TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
MARGONARA E IL PORTICCIOLO DEI CINESI Il porticciolo non c’è più, però c’è ancora: magie
tutte liguri. La conferenza dei servizi del
18 novembre, indetta dal presidente
dell’Autorità portuale Rino Canavese
per dare un’accelerata, mettere alle corde tutti i protagonisti pubblici
e privati e farli dichiarare pubblicamente in modo da procedere, visto
che le cose, dopo la bocciatura del VIA regionale e nazionale e le
ultime dichiarazioni del Sindaco Berruti non si erano messe bene,
è finita così. La Conferenza, contrariamente a quanto sperava
Canavese, non ha tolto le “sabbie mobili” che invece sembrano aumentate. Tre ore per non decidere
nulla, anzi per decidere che si deciderà il 16 dicembre. La pietra dello
scandalo, per i privati proponenti il progetto, sarebbe la Regione che
come ha asserito l’avvocato del costruttore Gambardella, “Non
ha fatto i compiti” e che quindi è l’unica
a dover ancora prendere una posizione ufficiale sulla vicenda. Curioso tutto questo perché il progetto, già bocciato
per incompatibilità dalla commissione sulla Valutazione Impatto
Ambientale della Regione, è stato bocciato anche dal Ministero
all’ambiente e quindi mentre ci si aspetterebbe, in un paese normale,
che non se ne parli più, qui si esige che la Regione si pronunci magari
per approvarlo. Surreale l’intervista al
Secolo XIX di Giovanni Gambardella,
capofila dei privati richiedenti,
che “si è detto ottimista per il clima
favorevole e soprattutto per l’impegno con cui l’Authority e i
Comuni di Savona e di Albissola hanno lottato e difeso la sua
proposta”. Certo, Gambardella deve
essere grato all’autorità Portuale che, dimenticando di essere Ente
pubblico, quindi finanziato dai cittadini, si è molto prodigato per fare
pressioni a favore del progetto, sul Comune
di Savona che se n’è tirato fuori con mille
prescrizioni e poca convinzione, sul Comune
di Albissola Marina
le cui Amministrazioni, prima di centro destra ora di centro sinistra,
in coerenza col partito trasversale dei cementificatori, chiede in modo
alquanto indignitoso di svendere l’ultimo pezzo di territorio di
straordinaria bellezza e di valore naturalistico , in cambio di oneri di
costruzione e di chissà quale altro vantaggio. L’Autorità portuale
avrebbe fatto anche pressioni sulla Regione,
che le sono, però, riuscite meno perché lì le posizioni non sono così
unanimemente favorevoli. Mentre Ruggeri
lo caldeggia, anche se sostiene che la
Regione non può ignorare i “paletti” che gli altri Enti hanno definito,
l’Assessore all’Ambiente Zunino
di Rifondazione e Vasconi
dei Verdi sono fortemente contrari. Ultimamente poi anche il
Presidente Burlando
sembra essere poco convinto del progetto e volersene definitivamente
liberare. Ma Canavese non molla e
durante l’incontro, forse ravvisando elementi di ripensamento da parte
dell’assessore all’urbanistica, si scontra con quest’ultimo dandogli
dell’immobilista,
mentre Ruggeri ribadisce, “che il progetto non è ancora in possesso
degli adeguamenti richiesti dagli enti, nonché delle condizioni già
espresse da Regione e Ministero, e per questo la procedura non è in
condizioni di concludersi”. Insomma il clima non è
dei migliori, ma questo era anche prevedibile, visto le ambiguità che da
sempre hanno caratterizzazione quest’operazione e visto i controversi
atteggiamenti dei protagonisti compreso
l’archistar Fuxas che conscio della forte
opposizione al suo grattacielo sull’acqua, sostiene di essere stato
folgorato mentre era al telefono con un amico e, con un tratto di
pennarello, aver prodotto uno schizzo che chiama progetto di variante. Insomma: sabbie mobili annunciate. Ma c’è chi è impaziente perché sa che il tempo non
gioca a suo favore. Gambardella, amministratore di
Ansaldo, Ilva e di Ferrania deve
costruire. Aspetta da undici anni,
da quando si è avviato il procedimento che gli consente di costruire su
terreno demaniale, quindi pubblico, quindi di proprietà dei cittadini.
Lì con la società Omnia e Spada,
lui potrebbe costruire l’ennesimo grande porticciolo ligure, ma
soprattutto un’inutile torre di centoventi metri sul mare ancorata alla
costa da un’ulteriore inutile colata di cemento che cancellerebbe, di
fatto, la baia.
Lui aspetta da undici
anni. Il suo avvocato fa le battute contro la Regione, che come sostiene
lui ”rendono l’idea”. Sono battute che rendono veramente l’idea, perché lui
si dichiara ottimista, vede un atteggiamento possibilista da parte di
tutti, Regione compresa e sostiene che l’importante è andare avanti. Andare avanti e costruire
il porto perché, incurante delle prescrizioni delle Commissioni
Regionale e Nazionale che intimano perentoriamente la tutela del
territorio della Margonara, ne definiscono le fisicità, le tutele e
problematiche ambientali, dichiara che il suo progetto “
sarà lo sviluppo naturale per quell’area. Se non lo farò io, lo faranno
i cinesi tra qualche anno. Sono dinamiche economiche e di sviluppo che
vanno avanti dovunque e comunque.” Una visione miope e scellerata, ignara delle esigenze
reali di un territorio e della gente che lo abita. Una visione superata
anche sotto il profilo del nuovo concetto di sviluppo economico e
territoriale e soprattutto della qualità della vita che non sono, certo,
materie da imparare dai cinesi. La globalizzazione dei mercati quella che ci ha
portato i negozi e i banchi dei cinesi sotto casa e le fabbriche degli
industriali italiani in qualche cittadina sperduta della Cina, dove le
mancate tutele garantiscono le loro rendite, non sarà strumento di
colonizzazione del nostro territorio, già fortemente compromesso,
facendoci rinunciare alle convinzioni e alle conquiste che centinaia
d’anni di civiltà ci hanno fatto raggiungere. Con buona pace del Dott. Gambardella e di chi spera
di protrarre la soluzione di questa vicenda al dopo-elezioni regionali,
con tutti i calcoli elettorali che questo può voler dire.
ANTONIA BRIUGLIA La sottoscritta e tutta la redazione di Trucioli
aderisce alla richiesta che la seduta della Conferenza dei Servizi del
16 dicembre prossimo, sia aperta al pubblico, approvando
incondizionatamente la richiesta di ITALIA NOSTRA. |