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Le figurine del nostro sindaco, già quotate alla borsa infantile, future collezioni storiche…E grazie al mutismo dei consiglieri di maggioranza

 

di Bellamigo


 

 Incuriositi dal sintetico e perentorio ordine del giorno (“Comunicazioni del Sindaco”), abbiamo assistito al Consiglio Comunale  di Loano del 19 gennaio, iniziato in anticipo di almeno dieci minuti sulle  previste  ore 20,00.

Tornando a casa, alle 20,35 circa, solcata la insolita folla dei presenti venuti anche di là da Ô rian da fin ,abbiamo incocciato il vetero compagno Pistarino che ci ha subito investiti : “Ti sei zà foeûa , côntime tüttô”.

 Ma perché deprivare Pistarino cianciandogli pedestremente la cronaca della seduta? Seduti nel solito Bar, ci siamo raccolti su di una linea divergente, però  parallela, ancorché esterna alla realtà fenomenica, scaricandogli il seguente rapporto.

“Egli, intemerato tra Guerra e Cenere, la prima col terso casco d’oro e il secondo…no, con l’ampio volto intento ed il pronto sorriso, dopo alcune cortesi schermaglie sui tempi da dedicarsi alle parole – notevole è stato l’intervento del Presidente del Consiglio che, dal suo angolino di sinistra, ha proposto l’arresto degli orologi, come a  Monte Citorio, per raggiungere termini di senso compiuto nelle proposizioni dei parlanti, oltre i consentiti 5 minuti- si è rivolto al Popolo dichiarando che il ponderoso incarico della Presidenza provinciale non poteva, come logicamente deducibile, convivere con l’altrettanto ponderoso mandato di Sindaco. Non dubitando  sulla continuità delle scelte di un elettorato maturo, avrebbe dunque lasciato, con lacrimoso rimpianto, la poltrona loanese. Nel costante silenzio della maggioranza, con problemi per miopi e  non vedenti che  hanno chiesto, talvolta, di inficiare le sedute per mancanza del numero legale, si è levato, da destra, il lamento della minoranza (di sinistra?). ‘No, non ci lasci, non derelinqua, non abbandoni la  carica che ci consente questa ampia e democratica dialettica; qui, quotidianamente, noi vogliamo poterla incontrare per discutere e soppesare, con ardore e con lo scambio delle grate espressioni di un dibattito sereno, civico  e costruttivo, gli atti della sua amministrazione che è poi anche la nostra; resti con noi !  I nostri bambini (ah, le mamme e i bambini!)  intrattengono la raccolta delle sue immagini tratte  dalle quotidiane pubblicazioni  de “Il Secolo XIX”; già quotate alla borsa  infantile, le figurine del nostro Sindaco sono fonte di future collezioni storiche. Le azioni crollerebbero e, allora, che ne sarà dei nostri figlioletti?’

‘Lo so, Egli ha replicato, senza nulla omettere del vostro dovere di valorosa critica, voi avete cosparso il mio cammino di rose, petali gettati a piene mani sul faticoso percorso, per agevolarmi, suggerirmi, correggere quelli che potrebbero essere i miei errori; a voi devo, nel mutismo dei miei consiglieri, lo stimolo e l’incoraggiamento a fare bene, a fare meglio. Ho così superato e accantonato pareri stravaganti di ministri e avvocati (sempre presenti questi, purtroppo). Ora il vostro  invito esplicito ed implicito, sincero e sofferto,  mi fa riflettere …quasi quasi, rimango!’

  Un applauso accompagnato dal sospiro di sollievo della minoranza ha accolto le ultime parole. Egli  ,commosso, con gli occhi umidificati da un principio di trattenuto pianto, si è alzato in piedi e ha salutato, con ampio gesto benedicente, l’aula della grande mansarda di Palazzo Doria.    

Come potrei, pensava, lasciare Loano! qui, soprattutto, ben più che  nell’aula sorda e grigia della Provincia, devo restare, per dare e raccogliere, con spirito nuovo ed antico, i frutti del ventennale trascorso tra le mura di questa vecchia dolce casa; anzi, si riapre la prospettiva di trasferire il capoluogo della Provincia in un grande palazzo a mare del nuovo porto, come giustamente preconizzato dall’amico che ogni tanto mi ricorda su Trucioli.

La riunione si è sciolta al canto di ‘Ma se ghe pensô alôa mi veggô ô mâ, veggô a me casa e a ciassa illüminâ, riveggô Verzi e me se strenze ô cheû, a Madonnetta e in fôndo lazzü ô meû

Ecco, caro Pista, com’è andata.”

Il vetero compagno è rimasto per un buon momento con l’aria stupita, ma tuttavia non dispiaciuta, di chi non ci ha capito un’acca, tanto da farci pena e allora gli abbiamo  spiattellato: “Ma no, è solo vero che rimane a Loano e in Provincia ,per il resto non è vero (quasi) niente ! Nothing, nada, rien , ninte !”

Non ci crederete, è rimasto deluso.

 

                                                                            BELLAMIGO