TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
L’ERA
DELLA STUPIDITA’ Le notizie che, sempre più frequentemente,
arrivano sui disastri ambientali non ci colpiscono più. Per lo meno
prestiamo attenzione al numero di vittime che, in quella frana,
quell’inondazione, quello smottamento, si sono contate, ne
rimaniamo temporaneamente costernati o dispiaciuti, ma poi
dimentichiamo. In Italia ormai, da qualche tempo, si potrebbe
recitare il ”Dacci oggi la nostra frana quotidiana!”
e non si peccherebbe di cinismo, perché negli ultimi quarant’anni, le
frane, sono state 15.000. Di chi è la colpa? Appena successo, qualcuno se
lo chiede ed è pur vero che le frane hanno origini fisiche e geologiche
quindi naturali, però è provato anche che da decenni, anche qui in
Liguria, l’uomo ci abbia messo del suo. Ha costruito, dove non doveva, palazzi e
strade. Ha sbancato, disboscato quello che gli incendi non hanno
cancellato. Anche qui in Liguria, come a Messina
e a Ischia, l’uomo colpevolmente ha costruito senza curarsi
minimamente dei rischi che il territorio avrebbe potuto, un giorno,
correre. Il disinteresse verso il degrado idrogeologico
si è perpetrato negli anni, sommando interventi su interventi, eppure i
segnali del dissesto ci sono stati e continuano a esserci ma, nell’era
della stupidità, continuano a essere ignorati. Alcuni esempi a Savona e dintorni. Movimenti franosi ripetuti
sulla Via Aurelia tra Celle e Albisola, o nel tratto da
Albissola a Savona, o da Noli a Spotorno, che provocano continui
indebolimenti del territorio scosceso che costeggia la strada e lunghi
lavori con continui restringimenti di carreggiata, quando non è
l’interruzione del passaggio veicolare come recentemente nel caso di
Noli. Distacchi di porzioni di territorio collinare o
roccioso, come quello avvenuto proprio lo scorso anno in Valloria,
che ha imposto la chiusura di una parte di Via Scotto al traffico
veicolare, ma che ha soprattutto, ulteriormente, testimoniato come
quell’area sia estremamente vulnerabile sotto il profilo idrogeologico a
causa della massiccia edificazione e grave manomissione del terreno. Continui movimenti franosi nelle colline
delle Albissole e del savonese o allagamenti improvvisi che
testimoniano come l’edificazione selvaggia di questi ultimi decenni
abbia perseguito uno sfruttamento e un consumo del territorio senza
rispettarne i limiti, ma col solo obiettivo di acquisire rendite e
profitti spesso speculativi. I colpevoli. Anche qui, come nel resto d’Italia, non ci sono
scuse. I colpevoli ci sono: sono, nei Comuni e in
Provincia, tutti quelli che hanno permesso che si facesse scempio di
un territorio estremamente fragile come quello ligure; quelli che non
hanno eseguito gli adeguati controlli; che, affamati di entrate, hanno
barattato con oneri di urbanizzazione, la salute di un territorio e
tutto quello che a essa è legato. Curioso, pensare che, da decenni, a corredo di
ogni progetto in visione alle Commissioni Edilizie Comunali, sia
richiesta la relazione geologica del terreno dove la
costruzione andrà a collocarsi. Tale relazione è indispensabile per il
completamento della pratica, garantendo forse la sopravvivenza economica
dei geologi, ma spesso non è neanche letta, né i geologi sono mai
stati protagonisti di rivendicazioni e di battaglie in merito, ad
esempio nella redazione dei Piani Regolatori Comunali che
prevedono l’edificazione in questa o in quella zona. Nessuno, inoltre, ha mai preteso la messa in
sicurezza dei territori, anzi meglio tacere, per non alzare i costi o
peggio non far perdere l’appetibilità dei terreni stessi e la loro
rendita. I denari stanziati dallo Stato sulla
prevenzione del rischio idrogeologico, in questi ultimi anni poi, sono
stati dimezzati, quindi meglio non scomodare geologi, meglio non
indagare se sotto quell’avvallamento magari scorre una falda, bisogna
solo sperare che non succeda nulla o sperare che, domani, il danno sia
minimo e soprattutto non ci siano morti. Oggi si può solo sperare che un po’ di rete
riesca, ancora, a trattenere i costoni sulle strade e tutta
l’edificazione che preme su questi ultimi, nel caso dovesse poi
succedere l’ennesima tragedia, si possono sempre ottenere i fondi per le
calamità e rimborsare chi ha avuto danni. Battere cassa sul dissesto. La politica del battere cassa con il
cemento senza valutarne i rischi legati alla conformazione
territoriale, continua a perpetrarsi con la stessa convinzione, anche
se, oggi tutti sappiamo cosa sia il dissesto idrogeologico e il vero
degrado portato dalla costruzione dissennata e dalla manomissione
criminale del territorio . Ettari di colline sopra Albissola Marina
completamente disseminate di costruzioni con altrettante strade che si
snodano sui diversi livelli e mantenute da vistosi muraglioni , gli
stessi che a mala pena sembrano faticosamente reggere i costoni e le
rive scoscese del Valloria, dove comunque è di questi giorni la notizia
dell’ennesimo progetto della stupidità: la
costruzione di altre tre palazzine!!! . Le frane continue non bastano, si costruisce
ancora, si rischia e rischiano, in prima persona, proprio coloro che in
quelle palazzine andranno ad abitare, perché, nell’era della
stupidità, le notizie sui disastri ambientali non ci colpiscono
più!
ANTONIA BRIUGLIA
|