STORIA DELLA LIGURIA AL TEMPO DEI ROMANI
CHI TRADI'
L' IMPERATORE
DI ALBINGAUNUM ?
TITO ILIO PROCULO
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Pochi,
forse, sanno che ad Albingaunum (l'odierna
Albenga) nacque un imperatore romano.
Tito Ilio Proculo, infatti, vide la luce
nella romana Albingaunum ed è un
personaggio storico realmente esistito.
Apparteneva ad una facoltosa famiglia patrizia
di latifondisti . I suoi si erano impossessati
di tutte le terre lungo la piana bagnata dal
fiume Centa. Con traffici di bestiame,
sfruttamento dei latifondi e delle terre per la
produzione di frutta e verdure. Possedevano, i
Proculo,
centinaia di schiavi al loro servizio.
Pare che in quei tempi travagliati per l'impero
romano ( siamo nel terzo secolo d.C.) questa
famiglia di ricchi possidenti terrieri non
disdegnasse pratiche di banditismo e di
pirateria. Tito Ilio Procolo (Titus Ilius
Proculus) si mostrò subito giovane ambizioso,
intraprendente, e con una spiccata propensione
per le armi.
Venne arruolato , come centurione, nelle legioni
romane. Reggeva le sorti di Roma l'imperatore
Probo. Quest'ultimo parve, ad un certo punto del
suo regno, trascurare troppo gli interessi
vitali e la sicurezza delle popolazioni della
Gallia Lugdunense.
Probo, sicuramente spinto dagli eventi
insurrezionali in quelle lontane contrade,
concentrava la sua attenzione sulla Siria e la
Mesopotamia, contro i Sasanidi. Aveva intrapreso
una spedizione militare in quelle remote terre
orientali, anche per sventare una congiura del
generale Giulio Saturnino.
Nel frattempo, in qualità di praefectus urbi,
il generale Proculo era stato distaccato a
Lugdunum (l'odierna Lione). |
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Fu lì che l'Ingauno rivelò doti di grande
condottiero.
Salvò tutta la Gallia Lugdunensis e il suo
centro più importante, Lugdunum, appunto, da
un'invasione delle tribù alemanne che si erano
spinte verso Sud, conquistando una dopo l'altra
le città romane della Gallia.
Gli alemanni vennero, però, respinti dai
legionari guidati da Tito Ilio Proculo con
enormi perdite. La vittoria non tranquillizzò
del tutto gli abitanti di quella
importante regione dell'impero. Si
sentivano sempre minacciati dalle tribù
germaniche che premevano alle frontiere della
Gallia.
E l'imperatore Probo era troppo lontano. |
Fu così che gli abitanti di Lugdunum, nell'anno
280 d.C. offrirono al condottiero ingauno, la
porpora e lo scettro di foglie di alloro dorato
con cui cingersi il capo.
Anche i suoi legionari lo proclamarono
imperatore di Roma. Era il costume del tempo,
sin dai tempi di Settimio Severo, quando i
generali ribelli venivano proclamati imperatori
sul campo dalle loro truppe fedeli. Queste
ultime sostenevano, di volta in volta, gli
aspiranti alla porpora anche perché incoraggiate
da ricchi donativi in denaro.
Proculo accettò la porpora, ma - per consolidare
il proprio potere - volle un alleato che nominò
suo Cesare. Si trattava di un altro generale
romano, Bonoso, Entrambi avevano comandato le
legioni a Colonia Agrippina.
Venne concluso un patto ed i generali ribelli,
nominati imperatori associati dalle rispettive
truppe, si prepararono alle inevitabili
battaglie con l'imperatore Probo. Quest'ultimo
apprese, nella lontana Siria, che i due
"usurpatori" gli avevano sottratto il comando.
La ribellione si era estesa a tal punto da
giungere in Iberia.
Proculo sapeva che la sua famiglia era
imparentata con i Franchi e contava sul loro
appoggio. Inoltre, aveva raccolto un vero e
proprio esercito, arruolando anche duemila
schiavi che
erano fedeli alla sua famiglia e che
aveva raccolto ad Albingaunum. Aveva, oltre che
il titolo, la tempra di un autentico imperatore.
Deciso, pronto a combattere, rapido nelle
decisioni e nell'applicazione di energiche
misure di attacco. Aveva predisposto un piano
accurato per fronteggiare il rivale Probo e da
Lugdunum, anziché attendere a piè fermo, decise
di andare incontro all'esercito nemico per
attaccarlo in una posizione a lui favorevole e
su un terreno che conosceva bene. Semplicemente
perché erano i posti in cui lui era nato.
La battaglia decisiva avvenne nella pianura di
Albingaunum, ai piedi dei monti innevati. Era
pieno inverno. Dapprima, il freddo ostacolò le
legioni imperiali che venivano dall'Oriente ed
erano abituate a climi più clementi. Ma erano
meglio addestrate le forze di Probo e,
soprattutto, più numerose. Vinsero la battaglia,
anche perché qualcuno aveva tradito, informando
Probo delle mosse del nemico. Chi fu il
traditore ? E' un "giallo" storico perché
probabilmente colui ( o colei ) che tradì
Proculo, rivelando a Probo i suoi piani di
battaglia, era molto vicino (a) all'imperatore.
Infatti il tradimento portò alla completa rovina
di Proculo ed alla sua uccisione.
Proculo e Bonoso, sconfitti nella piana di
Albingaunum, vennero costretti a ripiegare a
Nord.
Si rifugiarono, nuovamente, a Lugdunum. Ma gli
abitanti di quella città, spaventati
dall'avanzata delle legioni di Probo, non
sostennero gli imperatori che essi stessi
avevano acclamato.
Le truppe imperiali scacciarono quelle di
Proculo e Bonoso che ripiegarono più a Nord.
Proculo confidava nell'amicizia dei Franchi.
Questi ultimi, invece, lo tradirono
consegnandolo al rivale, che lo fece mettere a
morte. Ma perché ? Chi aveva sobillato i Franchi
solitamente fedeli ? Per quali motivi venne
ordito l'intrigo, chi agiva nell'ombra? Proculo
caduto in mano a Probo venne fatto uccidere,
L' altro imperatore usurpatore Bonoso si
suicidò per sfuggire alla cattura.
Probo inaspettatamente si rivelò clemente e
magnanimo verso la famiglia di Proculo.
Quest'ultimo aveva sposato Vituriga,
soprannominata Sansone per la sua forza ed i
tratti mascolini. Era una robusta donna di
Albingaunum, dai tratti di una virago, ma non
priva di avvenenza muliebre. Sui suoi costumi
sessuali correvano strane voci. Era molto Amica
di Lidia, la sposa dell'imperatore Probo.
Tito Ilio e Vituriga avevano un figlio, Erennano.
Il giovane seppe accattivarsi le simpatie
dell'imperatore e dell'imperatrice , entro'
nelle legioni romane e poi
divenne tribuno della plebe. Così, con
Erennano, la stirpe dei Proculo di Albingaunum
si prolungò nell'antica Roma. Ma non si hanno
notizie storiche certe su fatti ed opere dei
discendenti dell'imperatore ingauno. Fu però
Erennano, improvvisatosi detective, per
usare una parola moderna, ad indagare sulla
morte di suo padre ed a scoprire tutta la verità
sul "giallo" storico della sua condanna a morte.
*Franco Ivaldo,
scrittore e giornalista professionista, ha
pubblicato per i tipi della casa
editrice "Fratelli Frilli " di Genova, il
libro"Inchiesta sul delitto Pertinace" . Publio
Elvio Pertinace nacque ad Alba Pompeia, ma era
figlio di un liberto Successus, nativo di Vada
Sabatia. Era, dunque, l'unico imperatore
ligure-piemontese della storia secolare di Roma?
Per la verità sì e no, in quanto ce n'era un
altro di ligure: l'ingauno Tito Ilio Proculo -
pur se considerato un usurpatore da Probo -
venne nominato imperatore dalle sue truppe e
dagli abitanti di Lugdunum, l'odierna Lione.
Attualmente, sull'imperatore di
Albingaunum
Ivaldo è impegnato a scrivere un
romanzo storico, o meglio - dice lui - un vero e
proprio "giallo" storico ambientato nella
Liguria degli antichi romani. |