TRUCIOLI
SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
COPENAGHEN : NESSUN ACCORDO Chissà perché i “fallimenti” non ci stupiscono
più. Chissà perché cominciamo sempre più a mettere
in conto l’inutilità di alcuni appuntamenti dove coloro che governano la
Terra dovrebbero prendere importanti e urgenti decisioni per salvare il
pianeta dal collasso e dove invece si registra un fiasco dopo l’altro. Il vertice di Copenaghen si conclude così con
un accordo definito peggiorativo rispetto a Kyoto. Inutili le manifestazioni di protesta, inutili
le denuncie contro il non-accordo deciso dai soliti Paesi impegnati solo
alla difesa dei loro interessi economici. Paesi che hanno messo in conto
milioni di morti per fame (nei paesi in cui l’aumentata siccità e
diminuisce il raccolto), morti per catastrofi climatiche (alluvioni,
piogge torrenziali, tifoni). La politica ha fallito. <Doveva essere un
processo democratico, fatto dalle Nazioni Unite: qui siamo stati
di fronte a un pezzo di carta scritto da un club esclusivo per i
suoi interessi> Così ha sostenuto il rappresentante del Kenya.< I
paesi ricchi non sono stati capaci di fare un accordo che desse
sicurezza al mondo. Il risultato saranno milioni di morti. Saranno
questi numeri a dare la misura del fallimento>. Così, più di centomila in piazza a Copenhagen
hanno ancora una volta manifestato e altri hanno fatto in tutto il mondo
per gridare ai grandi riuniti nel summit che così stanno
uccidendo la terra. Per ricordare a gran voce che per salvare il clima
dalle conseguenze del riscaldamento globale, bisogna rovesciare il
modello di vita e dei consumi e non con una dichiarazione politica senza
vera sostanza, facendo finta di non uscire dal vertice a mani vuote.
Facendo finta di dimenticare il legame esistente tra diritti umani e
questioni ambientali.
Se i governanti del terzo mondo decidessero di
inquinare peggio di quelli del primo, pensando che questi ultimi hanno
distrutto e continuano a distruggere il pianeta, si accelererebbe la
fine di quel poco che rimane della vita del nostro pianeta. Quale
menzogna potremo raccontare ai nostri figli e ai nostri nipoti eredi di
questo pianeta?
La Conferenza dei servizi sulla Margonara si è
rivelata, come previsto, superflua. Durata meno di un’ora, è stata
aggiornata in attesa che Gambardella porti un nuovo progetto e uno
studio scientifico sulla madrepora degli scogli Margonara. L’imprenditore ha dato la propria disponibilità
a modificare il progetto del porto che verrà elaborato con la
collaborazione dei Comuni di Savona e Albissola Marina. Le idee e i suggerimenti non gli mancheranno,
visto le ultime uscite di Canavese, che sembra voler superare Fuksas nel
proporre «Un percorso sottomarino in plexiglass per visitare l’area
protetta della Margonara >. Lascia stupefatti una simile proposta da parte
di chi poco prima denigrava l’area come zona da riqualificare, e
riteneva solo un pretesto di beceri ambientalisti la presenza di un’area
da proteggere. Stupefatti fino a quando non si ritrova
nelle parole polemiche del Presidente che documentato su Internet sulla
Oculina Patagonica trova conferma alla sua antipatia per questa specie
da estirpare <Visto che i finanziamenti sono privati, non
dipenderà da noi valorizzare quest’area come si conviene>. Sarebbe curioso che riuscisse a convincere
Gambardella della bontà di questa idea, visto il rifiuto di quest’ultimo
ad accettare il valore della realtà ambientale da preservare. Ricordiamo
molto bene il suo recente intervento denigratorio che vedeva
chiamare “cozza” la madrepora. La realtà vera invece è che l’Autorità Portuale
non molla e che di spostare il porto turistico a Miramare non ci pensa
neppure. I punti irrinunciabili saranno quelli su cui s’imposterà la
discussione futura, se discussione ci sarà. Cambiare la forma della diga foranea, pur
lasciandola delle stesse dimensioni ed escludere la Madonnetta
dall’approdo sarà la vera operazione che consentirà ai privati di
realizzare l’intervento, aggirando le disposizioni del Ministero e del
Via regionale. O FAMO STRANO! Dal tornado alla passeggiata subacquea. La
Margonara sembra destinata a stuzzicare le inverosimili
fantasie dei costruttori e degli Amministratori pubblici. Dopo la bocciatura del porto con annesso
grattacielo di Fuksas, il presidente del Porto Canavese ha
lanciato la nuova provocazione: un tunnel in plexiglass per
passeggiate sotto il mare. <Una trovata originale che dà il senso del
nuovo ordine di idee in cui si stanno muovendo gli amministratori per
rendere più accettabile il progetto> così leggiamo su un’importante
quotidiano. Un vecchio ordine d’idee invece, che dietro al
titolo del progetto che potrebbe essere “O FAMO STRANO” nasconde
quelle sono le decisioni irrinunciabili dei privati e cioè la
cementificazione della costa. La discussione su quelle che oggi vengono
chiamate “opere di contorno” continua ad essere preclusa ad un vero
dibattito che per dieci anni si è consumato su quest’opera e che
vedrebbe la sua soluzione un ridimensionamento del porto e nel suo
spostamento alla “zona funivie” come prosecuzione del porto attuale. Invece si continua a stupire e dopo lo spillo
di Così si spiega a quei provinciali di savonesi,
quelli che a dire di Fuksas abitano nella “città nana”, che una cosa
così esiste già a Barcellona, a Valencia e a San
Francisco, continuando a perpetrare la convinzione di una progettualità
importata dove il territorio perde la sua unicità e la compatibilità
ambientale viene snobbata per idee sbandierate come innovazione, che
servono invece solo a sbeffeggiare chi nella difesa territoriale ci
crede. La prova è in una recente intervista, dove
Canavese sostiene «Se l’area viene considerata di pregio ambientale,
è giusto che la vedano tutti e non solo i subacquei». L’architetto dei privati, Gambardella sostiene
di essere contenta di quello che chiama “entusiasmo e fervore positivo”.
<E’ così che avrei voluto lavorare fin dall’inizio! Ogni idea è
interessante e sarà valutata complessivamente nell’ambito del nuovo
progetto, compatibilmente con il conto economico dell’iniziativa». Così anche l’assessore all’urbanistica del
Comune di Savona, Livio Di Tullio, si butta a capofitto sulla nuova
idea che potrebbe portare turisti, gli stessi che un tempo avrebbero
dovuto arrivare con imbarcazioni di lusso e che oggi potrebbero
passeggiare sotto il mare, investimenti permettendo. Così saranno necessarie le cementificazioni di
contorno, vero problema dell’attacco dissennato alla costa, ultimo
territorio appetibile della speculazione che nel mascherarsi da
promotore di sviluppo, persegue una progettazione lontana dalla
partecipazione di chi lo abita.
ANTONIA BRIUGLIA
|