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Anche questo è l’uomo

 

di Salvatore Ganci


Questa è una Lettera di una donna ebrea che avrebbe dovuto dividere con il destinatario il premio Nobel per la Fisica (o per la Chimica) nel 1944. E’ Otto Hahn (Francoforte 1879; Göttingen 1968) il destinatario di questa lettera. Per trent’anni è il compagno di ricerca di Lise. Lavorano al Kaiser Wilhelm Institut a Berlino, lui si occupa di Chimica, lei di Fisica. Insieme studiano la struttura dell’atomo e del nucleo, argomento di punta di tutta la scienza mondiale del tempo. è Otto che conduce l’esperimento fondamentale che permetterà a Lise, in esilio in Svezia, di scoprire la fissione nucleare. Motivi di opportunità ne impedirono la condivisione del premio.

Solo a lui verrà conferito il premio Nobel per la chimica proprio per quella scoperta. Otto stesso rinnegherà i meriti della sua compagna: “Era solo la mia assistente” dirà (è un “classico” …). La sua giornata terrena terminò a 90 anni esatti, a Cambridge,  nel  1968. Sono grato al sito: http://ulisse.sissa.it/biblioteca/intrusione/2005/Ubib050128i001  per avermela fatta conoscere. La passività emozionale di chi scrive non lascia indifferenti. Sì, non solo nel popolo tedesco il sonno della ragione ha prodotto mostri, ma la disistima per una Italia che accolse le Leggi razziali firmate dal suo re (scritto al minuscolo, in tutti i sensi) e poi accoglie esaltata l’ingresso degli Alleati e fucila oltre al “colpevole” della disfatta anche la sua compagna che non aveva colpe politiche, non è poi tanto da meno. E che dire di quegli imbarazzanti passaporti con cui molti tedeschi riuscirono a sbarcare a Buenos  Aires? Da ragazzino, ricordo, non persi una sola udienza del processo ad Adolf Eichmann, magistralmente “beccato” dal Mossad senza troppi problemi di estradizione, per quello che la radio trasmetteva ogni sera. Raccapriccianti le testimonianze dei sopravvissuti. In questi giorni che seguono il cosiddetto “giorno della Memoria” sarebbe istruttivo continuare a sottolineare ai nostri giovani, nelle scuole, che le colpe politiche sono sempre collettive ed è poi facile trovare il capro espiatorio quando cambia il padrone. Anche questo è l’uomo.


Otto Hahn

Stoccolma, estate 1945

Caro Otto,

questa lettera la darò a un americano, arriverà tra poco e quindi ti scrivo molto in fretta, anche se avrei cosí tante cose nel cuore da dirti. Ti prego di leggerla, per favore, con la certezza della mia amicizia più profonda.

In questi mesi ho immaginato di scriverti molte lettere, perché mi era chiaro che anche le persone come te e Laue non abbiano veramente compreso la situazione...
E questa è proprio la disgrazia della Germania, che tutti voi abbiate perso il senso della giustizia e della moralità. Tu stesso mi hai raccontato nel marzo 1938 che Hörlein ti aveva informato delle cose terribili che venivano commesse contro gli Ebrei

 Sapeva quindi di tutte le azioni criminali programmate e poi messe in atto ed era, malgrado ciò, membro del partito, e tu lo consideravi — malgrado ciò — una persona perbene e ti sei fatto influenzare da lui nel tuo comportamento verso il tuo migliore amico.

Avete tutti lavorato per la Germania nazista e non avete provato a fare nemmeno resistenza passiva. Certo, per tranquillizzare la coscienza, quando capitava, avete aiutato una persona in pericolo, ma avete lasciato assassinare milioni di innocenti, e nessuna voce di protesta si è levata contro.

Ti devo scrivere tutto questo, in quanto da questo dipende molto per voi e per la Germania, che vi rendiate conto che cosa avete permesso che accadesse. Qui nella Svezia neutrale si discute da molto prima della fine della guerra, che cosa si debba fare con gli intellettuali tedeschi dopo la fine della guerra. Che cosa penseranno gli americani e gli inglesi? Io e altri siamo dell'idea che ci sarebbe una strada per voi: ammettere apertamente che siete consapevoli che con la vostra passività vi siete assunti una co-responsabilità per ciò che è capitato in Germania, e che sentite il bisogno di contribuire a rimediare, per quanto possibile, a ciò che è stato fatto. Tuttavia molti pensano che sia troppo tardi. Dicono che abbiate tradito innanzitutto i vostri amici, poi i vostri uomini e i vostri figli, in quanto li avete trascinati in una guerra criminale, e infine abbiate tradito la Germania stessa, in quanto voi, quando la guerra era già senza speranza, non vi siete ribellati nemmeno una volta contro l'inutile distruzione della Germania. Sembra spietato ma, credimi, è con un sentimento di amicizia sincera che ti scrivo tutto ciò. Che il resto del mondo compatisca la Germania, non potete proprio aspettarvelo. Quello che in questi giorni si apprende delle inaudite atrocità commesse nei campi di concentramento supera le più orribili aspettative. Quando ho sentito alla radio inglese un rapporto molto dettagliato degli inglesi e degli americani su Belsen e Buchenwald ho pianto disperatamente e non sono riuscita a dormire tutta la notte. E se avessi visto quegli uomini, sopravvissuti dai lager che sono arrivati qui... Forse ti ricorderai che io, quando ero ancora in Germania, ... ti dicevo spesso: finché saremo solo noi a passare le notti insonni e voi continuerete a dormire tranquilli, fino a che succede questo le cose non potranno migliorare in Germania. Ma voi non avete avuto notti insonni, non avete voluto vedere, era troppo scomodo. Potrei portarti molti esempi, grandi e piccoli. Ti prego di credere che tutto ciò che ti scrivo in questa lettera ha il solo scopo di aiutarvi.

I miei saluti più affettuosi a tutti

Tua Lise