THE SIGNATURES
COLLECTION
…Non
pontificando da seggi televisivi, guidati solo dai propri pregiudizi e
dalle ideuzze, occorre lasciar lavorare i magistrati…
di Bellamigo
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Questa maniacale italica posizione è
estranea al nostro modo di considerare la realtà
e le competenze istituzionali. Certo, anche le
sentenze sono criticabili: non per nulla
l’ordinamento prevede tre gradi di
giurisdizione. Ma, prima, occorre lasciar
lavorare i Magistrati e poi, ben considerando
fatti e argomenti resi pubblici dalle decisioni,
si potrà parlare , cercando di non dire
sciocchezze.
Chiarito quanto
sopra, non c’è dubbio che, a prescindere da
aspetti penali, qualche pasticcio i raccoglitori
di firme sopra citati lo hanno fatto.
Ma come, esclamano, stupefatti , alti o bassi
rappresentanti del club berleghista,
abbiamo preso i voti , non basta? |
No, non basta: in democrazia occorre rispettare
le regole. Anzi la democrazia è proprio nel
rispetto delle regole che devono garantire
tutti, maggioranze, minoranze e singoli.
Lo sappiamo, è difficile farlo capire a chi si
pavoneggia di populismo e dittature
maggioritarie che, poi, sono le peggiori.
Anche il fascismo si era avvalso del consenso
plebiscitario della povera Italietta
imperiale.
Ma che qualche pacciugo ci sia stato ce lo ha
confermato il vetero compagno Pistarino.
“Ti sâe, ci ha detto, ho fatto una certa
amicizia con uno importante ,di quelli là, che
prima era socialista, pensa un po’. Gli ho
fatto i lavori in villa, anzi gliel’ho messa a
nuovo. Così, quando ci vediamo, prendiamo
qualcosa al Bar e magari ci giochiamo una
partita a scopa. Mi fa: ‘Ha visto, signor (
me dà ün fastidio, ma intanto…) Pistarino
che pasticcioni i nostri con le firme a
Albenga? Certe cose a voi non capitavano.
Raccoglievate più firme valide che voti (‘sta chi a nô m’è piaxüa…) . Sa, ô
m’ha ditô, io l’ammiro per la sua coerenza,
anch’io sono rimasto un po’ socialista, in
fondo.’
‘Molto in fondo’, gh’ho rispostô.
Se semmô misci a zeûga a scubba.
‘Vede , ô l’ha côntinuon, avremmo bisogno
di uomini come lei, precisi, che sanno fare il
lavoro di partito, che si sanno sacrificare’.
‘Cosa ci vuol parlare di sacrifici ai
suoi, pensano solo a fare soldi e a non pagare
le tasse’.
‘Suvvia, caro Pistarino, non
esageri, anche noi abbiamo i nostri ideali.
Amiamo il lavoro anche noi. Non l’ho forse
trattata bene quando ha lavorato per me ? non le
sono venuto incontro? non l’ho aiutata
quando si è ammalato ?...
Ô paiva Don Rodrigo quande ô ciamma
ô Grisô perché vagghe a cercâghe ô
megô, e lē invece ghe porta i Monatti.”
“Sei sempre sorprendente, Pista,
conosci ‘I Promessi Sposi”?
“Ti schersi ? Lo so a memoria e, in ciü,
ho anche visto a pelicula dei fratelli
Nicotera e l’originale televisivo con
Franco Nero. Vôiâtri l’ei stüdion a scheûa ,
côn fastidiô, mi l’ho lettô per côntô mē
,côn pasciôn !
Va ben, intanto ô s’è distrâeto e a gh’ ho
cianton tre scubbe ,üna darâe a l’âtra.
‘Così, ô l’ha ripresô, ho pensato che lei
potrebbe occuparsi di questo problema della
raccolta delle firme. Lo so che è di sinistra
ma, cosa vuole, ormai… destra , sinistra…
guardiamo all’amicizia. Con lei saremmo sicuri.
Naturalmente il suo tempo…’
Gh’ho fâeto ün alt cô a man che ô ne se
credesse de parlâ de dinâe…
‘No, no, senza offesa , sa, siamo tanto
abituati…’
Noi siamo diversi, gh’ho ditô, uguali ma
diversi.
‘Come vuole, caro Pistarino. Allora
che cosa mi dice, accetta la mia proposta, in
amicizia ?’”
“E tu cosa gli hai detto ?”
“Intanto ô l’ha persô a partīa
Gh’ho
fâeto ün âtro sôrrisô. Ô fa: ‘Si?, grazie
, molte grazie , a presto.’”
“E bravo Pista, così farai questo
bel servizio ai berleghisti ?”
“Cosse ? e ti ciocchi ? se ô s’è credüo
sta balla pezô pe lē. Intanto mi quande ô me
vegne a cercâ a sôn in Val Casotto, da me
cüxin, che ô megô m’a ordenon aria di montagna.
E lē , se ô crede sta balla sôlô pe’ ün sôrrisô,
affari so. Tantô üna balla in ciü o in menô con
tütte quelle che ô ghe cônta ô so
grande Cappô…!”
“Sai cosa ti dico Pista, anche tu
sei proprio un…
BELLAMIGO
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