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Dalle stalle alle stelle

lo sterco del demonio

I Santi ci proteggano

     (A cura di Belfagor)

 Cari savonesi, a scanso di equivoci e maliziose insinuazioni. Io sono per la Redenzione degli uomini. Chi nella vita ha sbagliato ed ha pagato il “debito” deve essere preso come esempio di virtù. Del resto nella nostra dottrina cristiana si predica il riscatto del genere umano dal peccato originale con l’incarnazione di Cristo.

Belfagor, diavolo dalle sette vite, cercherà di svelarvi cosa sta accadendo in quel di Savona. I giornali locali ci raccontano (vedi…) che ad un’Asta comunale la società “Acquaviva” compra l’ex odontotecnico. Scrivono che <la ditta di Savona è della famiglia Fotia che con il gruppo Scavo-ter di Vado rappresenta una delle realtà imprenditoriali più attive del savonese>.

Citano grosse operazioni immobiliari, a cominciare dai box di via Beato Ottaviano (Villetta); scavi al Crescent, Metalmetron. I tre fratelli Fotia, con il padre, mandano avanti un colosso di quasi 60 automezzi per il trasporto, danno lavoro fisso a decine di famiglie. Fatti e non parole. Possono contare su ottimi professionisti, consulenti e validi collaboratori.

Belfagor è indignato perché riceve segnalazioni (anonime) di cittadini di questo tenore: <Ci siamo messi in contatto con le redazioni…ci hanno detto che non sanno chi siano i Fotia…di provare a rivolgersi a Uomini Liberi o Trucioli…di leggere quel blog di Genova che descrive la storia mafiosa della provincia di Savona…di recenti esposti al Consiglio superiore della magistratura…di denunce presentate da qualche magistrato che si sente diffamato…Noi cronisti locali non sappiamo nulla….Non ci risulta che…>.

Qualcuno pensa, per caso, al “profumo mafioso”?

Cari savonesi, certo che esistono articoli di giornali, ...sentenze..., vicende personali (vedi dall’archivio del Secolo XIX…), ma perché non dobbiamo dare fiducia ai Fotia, a chi potrebbe aver sbagliato, dimostrando però la totale redenzione?

Io Belfagor, pur occupandomi solo dell’inferno, sono felicissimo del buon esempio di chi si è messo sulla buona strada. Diventa un bravo imprenditore. Rispetta la legalità e non fa concorrenza sleale nel mondo delle imprese. Come conferma la locale Confindustria.


Via Ottaviano vista dall'alto

    Crescent (foto SecoloXIX)
le aree Metalmetron
Scavi alla ex Metalmetron

Perché essere invidiosi del successo dei Fotia? Hanno realizzato un miracolo col loro sudore, possiedono un impero e sono i più intraprendenti sulla piazza, al punto da diventare “benefattori”- finanziatori del Comune di Savona. Come dimostra l’articolo sull’acquisto dell’immobile che nessun altro vuole comprare.

Belfagor è schierato, e non condivide il metodo “dico e non dico”,  chiedetelo a Trucioli, Uomini Liberi, che traspare tra mezze punte di penna

I Fotia non sono dei pubblici amministratori, semmai imprenditori. Non devono rendere conto all’opinione pubblica, ma allo Stato che tutela tutti i cittadini.

Volete sapere del passato. Ecco, leggete, e con questo?  Guardiamo il presente. Non serve rinvangare. Rimestare.

Belfagor è rimasto sconvolto nel leggere le pagine di quel blog genovese che scrivendo della provincia di Savona ci ricorda l’esistenza di “burattini e burattinai”, di inchieste arenate nella prescrizione, indica perfino i “mafiosi della legalità””. Roba da non crederci, cose da matti. Ma per colpa di chi?

E nessuno organo di informazione, lamentano i genovesi, riprende quelle “analisi-sentenze” giornalistiche che, secondo gli autori, sono tutte documentate, nero su bianco. Motivo del silenzio: semplice, la “paura fa novanta”. Niente intrecci e collusioni. Del tipo, io copro te, tu copri me e ci copriamo tutti. Dai libri… di Saviano.

Pensate che si arriva al punto di sostenere: <Anche Belfagor, diavolo dei diavoli, tace, ritace, non risponde agli inviti-provocazione; dopo averlo già isolato nel suo ambiente ed indicato al ludibrio di giornalismo spazzatura, gli potrebbero riservare l’incaprettamento.  Fine orribilis!

Non sanno che ormai Belfagor vive all’inferno ed il suo regno è eterno.

Volete proprio sapere cosa pensa Belfagor di questa bellissima, affascinantissima, purissima, se vi interessa, “storiaccia” savonese?

Noi siamo immuni ai mafiosi veri, ci hanno vaccinato tanti anni fa. La mafia vera conosce i polli ed i pollai, per questo stanno lontano da Savona e provincia. Restiamo un’area sana, ricca di valori e di cultura, come documenteremo nelle prossime puntate se non ci tolgono tutta la legna da ardere. 

Dalla parte dei buoni esistono i Santi che ci proteggono. Da non confondere con il mio prediletto, Piero Santi, neo assessore provinciale di Vaccarezza, che difende, a ragion veduta, il progetto di aprire discoteche sul Priamar, vecchio tempio del divertimento già all’epoca dei romani.

Non si può dire sempre di no, come fanno i disfattisti di professione. E mi dissocio.

Belfagor, a modo suo, prega ogni mattina con i suoi demoni, sia per avere finalmente una discoteca sul Priamar, sia per preservare la “libertà di informazione”.

A proposito, avete letto le statistiche sulla “libertà di informazione” nel mondo? L’Italia tricolore è piazzata al 49° posto.

Aiutami almeno tu, mio Santi, a gridare che a Savona abbiamo la fortuna  di essere ai primi posti. Per completezza di informazione.

Ricordaglielo tu, oh Santi, che da 35 anni, abbiamo dato vita al club “soddisfatti & informati”.

Abbiamo il più longevo caporedattore de La Stampa in Italia, l’amico Sandro Chiaramonti; al Secolo XIX- Savona è tornato il prudente e combattente Roberto Onofrio;  c’è il “rompicoglioni”-talebano Marco Preve che si intestardisce sul “Partito del cemento” (successo di vendite) e con le cronache di Repubblica-Liguria.  Ma Preve è una fregatura, qui vincono solo gli “amici del cemento” e lui vuol far perdere le elezioni (in combutta con Belfagor?).   

Nel mio regno dell’inferno ho sotto il naso l’intervista di un’altra longeva, la Wanda Valli quando Orlando, il Leoluca furioso, ex sindaco di Palermo, venne a tenere un discorso a Savona. Che botte! Ad iniziare dal riciclaggio e “soldi sporchi”.

Torna, mio Orlando non più furioso, non troverai più traccia di “riciclatori” e “riciclasti”. Tu citavi un certo teardismo? Eccolo che un tuo alto rappresentante non teme di incontrare – casualmente - l’ex Capo, ormai pensionato silente, in piazza Sisto IV, davanti a quel Comune che ha visto persino un assessore alla Polizia urbana, premiato per aver fatto un esproprio proletario, con tanto di arresto, di foto pubblicate, per aver inflitto un paio di “diretti” all’imprudente maresciallo dei carabinieri di Loano, Giuseppe Pantè. Come ci documentano le cronache dell’epoca.

Siamo passati al “redemptus”. Finiamola nel rinvangare il passato. A chi giova? Avete capito voi genovesi che continuate a mandarci "link” dai “casini della legalità”! Basta, non ne possiamo più.

E se tutto fosse un bel vaso di Pandora?? E se Belfagor non fosse altro che un Comunardo Nicolai, difensore del Cagliari passato alla storia?

Cari belfagoriani, avete offerto anche in campagna elettorale tantissimi pranzi, cene, solazzi. Ma chi teme il “vis-à-vis” con Belfagor, il vero regista degli “acquaviva”?

A cura di Belfagor