magliolo
(discarica)
- Ramognina - Varazze
(discarica)
- Tirreno Power - Vado
Ligure
Un bel quadretto.
Attendiamo speranzosi
smentite e, curiosi, eventuali
salvacondotti.
Digitando su Google "Tirreno Power
IPPC" incappiamo poi in una pagina che
fu dell'omonimo
sito(http://www.tirrenopower.com/News.aspx)
oggi rimossa. Resta traccia nella cache
di un comunicato stampa del 05/04/2007
nel quale Tirreno Power prometteva una
serie di cose tra le quali:
"Miglioramento
ambientale
Le misure di
miglioramento riguardano:
• il quadro delle
emissioni relativo al territorio
circostante la centrale (ossidi di
zolfo, ossidi di azoto e
polveri)
• il quadro delle
emissioni nazionale (anidride carbonica)
• lo sviluppo delle
fonti energetiche rinnovabili
• la razionalizzazione
dell’uso delle materie prime
• l’inserimento visuale
unitario ed armonioso dell’intero
complesso
Per quanto riguarda gli
ossidi di zolfo la riduzione attesa è
del 7,3 %, gli ossidi
di azoto del 1,1 % e per
le polveri il 3,2%.
Energie rinnovabili
Nel campo delle energie
rinnovabili sono numerose le iniziative
previste per aumentare le produzione, in
particolare:
• rinnovamento del parco
idroelettrico
• realizzazione di nuove
unità idroelettriche nell’Appennino
ligure-piemontese
• realizzazione di
impianti fotovoltaici distribuiti
• realizzazione di
impianti di cogenerazione termoelettrica
alimentati a biomassa
• realizzazione di
sistemi di teleriscaldamento a servizio
dei Comuni di Savona,Vado Ligure e
Quiliano
• realizzazione di
parchi eolici distribuiti"
Parola di Tirreno Power.
Tanto ci tenevano che da allora non si è
visto niente.
Prima il fruttuoso
ampliamento a carbone, POI il resto.
Di nuovo, attendiamo
speranzosi smentite.
Restiamo fisicamente sul
carbone, prima che vada a fuoco nelle
caldaie della centrale di Vado. Mentre a
Cairo Montenotte procede il progetto di
copertura dei depositi, sotto la
centrale di Tirreno Power a Vado di
coperture (fisiche) non se ne vede
neppure l'ombra, nonostante gli ingenti
fatturati in energia "sensibile".
Con Google earth è
abbastanza semplice calcolare le
superfici: Oltre 41.000 metri quadri di
colline di carbone troneggiano e vengono
movimentate all'aperto dietro la
centrale di Vado Ligure. Per arrivarci
il carbone scorre dalle banchine della
rada lungo un'ottocentesca rete di
nastri trasportatori in abito da sera,
che vista da vicino ricorda l'inferno.
La polvere di carbone è ovunque,
specie negli "snodi"
dove il minerale passa da un nastro
all'altro. Vedere per credere qui:
http://www.youtube.com/watch?v=W5Vjbvpi3j8
Questo il carbone PRIMA che venga
bruciato. E dopo? La storia è ancora
lunga e per oggi ci fermiamo qui. Nel
frattempo, se avete coraggio e volete
sapere di più, consigliamo a tutti di
partecipare ad uno di questi incontri, e
di farci avere
un vostro parere. O di
aspettare che qualcuno ne scriva.
Finendo l'inverno, il
bello deve venire.
(fine della seconda parte.
Continua...)