La settimana scorsa
Il Secolo XIX si era
occupato dello svincolo
incompiuto di Vado
Ligure, dandone
grande risalto in
locandina. Dopo anni di
Gabibbo le opere
pubbliche incompiute
rappresentano tuttora
qualcosa che ingenera
una certa rabbia (e la
vendita di qualche copia
in più) in un'audience
di contribuenti mai
abbastanza assuefatta
agli sprechi immotivati
di denaro pubblico.
Giustamente d'altronde.
Specie se pensiamo che
il vecchio miliardo
(lira più lira meno)
speso per costruire uno
svincolo che non c'è, a
occhio avrebbe potuto
esser un po' meglio
utilizzato.
Magari per il
vecchio ospedale San
Paolo di Savona, un
immobile dal valore
inestimabile che dopo
vent'anni cade
letteralmente a pezzi
nel cuore della città.
Sulle sue macerie
piovono, con cadenza
semestrale, le promesse
di un recupero che però
da due decenni resta
sulla carta e nella
chiacchiera, ma che
forse diverrà appetibile
in virtù dei 20 barra 25
milioni di euro
necessari al suo
ammodernamento, se
basteranno. Infierire su
questa bella prova di
pubblica
"amministrazione"
sarebbe come sparare
sulla croce rossa,
appunto. Sfuggono troppo
spesso, però, alcune
"perline" meno evidenti
e ben più costose
dell'incompiuto
svincolino di Vado
Ligure.
Curiosando tra
l'edera incolta si
scopre ad esempio che i
lavori di ammodernamento
delle indispensabili
Funivie di Savona -
concessionarie della
ferrovia in servizio
pubblico - che
trasportano non turisti
ma carbone verso remote
località dell'appennino,
avrebbero dovuto
terminare nell'ormai
lontano giugno 2006. Più
di tre anni fa. Così
indica il cartello
d'appalto, in calce ad
una lunga lista di
subappaltatori che vanno
da Cengio a
Caltanissetta, per
la modica cifra di
22.975.909,84 Euro.
Ad esaltarci è
senza dubbio il virgola
84. Piccola cosa, si
dirà. Solo tre anni di
ritardi e interessi
(passivi) cosa sono
rispetto a due signore
rampe inutilizzate nei
pressi del casello
autostradale di
Savona? Già, perché
andando verso
l'autostrada ormai si è
fatta una visiva
abitudine ormai
trentennale alla salita
asfaltata a due corsie
coperta ormai da un
metro abbondante di
terra che porta in
nessun posto. Il vecchio
svincolo pare. Ora
secondo gli esperti la
terra funge da "muro di
contenimento". Mah...
Sarà. Lì accanto c'è un
cavalcavia di raccordo
che procedendo verso
ponente sovrasta sulla
destra la rotatoria che
precede il casello
dell'A10. Un signor
ponte, visto da sotto e
dal satellite. Peccato
che sopra di esso
crescano ormai piante a
fusto ligneo: dopo
essere stato costruito,
per qualche
imperscrutabile ragione,
è stato chiuso dopo
l'ammodernamento del
casello. Perchè?
Ci si è ormai
abituati anche a veder
perennemente chiusa la
sede storica della
Capitaneria di Porto di
Savona sulla bocca
della darsena, lungo la
via Aurelia
colpita anch'essa da
"lavori di
ammodernamento". Come
risparmiarsi la celere
ristrutturazione di un
altro immobile cittadino
di pregio? Avvicinandosi
a questo ennesimo
cantiere perenne un
cartello bianco e rosso
conforta il viandante
tassato: i lavori sono
ripresi il 31 aprile di
quest'anno e i giorni
lavorativi sono indicati
accanto: 120... quattro
mesi solari sei
lavorativi, con comodo.
Ma... il tutto non
avrebbe dunque dovuto
esser pronto e
consegnato ora? Si sa,
le ferie... e poi
369.989,04 Euro (sì,
virgola 04) valgono bene
un'ultima messa a punto,
no?
L' ammodernamento
però - ancora in alto
mare per gioia e agio
della CCPP - pare non
preveda la rottamazione
del vecchio cartello
d'appalto, che riposa
abbandonato in un angolo
del cortile dando
accuratamente le spalle
ai curiosi. Leggiamo:
Ministero delle
infrastrutture e
trasporti. Inizio lavori
01/07/03. Giorni
lavorativi 480 (due anni
di oltre sei anni fa)
Importo lavori €
1.908.074... virgola 32.
N.B. Non ci siamo
dimenticati del celere
ammodernamento della
stazione Trenitalia
e della piscina
comunale, tranquilli...
:-)
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