TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
L’OROSCOPO DI TRUCIOLI/ Due personaggi vip del giornalismo savonese Mr. Barbabianca Sr. Capigliatura
Savona – Blogger che
raccontano notizie felici, vicende tristi, ma la buona salute dei
navigatori si cura pure con dosi di buonumore. Il relax da lettura. Ci siamo occupati, nei mesi scorsi, ed anche
prima, di giornalismo locale (ligure e ponentino soprattutto). Perché? E’ un mondo poco raccontato all’esterno,
perlomeno tra le firme che sono meno abituali ai lettori. Senza contare
tutti quelli che abbiamo perso per strada. Meno fortunati o senza “santi
in paradiso”. Eccezioni escluse. Si scrive e si legge di tutto, fuorché del loro
ring. Senza guantoni, ma armati un tempo di macchine da scrivere,
telescriventi, stenografi, oggi di tecnologie all’avanguardia, al passo
con i tempi. L’inseparabile amico-nemico computer, il desk. In primo piano ci sono i “capi”, parliamo a
livello provinciale e regionale. Alle prese con tanti problemi di
routine e di confezione giornaliera del prodotto-giornale. Accade
raramente che abbiano il tempo di scrivere, apparire, esibirsi. E quando
lo fanno esprimono “l’opinione” forte, la linea maestra del giornale,
della redazione, mai personale. O almeno dovrebbe essere cosi. “Capi” alle prese con le pagine, tante, sempre
di più, in tempi sempre più ristretti. Non solo, c’è il problema del
rispetto delle risorse di bilancio, in tempo di vacche magre. Impegnati
in contatti all’interno e all’esterno (generalmente quelli che
“contano”) della redazione. Le grane varie che non mancano. La
nevrosi-insidia resta in agguato. L’uomo di strada ha qualche difficoltà
ad avvicinarli. Di persona o al telefono. E quando accade sono concisi.
Non potrebbe essere altrimenti in questa piramide
socio-professionale-organizzativa. In costante allerta sull’andamento delle copie
vendute, ma pure sui ricavi pubblicitari, pressati dalle iniziative
promozionali. Insomma i veri artefici delle edizioni locali. Decidono
l’importanza della notizia, la collocazione nelle pagine, a volte ci
consigliano, altre volte fanno da soli. E agli addetti ai lavori non è
certo incomprensibile. Scelgono, magari col bilancino, i temi e gli
interventi più “scottanti”, il taglio da attribuire alla notizia,
l’eventuale approfondimento. Oppure meritevole della “sordina”.
Verificano i titoli di maggiore impatto, valutando il soggetto e
l’oggetto trattato. E ancora, a chi, tra i redattori, affidare un
servizio, al di là della presenza costante e preziosissima dei
corrispondenti locali. Più o meno veterani. A volte decidono di
assegnare “l’angolino” del castigo. Più o meno lungo. Ci sono i redattori “specializzati”, ognuno ha
un settore. Con i corrispondenti locali sono i giornalisti più noti alla
platea di lettori, rispetto addirittura a chi ha le redini vere. Fa
“promozione” all’autore la firma costante e ripetitiva. A Savona si concentra, sia per Il Secolo XIX,
sia per La Stampa, il coordinamento del ponente ligure (per il
quotidiano genovese) e dell’intera regione per il concorrente torinese.
Una scelta strategica, qualificante. Veniamo ai “big” della settimana.Trucioli ha
messo insieme una simpatica fotografia di Gianpaolo Carlini
ripreso nei giorni scorsi dal fotografo del giornale in occasione del
referendum “casalingo” del Comitato di Villapiana. L’immagine
riproduce pure la “testina” , datata 30 maggio 2006, di Sandro
Chiaramonti. E’ lui il sommo capo ligure dello storico quotidiano
degli Agnelli e della Fiat. Chiaramonti, qualifica di
capo redattore. Una carriera tutta a Savona, iniziata nei primi anni
’70, professionista dal 26 maggio 1976. Diventato infaticabile
viaggiatore-pendolare (auto o treno) tra Torino e il nostro capoluogo.
Un longevo della redazione centrale, un primato pare unico in Italia.
C’è il mitico e mite Ivo Pastorino, il più anziano della
redazione locale, ma al giornale è arrivato dopo aver lasciato La
Gazzetta del Popolo). Anche a La Stampa i direttori “vanno e
vengono”, il Chiaramonti savonese resta, resiste. A tutte le
intemperie. Ai tramonti. Chi rappresenta l’editore ha sempre avuto in
lui un punto di riferimento affidabile e insostituibile. Come non
dargli merito e che merito! Visto che, negli stessi anni, Il Secolo
XIX-Savona di “capi” ne ha “alternati” dieci. Volenti o nolenti (in
quanto a partenze). Per tornare al Carlini valbormidese
bisogna rifarsi alla sua gavetta del mestiere; da corrispondente di
strada per Il Secolo XIX, a capo servizio a Savona e vice del
“grande capo”. Nascita ad Acqui Terme, di fatto un cairese
benvoluto, di cuore, estroverso quanto basta per radicarlo alle origini
operaie. L’abito non fa il monaco. La sorte vuole che tutti i due “capi” abbiano
in comune lo stesso segno zodiacale, il cancro. Il 6 luglio 1950 nasce a Savona
Alessandro Chiaramonti, il 10 luglio 1951 tocca Giovanni
Paolo Carlini. Abbiamo chiesto ad una “maga di successo” della
campagna albenganese (la gente fa la fila già all’alba) di esporci
l’oroscopo, muniti delle foto. <Salute- Ottima, momenti di
spossatezza da tensione, tendenza a rifugiarsi nella pigrizia. Saranno
longevi. Erotismo – Cogliere le avventure irripetibili. Amore
– A volte preferiscono serate di intenso romanticismo e di grande
armonia di coppia. Con l’età resta la vocazione verso il partner della
prima ora. Lavoro – Per questioni economiche chi è nato sotto
questo segno tende ad allungare l’attività lavorativa. Anche se amano le
vacanze, ed in modi diversi, riescono a divertirsi.> Visto che ci avviciniamo al Natale,
meglio anticipare auguri e buoni consigli. Restate fedeli alla vostra inconfondibile barba
e alla vostra acconciatura rock. Sono lontani gli anni che dalle colonne liguri
de La Stampa si esaltavano i “lavoratori” capelloni nel settore
esercizi pubblici e alberghiero. Da futuro radioso. Si promuoveva
il codino persino tra gli alunni delle scuole alberghiere, come
conquista dei tempi. Non conosciamo le statistiche del successo di
quel “bon-ton” sul posto di lavoro (bar, ristoranti, alberghi). Sappiamo
che a La Stampa-Liguria non è il la barba lunga e la capigliatura
folta a far la differenza, ma la meritocrazia conquistata sul campo (R.T.) |