Guerre stellari. La fallita invasione del
Pianeta delle Libertà
SUPERMAN IN LOTTA CON
IL BIMBO DEMOCRATICO ANTI-MATERIA
CREATO IN LABORATORIO
di FRANCO IVALDO *
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La vita
sul Pianeta delle Libertà trascorreva
spensierata e gaudente ed i suoi abitanti,
prosperi e felici, mai più avrebbero immaginato
che sarebbe cominciata, con l'anno 2012 , l'era
tremenda delle guerre stellari che avrebbe
sconvolto l'universo tranquillo dei sudditi
beati di Silvio Superman. Certo, vi era stato
l'avvertimento del calendario dei Maya; esso
prevedeva, per quella data fatidica, uno
sconvolgimento cosmico.
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Vi
erano stati ,insomma, segni vaghi ma premonitori
del fatto che qualcosa stava andando storto
nella pax
berlusconiana
imposta dal regime Fininvest-Mediaset al Pianeta
delle Libertà.
Superman era praticamente invincibile, ma aveva
un tallone d'Achille. Non di Occhetto che ormai
- come dicevano i medici democratici - aveva
perso la sua influenza, bensì un elemento per
così dire naturale apparso nel firmamento , dopo
l'esplosione della galassia giustizia. Un
elemento simile alla kriptonite, per toccarlo
bisognava avere le mani pulite ed indossare i
guanti procurati apposta dalla Procura di Milano
. Il misterioso elemento si chiamava dipietrite,
era un materiale custodito in speciali ambienti
dalla setta cosmica delle toghe rosse ed era
visto come il fumo negli occhi da Superman, il
quale, se c'era dipietrite nelle
vicinanze, si indeboliva senza quasi poter
reagire con le proprie risorse abitualmente
enormi e di fatto inesauribili. A parte la dipietrite - la
cui presenza era stata segnalata in piccole dosi
in quasi tutte le aree del Pianeta - Superman si
faceva gli affari suoi e, quando si trovava in
via Veneto, si concedeva un tocco di dolce vita,
sfrecciando sulla sua potente Super- Escort,
macchina stellare la cui carrozzeria
aerodinamica faceva voltare i passanti
invidiosi. Soprattutto i passanti di sinistra,
invidiosi per natura. La macchina gliela aveva
regalata Batman, un suo amico pugliese. Poi, a
volte, lui sfilava in corteo in mezzo ai suoi
seguaci esultanti e, brandendo la spada al laser
azzurro e tenendola in alto, gridava alla folla
plaudente: “La forza italia sia con voi.” Ma
veniamo al punto, al
Fatto quotidiano,
o per meglio dire al fattaccio. In una pergamena ermeneutica
di antica saggezza, un oracolo greco-romano,
Francesco Rutelli, aveva scritto parole
profetiche circa la crisi che rischiava di
investire un pianeta poco distante dal suo, il
pianeta all'acqua di rosy socialdemocratico
chiamato PD (Pochi ma Decisi ) . In
questo pianeta – aveva scritto Rutelli nel
manoscritto intitolato
La Svolta. Lettera ad un
partito mai nato -
quel che manca è l'energia centrista, poiché le
centrali della sinistra tradizionale e di quella
socialdemocratica sono esaurite in tutta Europa.
Premonizione chiara e lungimirante. Ma quelli
del Pianeta PD non ne avevano tenuto conto,
mantenendo le loro astronavi su una vecchia
rotta desueta, obsoleta, come dire, su un
binario cosmico morto. Da qui la crisi che li
aveva colti di sorpresa. Un bel giorno, anzi un
brutto giorno. Avevano reagito convocando le
Primarie. Il
profetico Francesco Rutelli si era ritirato a
meditare, assieme all'astrologo e filosofo
veneziano Massimo Cacciari, il quale era tornato
ai suoi studi nell'Università lagunare appena
fondata, lasciando per sempre il mondo politico
e subatomico dei quark, dei neutroni, dei
neutrini, dei protoni, dei gluoni, dei bosoni
vettori intermedi, delle Camere di Montecitorio
e di Palazzo Madama. Cacciari aveva esclamato:
“Con gli errori commessi dalla Bindi ci potrei
scrivere un libro di astrofisica sulla teoria
dei bootstrap,
delle stringhe che
fanno inciampare e degli adroni o androni da
evitare. Ma preferisco andarmene e lasciare la
camera a bolle delle alte energie e delle
collisioni da destra a sinistra verso il centro
dei campi elettromagnetici dei laboratori del
CERN di Ginevra. Me ne torno in Laguna.
“Che lacuna, per i democratici, la mancanza di
Massimo Cacciari!” aveva esclamato il gondoliere
Galan. Gli
abitanti del Pianeta PD si erano riuniti a
congresso. Circa tre milioni. Indecisi sul da
farsi. Alla fine, convinti indirettamente dalla
profezia di Rutelli sulla via da seguire,
avevano dato incarico al ginecologo Pierluigi
Bersani di creare questa forza mai nata, questa
mitica creatura, composta di anti-materia,
capace di affrontare le sfide
turistico-commerciali del Pianeta delle Libertà,
da sempre loro concorrente ed acerrimo nemico. Il
ginecologo Pierluigi Bersani – coadiuvato in
laboratorio dal chirurgo Marino Marini e il suo
complesso nonché da vecchi amici
d'infanzia don Franceschini, il teologo Fassino
e il governatore dell'Alabama, Veltroni -
aveva convocato anche la levatrice Rosy Bindi,
per assistere il nascituro. La Bindi aveva
sconsigliato il parto cesareo. “Lasciamo fare
alla natura ed agli alambicchi delle Primarie
che sono state un grande successo democratico di
critica e di pubblico.” aveva detto, convincente
come sempre ed ascoltatissima la socratica
levatrice. Marino, in quanto chirurgo,
si era detto d'accordo con la levatrice dato il
suo status di super-woman dei democratici. |
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Insomma, era nato il bambino
del PD composto da anti-materia e da particelle
anti berlusconiche, le cosiddette anti
particelle di Dio ed in piccole dosi da
dipietrite. L'aveva annunciato Bersani a
Rutelli, invitandolo a tornare. Ricalcando
metaforicamente il famoso libro di Oriana
Fallaci (“lettera ad un bambino mai nato”)
Rutelli aveva parlato di “partito mai nato” e
Bersani, rimanendo nell'immaginario del bambino,
gli aveva rivolto l'ultimo messaggio: “Francesco
torna, accetta la sfida. Il bambino sta per
nascere. Alleviamolo assieme.” Niente. Era
troppo tardi. Ma la creatura capace di
sconfiggere quelli del Pianeta delle Libertà
ormai c'era. Era venuta alla luce planetaria.
Viva e vegeta, come i suoi padrini politici, che
decisero di tenersela e di lanciarla contro
Superman.
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“Facciamo finta di niente.
Che la nuova creatura del PD sia a scopi
pacifici, energia nucleare sì ma pulita.
Facciamo credere a quello là che non si tratta
di antimateria, di dipietrite capace di
annientare sia lui che il suo Pianeta delle
Libertà del cavolo!” In realtà i due mondi non
potevano venire in contatto senza annientarsi.
Materialismo ed anti materialismo, come -oltre a
Francesco Rutelli – aveva profetizzato Karl
Marx, autore di un libro sulla caduta del muro
di Berlino e sulla Caduta ineluttabile di massi
sulla via Aurelia durante la famigerata stagione
delle piogge. Qui,
occorre aprire una parentesi spazio-regionale in
vista di quel buco nero che appaiono essere le
regionali di marzo.“Guardati dalle Idi di marzo”
aveva detto la veggente Melandri al governatore
siderale della Liguria, Burlando. Ma Burlando,
abituato a guidare la sua astronave contromano,
non volle sentire ragioni di sorta e volle
andare controcorrente nell'iperspazio. Ne
approfittarono proprio i suoi avversari politici
locali,Biasotti in testa, i quali denunciarono
in primis
che in Liguria era tutta una frana. “Fischia il
masso, il nome squilla da Lavagna a Ventimiglia,
la via Aurelia è tutta una poltiglia. Da
Borghetto a Capo Noli, dalle Funivie di Savona a
Finale tutto va proprio male, e nel Garbasso è
un vero Malpasso. Chi ha messo le rotatorie, ha
perso la testa altro che storie! Fischia il
masso, il nome squilla e Vaccarezza, il ragazzo
di Portoria, sta gigante nella storia... ” con
questo inno di battaglia, la macchina della
destra, bene oliata dal ministro Scajola (il
quale, essendo imperiese, di olio se ne
intendeva) partì all'attacco della Regione,
delle Province, dei Comuni delle Comunità
montane, delle Asl, delle Società di mutuo
soccorso e di altri enti praticamente
inutili . Tutte le regioni del pianetino Italia
erano minacciate dall'invasione azzurro-verde
della Lega Intergalattica. Così,
per risolvere una volta per tutte i problemi
nazionali e locali della costellazione della
sinistra e dei pianeti rossi, l'ayatollah
Massimo lanciò la campagna Cheese (sorriso, non
formaggio) . Inviò una missione
extra-comunitaria in tutto l'impero galattico
per informare il Consiglio Supremo dei
Ventisette che lui era disposto a parlare a nome
di tutti, nei panni di ministro degli Esteri.
Venne sostenuto , essendosi presentato col
ramoscello d'Ulivo e con la colomba della pace,
persino dall'ingenuo Superman, il quale – nella
sua naturale innocenza agreste – mai e poi mai
avrebbe potuto credere ai sotterfugi degli
abitanti del Pianeta Rosso, quei marziani del PD
. Superman sapeva che volevano fargli la
festa, ma interpretava la frase, letta in
un editoriale di Gianni Letta su
Libero,
nel senso che volessero festeggiarlo al suo
apparire, come facevano di solito i miti e
pacifici abitanti del Pianeta del popolo delle
libertà. Felici e beati della loro guida suprema
che non avrebbero scambiato – neppure i
romanisti – per cento figurine di Totti. |
Tremonti e La Russa |
In realtà, alcuni lo avevano
avvertito dell'imminente pericolo. Ad
esempio, lo aveva messo in guardia il
dark man,
Mefisto la Russa, prefetto delle caserme dei
pretoriani, eppoi anche Giulio Tremonti, l'uomo
ragno (spider man) che tesseva la tela
finanziaria ed economica del Pianeta. Spider Man
aveva avvertito Superman: “Fidarsi è bene, non
fidarsi è meglio. Come dico sempre al mio amico
della costellazione del Drago, il governatore di
Banka Italia, Draghi. ”
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Superman, repentinamente inquieto, consultò i
tre massimi esponenti dell'Urbe megagalattica,
Sua Sufficienza, Gianfranco Fini, l'ago della
bussola planetaria, Pier
Ferdinando Casini, detto “mi spezzo, ma non mi
spiego” e il saggio super partes del
Colle, Napolitano. Si espressero ciascuno in
maniera diversa ma con prudenza e cautela. Senza
sbilanciarsi troppo né a destra, né a sinistra.
Come conviene ai perfetti centristi, agli aghi
della bilancia, agli arbitri istituzionali che
non possono mai nella maniera più assoluta
prendere fischi per fiaschi. Altrimenti,
scusate, che arbitri sarebbero, come dice sempre
Cassano. Per riassumere i pareri dei
tre saggi, Fini disse: “L'importante è tenere
accesa la fiamma, ma quanto al combustibile non
è il caso di fare di ogni erba un fascio. La tua
mano destra non sappia mai cosa fa la sinistra.
L'importante non è avere sempre le stesse idee,
l'importante è cambiarle sempre, così da essere
assolutamente coerenti nel cambiamento. A parte
Ignazio La Russa, noi non siamo in una caserma.” A
questi giudizi criptici ed alla loro
interpretazione, lo staff del Pianeta delle
Libertà dedicò lunghi ed approfonditi studi
durati oltre un triennio. Pier Ferdinando Casini
sentenziò: “Per le alleanze regionali andremo da
soli. Se non andremo da soli vuol dire che
andremo accompagnati. Ma non dobbiamo
dimenticare che chi va con lo zoppo impara a
zoppicare. Quindi, per ora, decido che la
migliore decisione è quella di non decidere.
Tengo le mani libere perché i piedi mi servono
per dare un calcio nel sedere all'alleato
scomodo che mi ha eventualmente stufato e che
non mi fa più ridere. Se dovessi procedere a
mani libere, anziché andare a piedi potrei anche
salire su un carro. Purché sia quello del
vincitore...” Il più
venerabile, saggio e
super partes
dei tre disse semplicemente:”Tutto l'universo è
paese...”, “Mai lasciare la rotta stellare
vecchia per la nuova”... Infatti, i democratici, in
fin dei conti, dovettero rimpiangere di aver
abbandonato la strada vecchia per la nuova. Il loro bambino – strada
facendo – si era iscritto all'Università
riformista e riformata di Maria Stella Gelmini. Lezione
dopo lezione, il virus del capitalismo si era
insinuato nella tenera mente della creatura che
avrebbe dovuto guidare (con le sue doti
naturali) l'invasione del Pianeta delle Libertà
, con una strategia nuova e vincente; il bambino
democratico, il nuovo partito che era poi quello
vecchio da quindici anni dall'Ulivo ai
Democratici - per uscire di metafora e far
entrare Luciana Littizzetto, come dice Fabio
Fazio - anziché rafforzarsi con gli
elementi tattico-strategici a sua disposizione
(anti berlusconismo, anti-materialismo, anti
capitalismo, di pietrismo giustizialismo
assoluto) il nuovo partito, dicevo, venne in
contatto con il mondo dei quattrini e dello
spettacolo, cioé con gli atenei universitari,
coi poteri forti, insomma, si deteriorò
corrompendosi dallo stampo originario di
Marx-Engels e Lenin, il trio che aveva vinto il
Festival Rivoluzionario della Piazza Rossa, con
Vasco Rossi come ospite d'onore. Insomma, il bambino di
Bersani fece la fine del maoismo cinese divenuto
capitalista ed individualista, salvo fare le
pernacchie ad un abitante del pianeta più alto
del mondo, il tibetano Dalai Lama, che ci
rimaneva malissimo e si consolava registrando
l'adesione al buddhismo di Richard Gere e di
altri attori americani ed inglesi. |
Veltroni, Obama |
Il bambino democratico,
dicevo, anziché fare irruzione attraverso il
ponte levatoio incautamente abbassato da
superman nella fortezza del pianeta azzurro,
frequentò un gruppo di veline, poi dando ascolto
ad un cattivo maestro, certo Piero Marrazzo, un
laziale che aveva sperato fino all'ultimo
inutilmente di vincere lo scudetto nella
finalissima trans-escort, volle trans-migrare
nel mondo del mistero. Giunto a Washington
commise l'errore imperdonabile di entrare alla
Casa Bianca, senza farsi annunciare.
Il
presidente Obama stava facendo la
pennichella nella sala ovale e si irritò
moltissimo per l'intrusione non preannunciata.
Durante la pennichella, se proprio doveva
rinunciarvi per forza di cose, Obama accettava
di vedere una sola persona in cui aveva piena
fiducia, il governatore dell'Alabama, Walter
Veltroni. |
Insomma, respinto da questo e
respinto da quello, la speranza dei democratici
finì a Wall Street e lì davvero cominciò a
frequentare brutte compagnie. Era il tempio
cosmico dell' alta finanza e della Borsa
galattica. Un
banchiere di Wall Street si era appena
beccato l'ergastolo in un carcere di lusso ed
aveva lasciato dietro di sé alcuni opuscoli
eversivi: “Come vivere alle spalle dei fessi per
tutta la vita e trascorrere una vecchiaia
tranquilla e serena in un carcere di massima
sicurezza (con l'insicurezza che c'è fuori),
insomma in un carcere a cinque stelle.” Il libro era stato letto da
molti. Ma solo quelli della setta degli
illuminati potevano capirlo e rarissimi iniziati
della P2. Il bambino del PD non ci aveva capito
nulla. Beppe Grillo, interpretandolo a modo suo,
aveva fondato il Movimento a cinque stelle che
era stato imprigionato dall'implacabile regime
in un blog, in un face-book ed su un web di
Internet. Insomma, non facilmente accessibile
alle masse di cui parlavano Marx, Engels e
Lenin. E cui accennavano il mago Harry Potter e
la strega buona Mary Poppins. Per farla breve e,
soprattutto, per farla finita con questa storia
dirò semplicemente che l'invasione spaziale del
PDL da parte della armata rossa delle astronavi
del PD fallì miseramente, superman ancora una
volta aiutato più dalla fortuna che dalla
preveggenza, ottenne il vero risultato che gli
stava a cuore fin dall'inizio: sposare la
levatrice del PD, super woman, Rosy Bindi, di
cui si era segretamente e perdutamente
innamorato, una sera, a Porta a Porta. “Va bene
– aveva detto Rosy Bindi accettando di convolare
a giuste nozze , con l'odiato-amato super man
(un rapporto amore-odio) ripartiamo pure col
piede giusto, se prometti di essermi fedele;
ripartiamo facendo tabula rasa dei vecchi
dissapori da Anno Zero.” Super Man aveva promesso in
una notte di plenilunio sull'ultima spiaggia in
riva al mare. E' noto: promessa da marinaio. Il
bambino democratico, comunque, divenne
presentatore in una rete televisiva gestita da
Mediaset. Lo stratega Massimo D'Alema si tenne
il suo posto di ministro degli Esteri
galattico-stellare, il Trio del PD ebbe un
successo clamoroso al Festival di Sanremo con la
canzone “C'era una volta una gatta di sinistra
che aveva una macchia rossonera sul viso ed una
vecchia soffitta vicina al mare con una stellina
che le sorrideva e se ne tornava su. Ora non
abito più là, tutto è cambiato non abito più là.
Abito a Milano, ma io ripenso a una gatta che
aveva una macchia rossonera sul viso e una
vecchia soffitta vicino al mare con una stellina
che le sorrideva e se ne tornava sù.” In
questo firmamento politico -calcistico, in
questo universo parallelo, solo le stelle
stavano a guardare. Come gli juventini moggi,
moggi, ma bene intenzionati a fregare Inter e
Moratti, sul filo di lana. Faceva freddo e tutti
erano corsi a comprarsi sciarpe di lana:
blucerchiate, rossoblu, giallorosse,
biancoazzurre, rosa-nere, giallo-blu. Alcuni per
sfuggire ai rigori dell'arbitro inverno erano
andati sugli asteroidi più vicini al Sole, veri
e propri paradisi fiscali. Alcuni erano poi
tornati col grisby e con la garanzia dello Scudo
termico, progettato contro le basse temperature
dai fisici della meccanica quantistica, Carlo
Rubbia e Giulio Tremonti. Gli altri, tutti gli
altri, stufi del teatrino della politica, erano
già usciti da un pezzo dalla sala buia per
tornare alle loro case, dicendo a sé stessi :
Brutto film a luci rosse. Inutilmente violento e
diseducativo. Dovrebbero vietarlo ai minori di
diciotto anni ! L'astronoma Margherita Hack
aveva chiesto al botteghino che le rimborsassero
i soldi del biglietto: “Questo guerre stellari è
una bufala, fideistica ed insulsa. Non mi è
piaciuto: ridatemi i soldi. La prossima volta
chiederò al regista Bertinotti di Rifondazione
Cinematografica di fare lui una bella pellicola
da Premio Oscar !” Sulla
strada del ritorno, il grosso pubblico – faceva
davvero freddo – si fermava qualche istante,
vicino al fuoco di un venditore di caldarroste
stellari (cinque stelle arrostite calde, calde
per un euro).Il venditore ambulante, Beppe
Grillo, ad alcuni, per simpatia, le
caldarroste le offriva gratis. Dicendo ai
passanti più anziani:”Venite qui a
riscaldarvi,accanto al fuoco dell'avvenire,
lasciate perdere quelli là della politica
ufficiale. Sono dei pezzi di ghiaccio.” E su tutto l'universo
politico e parallelo calò il gelo. Aveva vinto
ancora una volta, spegnendo i bollori
dell'estate dei veleni, il generale inverno.
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