Qualche
mese fa mi era stato detto
(indirettamente da parte del
sindaco di
Loano,
col quale non sono più riuscito ad avere
un appuntamento, nonostante i
tentativi), che per il momento era
meglio
non
far nulla per evitare contrattempi con
il
Cipe.
Ma i punti sono tre:
il primo è l’incredibile, totale
disinteresse di tutti quelli con cui ho
parlato, inclusi i tassisti
loanesi che l’altro giorno mi hanno
chiesto cosa sto facendo, come se
spettasse a me fare qualcosa; il
secondo è che presto o tardi i
loanesi si troveranno una stazione fuori
mano e allora se la prenderanno con
l’astrologia, così come stanno facendo
per il nuovo porto; il terzo è:
ma davvero non si può fare nulla per
modificare le cose finché siamo in tempo?
E, se c’è sotto
qualcosa, come si fa a capirlo e a farlo
saltare fuori? Mi rifiuto di credere che
si possa portare in questo modo il
"cervello all'ammasso". Per decenni si è
atteso il progetto, chiedo alle persone
di buon senso e "libere": ci rendiamo
conto che creeremo, con l'attuazione del
nuovo tracciato, un danno irreversibile
alla popolazione, all'economia loanese,
alle future generazioni?
Mi sembra immorale
sostenere, come fanno taluni, che si
"tratta pur sempre di un male minore" e
che il "compromesso ha salvato
soprattutto Loano". Una grande menzogna.
Ripeto menzogna che nessuno esperto
degno di questo nome potrà mai
sottoscrivere.
Filippo
Bonfiglietti
LETTERA
INVIATA
DA
ALLAMANDOLA
A
SINDACO
DI ORMEA
ED
AUTORITA'
DEL
PIEMONTE
(Fossati,
Sappa,
Dutto,
Sibilla)
|
Caro Filippo Bonfiglietti,
grazie per il suo interesse sulla
ferrovia Ceva-Ormea e per l'interesse
sul nostro
neo-nato comitato :
http://comitatotrenoalpiliguri.wordpress.com/
Leggendo il suo studio "La ferrovia
Ceva-Ormea una proposta di
privatizzazione per rilanciarla" colgo
l'occasione per qualche commento,
sperando di incontrala al piu' presto
per discuterne personalmente.
Il nostro sito del comitato cita come
esempio virtuoso la ferrovia della Val
Venosta. Ebbene anche quella ferrovia,
nella regione autonoma di Trento, che
sembra oggi una realta' cosi' "lontana
ed efficiente" dal nostro "sistema"
Italia, e' rinata proprio quando ha
avuto la possibilita' di "staccarsi"
dalle Ferrovie dello Stato, o meglio la
rete e' stata ceduta alla Provincia di
Bolzano nel 1999. Era il 1989 quando
Ferrovie dello Stato (che era in
processo di privatizzazione completato
poi come Spa nel 1992) decise di
chiuderla . Nel 1991 poi, gli unici a
comprare i biglietti per la ferrovia
erano i turisti, ragion per cui la
tratta ferroviaria è stata chiusa in
quell'anno.
Ragionare soltanto in termini di
"privatizzazione" quindi credo sia
limitante perche':
- trenitalia sono gia' privatizzate in
sostanza dal 1992 (quindi si dovrebbe al
massimo parlare di "liberalizzazione")
- il profitto della tratta Ceva-Ormea,
anche con una massiccia rinascita del
turismo in Valle non riuscirebbe a
giustificare un investimento privato e
quindi dopo pochi anni ritorneremmo ad
essere nella stessa condizione (un ramo
secco che economicamente non funziona).
La regione Piemonte, non con pochi
contrasti con i ferrovieri, sta tentando
di liberalizzare parzialmente il network
ferroviario piemontese :
http://www.regione.piemonte.it/entilocali/n.-24-del-16-luglio-2009/in-primo-piano/ferrovie-approvate-le-linee-guida-per-le-7.html
Tuttavia anche un processo di
"privatizzazione / liberalizzazione" non
risolverebbe i problemi della nostra
tratta in quanto proprio un processo di
questo tipo, aumenterebbe l' "interesse
economico" nella linea e quindi anche
"la necessita' di trarne profitto".
(Non e' un caso che GTT non sia poi
cosi' interessato alla nostra linea ( e'
troppo Torinocentrica) ... mentre ad
esempio proverei ad esplorare la
possibilita' di gestione con RTT
(riviera trasporti) , la stessa
compagnia che ha comprato la
fallimentare VIANI spa a patto ( a mio
parere) che si utilizzino i treni nella
tratta Ceva-Ormea con degli efficienti
scambi-modali (treno-bus) per Imperia.
(Chissa' se una compagnia che gestisce
principalmente bus, fosse interessata ad
una proposta del genere "??? )
Anche questa purtoppo pero' risulterebbe
una opzione temporanea e molto precaria,
perche' ancora una volta dipenderebbe
dalle decisioni dell'amministrazione di
una "compagnia privata" ...
Credo invece che una soluzione
sostenibile a lungo termine potrebbero
trovarsi in una gestione di tipo
"comunitario / co-comunale "della tratta
dove ad esempio un' "associazione di
comuni", (in Francia la chiamano
co-comunalite') si prende il compito,
insieme ai cittadini (i veri fruitori
del servizio) di gestire la ferrovia a
livello di valle.
Non e' questa una "visone astratta" o
"irreale" ma molto pratica.
Esempi di questo tipo iniziano a nascere
oggi in Inghilterra, proprio per
rivitalizzare delle tratte rurali.
L'Inghilterra, che ha vissuto il periodo
di privatizzazione/liberalizzazione
ferrioviaria degli anni '90, non senza
pochi problemi (incidenti per poca
manutenzione o per mancanza di
comunicazione tra i vari lotti privati )
oggi sta sperimentando degli esempi di
"imprese sociali" anche a livello
"comunale" che possano quindi essere
piu' vicini alle necessita' delle
persone.
Uno degli esempi e' la compagnia Go-Coop
(di cui allego un PDF purtoppo in
Inglese) :
http://www.go-now.coop/
http://www.socialenterpriselive.com/your-news/go-co-operative-track-create-rail-travel-the-future
L'idea e' quella di promuovere
innanzitutto la "mobilita' sostenibile"
come principio per riconnettere piccoli
paesi e villaggi rurali delle regioni
del Somerset and Wiltshire
(l'Inghilterra rurale) e quindi
scoraggiare l'uso privato
dell'automobile anche attraverso "treni
leggeri", servizi bus-navetta tra
villaggi magari non collegati
con servizio pubblico (le frazioni delle
nostre valli) e anche promuovere delle
opzioni di "car-sharing"
(auto-condivisa) cosi' come gia' avviene
nelle nostre citta'. D'altronde se per
andare a Torino, Milano o Genova
scoraggiano l'uso
della macchina, bisogna offrire delle
alternative proprio a quei luoghi poco
collegati con i centri urbani ...
Questo tipo di proposta diventa un modo
per gestire "dei beni" e non delle
"merci" e quindi non fare si' che la
gestione economica sia soltanto basata
sul "profitto immediato" ma ritorni ad
essere "la ferrovia della Valle Tanaro"
di tutti i Comuni della Valle ma anche
un modo "partecipato" di gestione del
trasporto per aiutare a "riconnettere le
persone"....e per prevenire - infine -
processi di "museificazione"
della linea facendola diventare "un
trenino per eventi o matrimoni",
sottolineando invece il "ruolo attivo"
che la nostra ferrovia ha e potra' avere
nella valle, dal punto di vista dei
pendolari, del turismo, della filiera
del legno, del trasporto merci (acqua in
particolare), e del "trasporto
sostenibile" a 365 gradi ...
Spero che al piu' presto di poter
discutere di queste cose in un incontro
in Valle dove abbiamo gia' avuto la
proposta dalla CIPRA
http://www.cipra.org
un'organizzazione che si occupa di
ricerca e protezione della montagna, ad
invitare ad un incontro del
nostrocomitato l'ing. Helmuth Moroder (Merano-Malles)
e principale responsabile / ideatore
della linea ferrovia della Val Venosta
per raccontarci la storia virtuosa della
rinascita di una ferrovia di montagna.
Cordiali Saluti,
Massimo A. Allamandola
ULTIMA
ORA -
Pubblichiamo
nuova
corrispondenza
sul tema
trattato
Caro
Massimo
Allamandola,
ricevo
la sua
E-mail
del 29
dicembre
2009 e
rispondo
subito.
|
1.
Il concetto di
“privatizzazione”, nelle mie note, era
consapevolmente impreciso: voleva solo
significare “togliere la gestione della
Ceva Ormea alle Ferrovie dello Stato,
comunque si chiamino adesso e qualunque
sia la loro struttura societaria” per
almeno due ragioni: la prima è che hanno
ben altre priorità che quella di gestire
“bene” una trentina di chilometri di
ferrovia in una valle sperduta del basso
Piemonte; la seconda è che “gestire
bene” significa cose che con i
regolamenti e i limiti delle Ferrovie
dello Stato non sono compatibili.
2.
Quindi, dal mio punto di vista,
qualunque cosa va bene purché non sia la
“cosa” attuale.
3.
Proprio l’altroieri,
durante un incontro con il dott. Benzo,
Sindaco di Ormea, erano stati messi a
fuoco alcuni punti importanti: il primo
è che una ferrovia del genere va
trattata come un tram, e non come un
treno. Quindi:
a.
Fermate a richiesta ovunque occorrano, e
non necessariamente nelle stazioni
attuali;
b. Biglietti
in vendita ovunque;
c. Il
treno – che almeno nei primi anni non
sarà nulla più che una motrice diesel –
guidato da un conducente che può anche
fare da bigliettaio, come si fa in mezzo
mondo;
d.
Dunque il gestore
ideale, almeno all’inizio, dovrebbe
essere un’azienda municipale abituata a
gestire il trasporto pubblico: e l’idea
di parlarne con l’azienda dei trasporti
di Imperia è saltata fuori da sola come
conseguenza, perché Imperia già gestisce
le autolinee Viani (il cui autobus
potrebbe quindi limitarsi a Ormea),
perché ha già un servizio pubblico e
perché è vicina. Magari prendendo in
affitto la linea attuale (secondo il
suggerimento dell’ing. Croccolo,
Ministero Infrastrutture e Trasporti) e
naturalmente pagando la manutenzione
corrente.
4.
Durante lo
stesso incontro abbiamo parlato anche di
GTT, che ci è sembrata non solo troppo
Torino-centrica, ma probabilmente troppo
interessata a strade ferrate di ben
altro spessore - come quelle della Val
di Lanzo e del Canavese - per perder
tempo in una ferrovia così piccola, così
povera e così fuori di mano. E anche i
funzionari della GTT, sull’argomento, ci
sembrano sempre più tiepidi.
Un’alternativa
potrebbe essere quella di offrirla alla
Regione Liguria, che già gestisce da
molto tempo la Genova-Casella, simile
per dimensioni e per l’impiego come
tram, riuscendo perfino a proporre
avvenimenti inusuali per un treno, quali
celebrazioni di fatti vari inclusi i
matrimoni.
5. Va
rilevato che, qualora si pensi di creare
una società “ad hoc” per gestire la
ferrovia, si rischia di spendere
quattrini per i compensi ai vertici
della società, ancorché inutili. E,
qualora non si disponga di persone
esperte, responsabili e costose, si
rischia di fare gravi errori sia dal
punto di vista della sicurezza che da
quello della gestione, con rilevanza
anche penale: per questo ci è sembrato
sensata l’idea di appoggiarci a chi ha
già la cultura e le infrastrutture
necessarie, a causa della sua attività
pregressa.
6.
In ogni caso, in
materia di ferrovie dismesse esiste un
regolamento della Regione Piemonte – me
lo ha consegnato qualche giorno fa il
Sindaco di Ormea e penso che lo
conoscano tutti, in ogni modo lo allego
per rinfrescare la memoria a chi non se
lo ricordasse – che dà disposizioni in
materia e spiega come si debba fare sia
per rendersi indipendenti, sia per
accedere a fondi a sostegno delle
iniziative di privatizzazione.
7.
Grazie per l’allegato proveniente
dall’Inghilterra. Fortunatamente la
lingua non è un problema per me. Ma è un
documento da leggere e da digerire con
cura, e mi riprometto di farlo nei
prossimi giorni, mentre in questo
momento mi premeva darle una risposta
veloce.
Per ora, a caldo, mi
consenta una perplessità: l’idea che una
faccenda del genere venga gestita da
un’associazione di Comuni mi sembra
proponibile in Inghilterra, ma molto
meno in Italia. Lei riesce a immaginare
i Comuni di Ceva, Nucetto, Bagnasco,
Priola, Garessio e Ormea che si mettono
d’accordo? E che discutono sul dove
mettere le fermate, sul come gestire la
faccenda e, magari, sull’idea di far
proseguire la ferrovia dal Garessio ad
Albenga piuttosto che da Ormea a Imperia
piuttosto che a Sanremo? Io no.
8.
Nel
frattempo, suppongo che lo stesso
problema, “mutatis mutandis”, si dovrà
porre almeno per la Imperia-Borgo S.
Dalmazzo.
9.
Per ultimo, vedo arrivare un altro
problemino da affrontare in Liguria:
buona l’idea di trasformare ciò che
resta della linea ferroviaria attuale, a
raddoppio avvenuto, in un tram (quindi
con i passaggi a livello ma senza
sbarre) prima che qualcuno decida di
smantellare ogni cosa, come è già stato
fatto per i tratti ormai raddoppiati, al
fine di migliorare i trasporti pubblici
e di raccordare i paesi della costa con
le stazioni spostate nell’entroterra in
posizioni fuori mano. Ma, se non si farà
l’impossibile, l’idea non verrà
applicata e l’occasione sarà perduta:
per sempre.
Io, a Loano, la
proposta l’ho fatta anni fa, e sono
stato malmenato. Perché hanno prevalso
le idee di costruire piste ciclabibili,
parcheggi e quant’altro, senza che
nessuno si sia preso la briga di
valutare i pro e i contro delle varie
proposte.
Cordiali saluti,
Filippo Bonfiglietti
|