versione stampabile

 

Raggiunto un accordo e “procedimento chiuso” (martedì 26) davanti al Gip di Torino

Melgrati chiede scusa e paga i danni

Dopo due querele del Pm Ferro per il Grand Hotel

La notizia anticipata ad Imperia Tv e su Facebook. Tutti i particolari


Il sindaco Marco Melgrati

Torino- Martedì 26 gennaio 2010 sarà posta la “pietra tombale”, almeno per questa poco edificante vicenda, visto che coinvolge il primo cittadino della città “capitale del turismo” del ponente ligure. La blasonata e sempre affascinante Alassio.

Vede per protagonista, imputato di diffamazione continuata, il sindaco Marco Melgrati, tra l’altro l’architetto più “gettonato” della Baia del Sole.

E’ stata raggiunta una transazione, con tanto di lettera di scuse e versamento “simbolico” in beneficenza a “riparazione dei danni”, con il querelante: il magistrato, sostituto procuratore della Repubblica di Savona, Giovan Battista Ferro.  

La notizia l’ha anticipata nei giorni scorsi a Imperia Tv, lo stesso Melgrati, ha informato gli amici. Pare ne siano a conoscenza anche i giornalisti, tenendo conto che, si trovava coinvolta per aver riportato le dichiarazioni di Melgrati, sulla pagina di Riviera- Albenga, la stessa direzione del giornale e l’articolista.

Si è preferito informare i lettori col silenzio, come nel silenzio resta la notizia che, nonostante i tanti proclami, il Grand Hotel resta sotto sequestro. Ma non era solo un problema di una “parete” spostata, piccole difformità interne, aveva precisato un “soddisfatto sindaco”, dopo essersi speso tanto per dare una soluzione ai “troppi pasticci” del rinnovato e mitico Grand Hotel”?

Trucioli Savonesi, grazie agli amici cronisti, sa con certezza che l’epilogo ha visto impegnati il prof. Carlo Golda, tra i luminari del foro di Genova, quotato civilista, e il combattivo Franco Vazio, vice sindaco del centro sinistra ad Albenga, da tempo il legale di fiducia di Melgrati.

Si è inoltre appreso che, contrariamente alle notizie rese note finora dai media, le querele di Giavan Battista Ferro  erano due, riunite in un unico procedimento.

Per un senso di buon gusto e rispetto verso i reciproci ruoli (sindaco e magistrato) eviteremo di scrivere il testo integrale che delle “affermazioni in libertà” e parte del “capo di imputazione”. Per Melgrati una sacrosanta battaglia per il “bene di Alassio”. E la doverosa moderazione di un sindaco che nel momento in cui viene eletto non rappresenta più una parte, ma tutti i cittadini? Anche da “tribuno” non può ignorare il suo ruolo istituzionale. A meno che non faccia il torero “modello Berlusconi scatenato”.


Giovan Battista Ferro

Sta di fatto che la concezione del rispetto della legalità, leggi, norme,  ruoli, per alcuni forse è ballerina, soprattutto se ci sono ingenti interessi economici in ballo. Con qualche “macchia” (Grand Hotel e dintorni) non proprio esaltante.

E contro quel magistrato di Savona, a cui nessuno pare abbia mai potuto neppure addebitare “pranzi e cene nell’Alassio che conta”, o ai “tavoli di qualche locale notturno alla moda con brindisi & champagne”. Giovan Battista Ferro ha finito per ritrovarsi su La Stampa con la gratificazione melgratiana di “abuso di potere ed eccesso di onnipotenza”. Di più: <Finchè la magistratura di Savona – allora retta dal procuratore Vincenzo Scolastico ndr – affiderà le indagini a persone senza cognizione in materia urbanistica, la situazione sarà sempre peggiore>.

Potremo aggiungere altro, meglio non rischiare, pur in presenza del “diritto di cronaca”.

Il dottor Ferro, stando a quanto si sussurra negli ambienti legali, non è andato alle udienze che lo vedevano contrapposto, come parte lesa-offesa, a Melgrati; prima davanti al Pm, poi al Gip.

Il magistrato avrebbe ripetuto, tramite l’avvocato Golda, che non aveva rivendicazioni personali da fare, bensì di principio. Il reciproco rispetto dei ruoli istituzionali. I limiti della critica quando sconfina nella “diffamazione” o presunta tale.

Alla fine il battagliero ed estroso Melgrati ha scelto le scuse e la rifusione di danni (non molti, in verità, 6 mila euro; se si considera altri pagamenti multimilionari, a suo tempo fatti dal Secolo XIX, a due magistrati in servizio a Savona) da devolvere esclusivamente ad una Fondazione di beneficenza (Cresci?).

Stessa sorte per le spese legali dell’avvocato Golda il quale, in considerazione della scelta “etica” del suo assistito, ha seguito la stessa strada. Non accade tutti i giorni, o almeno finora non risultano casi analoghi risarcitori che si sappia.

Il quotidiano La Stampa, chiamato a sua volta in causa nel ruolo concorsuale ed “in solido”,  pare abbia accettato di buon grado la “pacificazione-riparazione”.

Scuse e pagamento “simbolico” forse consiglieranno a Melgrati più cautela e “passione” nelle esternazioni future?  A leggere un brano di commento alla sorte toccata a don Luciano, parroco e concittadino di Alassio, non sembrerebbe. Nessuna conferma di un’ulteriore querela ad una frase-commento piuttosto pesante. Ma è presto per dirlo. Vedremo l’evoluzione.

R.T.

LA LETTERA DI SCUSE DI MELGRATI SU FACEBOOK

A freddo risulta ovvio che l’operato del magistrato era legittimo, ispirato alla necessità di chiarire le fasi della costruzione e gli abusi che si erano palesati.

Ma nella concitazione del momento, per me, che avevo seguito questa opera epocale per la città di Alassio, mi sono sicuramente lasciato andare a commenti “pesanti” sull’operato del magistrato inquirente, anche se mai è stato fatto il Suo nome.

Premesso che io sono orgoglioso di poter portare a termine un’opera come il Grand Hotel, che quando sarà aperto, estate 2010, dopo quaranta anni di abbandono, che ha costituito la vergogna di questa città e degli amministratori che si sono succeduti dal 1968 al 1993, sarà il vanto della nostra città, unica struttura a 5 stelle del Ponente, e traino per tutta l’economia cittadina, con un centro termale che sarà il più grande d’Europa per la cura con la talassoterapia.

Ho seguito personalmente la nascita di questo progetto, le difficoltà che lo hanno accompagnato, i problemi tecnici ed economici.

Faccio le mie scuse al pm Ferro, a cui peraltro riconosco grandi capacità ed equilibrio, che spero accetterà, attraverso queste righe pubbliche

Ho  accettato di buon grado, e anche se non è più Natale credo che questo gesto sia il più bel regalo che io ma soprattutto il dottor Ferro potevamo fare, per alleviare le sofferenze di qualche bambino.