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SAVONA E IL COLORE DEL CARBONE

di Antonia Briuglia

 

Riuscitissima la manifestazione promossa al Chiabrera, venerdì 23 ottobre, dall’associazione ”UNITI PER LA SALUTE” sui pericoli prodotti dalle emissioni nocive della centrale a carbone di Vado.

Riuscitissima, per lo straordinario numero di persone presenti, a fatica contenute dal pur ampio teatro savonese.

Riuscitissima, per la presenza di numerosissime cariche istituzionali interessate a più livelli all’oggetto dell’incontro.

Riuscitissima, per l’ottima organizzazione da parte di un’associazione di cittadini armati solo di volontà personale, passione consapevole e buona coscienza.

Una manifestazione d’informazione prettamente scientifica dove, con dati alla mano, autorevoli e appassionati medici, provenienti da realtà italiane con tristi analoghi problemi ambientali, hanno portato la loro esperienza e la loro conoscenza sulle gravi problematiche sanitarie.

 

“La salute non ha colore!!”. Condivido in pieno questa definizione detta da qualcuno degli intervenuti, forse proprio dall’efficace moderatore Gianfranco Gervino. E’ vero la salute non può e non deve essere prerogativa di questa o quella parte politica, ma deve essere tutelata, come la Costituzione ci impone, dalle Istituzioni qualsiasi colore politico esse abbiano.

A Vado e Savona, poi, la prova di quanto sia vera questa affermazione, è stata ed è sotto gli occhi di tutti.

 

Quale colore politico avevano le Amministrazioni di Vado e Savona, che hanno avvallato, per decenni, l’esistenza sul territorio di una centrale a carbone così inquinante, senza gli opportuni controlli che l’Ente pubblico aveva il diritto e il dovere di fare?

Chi ha barattato per decenni la salute dei cittadini di un’ampia parte del territorio provinciale, per un campo da calcio, una strada o qualche giardinetto?

Quale colore avevano le Amministrazioni che, nel 2007, hanno approvato un nuovo blocco a ciclo combinato e hanno permesso che, fino a oggi, neanche le ininfluenti indicazioni previste dalla Convenzione stipulata fossero applicate?

Di che colore politico era l’Amministrazione Provinciale e Regionale quando tutto questo avveniva, forse il colore politico di chi oggi correndo ai ripari e, in occasione di Primarie (strumentalmente) raccoglie firme “per un primo momento di discussione con gli elettori del centro-sinistra”?

Di che colore politico è oggi l’Amministrazione Provinciale che, in possesso di precisi e inquietanti dati scientifici e conoscenze, continua a parlare di trattative con Tirreno Power per il potenziamento della stessa centrale?

Di che colore politico, infine, è un Ministro all’Ambiente che, lontano dal porsi il problema che la difesa ambientale di sua competenza sia strettamente correlata con quella della salute dei cittadini sancita dalla Costituzione, rilascia il parere favorevole a tale potenziamento?

 

La salute non ha colore e sarà sempre più frequente che, non ne abbia uno definito chi la difende.

Il patrimonio rappresentato dall’ambiente e dal territorio che viviamo è ormai oggetto di una maggiore consapevolezza da parte di tutti.

 

Bastava solo riflettere sull’immagine proiettata, che raffigurava la mappatura colorata relativa alle risultanze del biomonitoraggio lichenico del 2006, nella Regione, per chiedersi come si è vissuto e stiamo vivendo a Savona: la zona più inquinata della Liguria.

Il colore rosso del grafico, così esteso intorno alla città ne rappresentava una pericolosa condizione dell’aria che, in tutta la vasta zona, si respira.


foto da LA STAMPA

Bastava ascoltare l’interessante intervento del Dott.Portaluri , Direttore di Radioterapia e ricercatore del CNR, che nell’esporre i provati legami tra emissioni nocive, malattie e morti premature, portava la sua esperienza di Brindisi, città con la centrale a carbone più grande d’Italia.

Bastava ascoltare l’accorato appello del dott.Ghirga, pediatra e medico ISDE, da Civitavecchia (altra centrale a carbone!) a non delegare più ad alcuno la nostra salute e quella dei nostri cari e le terribili  influenze delle sostanze inquinanti della centrale  sulla salute dei bambini e dei feti.

Bastava ascoltare la Dott.ssa D’Orsogna, fisico docente universitario, che in videoconferenza dalla California, ci ricordava come l’Italia sia ormai pericolosamente indietro sulle tutele e i controlli delle centrali, delle emissioni e scorie, ma soprattutto come mentre a Vado si parli ancora di ampliamento di una centrale a carbone, in California non ne esista più nessuna.
Ci ricordava come la politica energetica italiana sia ancora troppo arretrata, prova ne è ad esempio, che mentre in Germania si producono 2200 gigawattore dal solare, in Italia, dove il sole non manca, se ne producano solo 35.

La dottoressa poneva l’accento come dietro al nero colore del carbone, ci siano anche tutte le sostanze più nocive che nel tempo  della sua formazione, esso ha assimilato e che nessun filtro potrà mai annullare.

 Bastava riflettere su tutto ciò per rendersi anche conto come le manifestazioni di “Disobbedienza civile” che, anche a Vado, ci ha regalato Green Peace, il cui saluto, portato da Francesco Tedesco, è stato molto gradito dalla platea, saranno sempre più frequenti e testimonieranno come non solo ecologisti militanti vorranno cambiare le cose.

 

Il Dott.Trucco, presidente dell’ordine dei Medici savonesi ,concludendo la serata ha sancito un cambiamento irreversibile a cui soprattutto politici, sindacati e Amministratori dovranno fare l’abitudine: il Codice deontologico dei medici del 2006 stabilisce in modo più concreto, il nuovo ruolo sociale del medico.

Quel ruolo sociale che ben ha difeso, in questi ultimi anni, anche se spesso in modo solitario, il dott. Franceschi, denunciando da sempre l’incidenza delle malattie e i mancati controlli delle emissioni a esse correlate.

E’ finito forse, il tempo in cui i medici sapevano, ma tacevano.

Il tempo in cui i medici di fabbrica mascheravano le conseguenze delle esposizioni agli agenti inquinanti per non contrastare il processo di “falso sviluppo” industriale e il profitto delle aziende. E’ finito il tempo in cui il medico sottostava a un concordato silenzio per difendere quei posti di lavoro da barattare con la salute.

 

Anche allora i medici sapevano tutto e tacevano, oggi i medici, quelli  sentiti al Chiabrera e quelli che si stanno, da tempo, battendo a Savona non accettano più di barattare la loro nera coscienza col silenzio, oggi sono qui ad informare e a lottare con noi.

 

                                                             ANTONIA BRIUGLIA

 

Disegno di Serena Salino