Vorremmo
sbagliarci, ma pare che alla base di
questa ennesima proposta trasportistica
c’è l’invereconda intenzione di
incrementare, decisamente e globalmente,
il solo traffico su gomma, oltre
all’opportunità per certa classe
politica di “risolvere” sì problemi, ma
creando premesse per il loro riproporsi,
e quindi perpetuare se stessa: se le
crediamo, ce la meritiamo proprio.
Certo, in Piemonte gli
spostamenti sono raddoppiati proprio nel
comparto della mobilità occasionale,
cioè non legata alle quotidiane attività
lavorative; e fin qui, a parte l’impatto
ambientale e i costi, verrebbe da dire:
viva la libertà.
TRASPORTO PUBBLICO CROLLATO DAL 31 AL
17 PER CENTO
Ma i nostri
amministratori dovrebbero preoccuparsi
piuttosto del fatto che gli spostamenti
col trasporto pubblico sono passati, già
nel decennio 1981-91, dal 31% al 17%
della mobilità totale piemontese; quindi
il traffico con mezzo proprio è salito
da 2,2 a 4,5 milioni di
veicoli/anno, con un tasso di
occupazione in ulteriore calo da 1,18
a 1,17: neanche 5 persone ogni 4 veicoli.
Siamo contenti per chi vende auto, un
po’ meno per chi le deve guidare,
assicurare, rifornire e parcheggiare; ma
è questo un modo efficiente di
spostarsi? Quanto a lungo ce lo potremo
permettere ? E lasciamo stare la domanda
“quanto a lungo se lo può
permettere l’ambiente”, ‘che li
sento già i discorsi del tipo “coi verdi
non si può fare mai niente”: qui non è
questione di verde o rosso o blu, ma una
questione di buon senso (che non è mai
abbastanza) e di risorse (che non sono
mai infinite).
LA CASTA E L’ACCORDO BIPARTISAN
PREDOSA-ALBENGA
L’accordo bi-partisan sulla Predosa –
Albenga, risbandierato due mesi
prima delle elezioni regionali, darà
frutti alla Casta raccogliendo i
voti di molti automobilisti, che dagli
anni ’50 del secolo scorso sono stati
sempre più indotti a dimenticare di
essere, innanzitutto, cittadini e
contribuenti.
Si dirà: ma i treni non funzionano, la
rete è inadeguata. Certo, ma dove sono
tutti i possibili studi di fattibilità
per il suo adeguamento ? Lo sanno anche
i bambini che le ferrovie risalgono all’800,
e quelle piemontesi risentono della
visione Torino-centrica: dalla
capitale si doveva scendere a Savona
e a Genova, punto. Oggi invece i
camion, unici utenti in crescita sulle
autostrade, vanno sempre più dall’Est
alla Penisola Iberica (molti già
li vediamo “tagliare” per la SS28),
infatti la fertile Piana di Albenga
verrà asfaltata in un bell’Autoporto,
per ottimizzare i turni di guida (quando
saranno rispettati). Ma è proprio
impossibile trasferire su rotaia almeno
la parte a lunga percorrenza del
traffico dal Ponente all’Alessandrino
?
Sotto Alessandria appare
proponibile completare una “gronda” da
Tortona verso le due linee che
portano ad Ovada e Acqui: da
Ovada si scende a Genova Voltri,
e da Acqui la ferrovia della Val
Bormida porta a S.Giuseppe,
da cui si scende ai porti savonesi o si
prosegue, presto
interamente a doppio binario, per
Ventimiglia, il cui entroterra è già
devastato da un gigantesco scalo
ferroviario, oggi largamente
sottoutilizzato.
PERCHE’ NON SI RECUPERA LE LINEE
SOTTOUTILIZZATE
Recuperando linee oggi sottoutilizzate
con l’aggiunta di pochi km di raccordi,
si possono evitare inversioni di marcia
e manovre e così attrarre verso il
Ponente un bel po’ del traffico, che
scende e sempre più scenderà in treno
dal Sempione via Novara, e dal
S.Gottardo e alleggerire la
Milano-Genova e il nodo stesso di
Genova.
Il Piemonte, più di altre
regioni, sta sollecitando la concorrenza
fra gli operatori ferroviari, e
quindi la loro efficienza; ma se la
rete è carente, non c’è privatizzazione
che possa fare miracoli; sempre più
arduo appare l’obiettivo dichiarato del
Piano dei Trasporti della Regione
Piemonte, di trasferire quota di
traffico dalla gomma alla rotaia. Ma c’è
chi fa peggio: la Regione Liguria un
Piano dei Trasporti non l’ha ancora,
lasciando spazio per ogni fantasia: alle
prossime elezioni si parlerà del
tele-trasporto dei milanesi ad
Alassio ?
Scherzi a parte, il nostro Comitato
si offre per vivacizzare lo sviluppo e
l’esame di un adeguato spettro di
ipotesi, con un sincero confronto sulle
opportunità strada-ferrovia, per
maturare il consenso su scelte
comprensibili e che non vanifichino il
patrimonio infrastrutturale già
esistente.
Stefano Sibilla
Massimo Andreis Allamandola
(Comitato Treno Alpi Liguri)
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