TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
USCIAMO DALLE NOSTRE RISERVE!
ORA E’ IL MOMENTO GIUSTO. MOLTE LE QUESTIONI APERTE A SAVONA E
PROVINCIA. Troppe sono quelle legate a un’urbanistica
sempre più responsabile dell’aggressione e della “squalificazione” del
fronte mare savonese. Progetti ormai noti, ben esposti, martedì
sera, in Sala Rossa dai rappresentanti di Italia Nostra: il
porto e la torre Margonara, la cementificazione a Miramare, i volumi
accanto al Crescent e al Priamar, quelli previsti negli ex cantieri
Solimano e infine la mega-piattaforma Maerks a Vado. Sembra impossibile tanto cemento, in così pochi
chilometri, eppure è così. Quelle che le amministrazioni e i politici
chiamano operazioni di riqualificazione del territorio,
saranno invece responsabili del degrado urbano dettato
dall’insostenibilità e non sarà servito neanche a soddisfare la
richiesta di case dai costi accessibili. Interventi volti solo a cogliere le occasioni
che i vuoti urbani e le aree industriali dismesse offrivano agli
appetiti edificatori privati e che hanno, di fatto, sancito il
fallimento della capacità programmatico pianificatoria di una città. Quale vantaggio per i cittadini? Quale miglioria per la città? Quale trasformazione economico- sociale ? L’indirizzo pubblico, quello della
collettività, negli interventi sul litorale è stato sacrificato, nel PUC
savonese, al profitto di pochi e alle esigenze dei grandi gruppi
Immobiliari, puntualmente propagandato per SVILUPPO. La “mano pubblica”, quella che avrebbe dovuto
rappresentare gli interessi generali, ha rinunciato al suo ruolo per
demandarlo ancora una volta alle proposte e ai progetti dei privati. A cosa è servito sperare in un PUC come
strumento decisionale che ristabilisse e cambiasse le sorti del
territorio savonese? Tutto è rimasto com’era e la colata di
cemento sul fronte mare non ha variato di nulla o messo in discussione
le proposte iniziali. Ha contenuto e rispettato in tutto le proposte
progettuali del Piano Regolatore Portuale, peraltro neanche intaccate
dalle disposizioni contenute nell’ultima stesura del Piano Paesistico
redatto dalla Regione Liguria dove Savona, Vado e le Albissole sono
state opportunamente dimenticate. LA PROGETTAZIONE PARTECIPATA. Non c’è stato alcun coinvolgimento della
cittadinanza, eppure gruppi di cittadini e Comitati non hanno
perso occasione di far sentire la loro voce. Il dialogo che un governo partecipato avrebbe
dovuto avere, soprattutto quando opera scelte fondamentali e
irreversibili sul territorio, non c’è stato. Lo striscione su uno
scoglio della Margonara con la scritta ”Progettazione partecipata”
suona oggi come una pericolosa denuncia, specialmente per
un’amministrazione di centro- sinistra che dovrebbe difendere, contro
ogni ingerenza, il principio della partecipazione dei cittadini che
rappresenta. Tutti gli interventi urbanistici più impattanti
sono stati portati avanti con determinazione, sordi agli allarmi che da
più parti lanciavano “i pantofolai savonesi”. Così dopo la torre Boffil, oggi si può
già “ammirare” la stecca del Crescent, così come si possono
immaginare realizzati i volumi Solimano e Miramare che
l’Amministrazione sembra decisa ad attuare. Da più parti però, gli “irriducibili”, chi
ritiene si possa e si debba ancora fare qualcosa, chi ritiene non si
possa assistere inermi a questa pessima stagione di gestione
dell’ambiente savonese, continuano a denunciare. Le associazioni e i comitati sono
numerosi e tutti, nei limiti delle loro possibilità, molto attivi, ma
anche molto isolati. Rappresentano una grossa fetta della
cittadinanza che non vuole stare chiusa nelle loro case ad attendere che
tutto si compia, ma vuole agire, fare sentire la propria voce. Così, per citarne alcuni: se non è Italia
Nostra, la Consulta Savonese o il WWF, sono i comitati come Margonara
Viva, gli Amici di Grillo o Vivere Vado, il Moda, i Medici per
l’ambiente o Uniti per la salute. USCIRE DALLE RISERVE: CONTAMINARSI;
COLLABORARE! Il momento storico per la Provincia di Savona è
particolarmente complesso, ma anche sensibilmente propizio . Le ultime
notizie dal Ministero sulla piattaforma Maerks fanno ben sperare,
ma sono anche la prova dell’efficacia dei ricorsi promossi dai
Movimenti. Il porto e torre Margonara
sembrano in una fase di stallo progettuale, l’ampliamento della centrale
a carbone è oggetto di più ricorsi al TAR. I partiti politici, poi, sembrano già
proiettati in una nuova stagione pre-elettorale e perciò tesi a
mistificare le loro incoerenze, o a rimuovere le loro passate gravi
inefficienze. La trasversalità politica
degli interessi che stanno alla base del consumo del territorio e delle
questioni ambientali energetiche come la centrale, ha di fatto prodotto
una trasversalità politica anche dei movimenti, tanto criticata dai
partiti della sinistra. Questa vecchia tattica di screditare chi si ha
davanti mettendo in dubbio la fede politica o peggio la connivenza col
“nemico”, non funziona più. La difesa territoriale dell’ambiente, la difesa
della salute di chi lo abita, può sicuramente aver generato delle
trasversalità per il comune interesse, ma questa è oggi una
ricchezza. Qualcosa comincia a sfuggire di mano ai vecchi
partiti politici, perché la politica, oggi, non si fa più solo nelle
federazioni di partito dove di decidono da sempre Sindaci e Assessori ,
ma anche su una spiaggia, in una stanza, in una piazza e i risultati si
sono visti nelle Elezioni Comunali di Vado, dove i Movimenti sono stati
capaci di conquistare l’Amministrazione Comunale. Le questioni aperte, più urgenti e
particolarmente gravi come: la piattaforma Maerks e l’ampliamento della
centrale a carbone, ci fanno comunque capire che i problemi, pur di
competenza dei Comuni di Vado e Quiliano, riguardano tutti noi. Sappiamo
quali coinvolgimenti territoriali potrebbero portare la costruzione di
una piattaforma containers grande come cinque campi di calcio a pochi
chilometri di distanza dalle nostre coste e l’ampliamento di una
centrale a carbone alla stessa distanza. Gli inquinanti della combustione del carbone
arrivano a molti chilometri di distanza, coinvolgendo i comuni di
Savona, Bergeggi, Spotorno, Noli, Altare, della Val Bormida e delle
Albissole, facendo di Savona la provincia più inquinata della
Liguria con incidenza di malattie e mortalità, legate a tale aspetto,
fortemente preoccupante. Diventa quindi nostro preciso dovere batterci
per tutelare la salute nostra e dei nostri figli e dobbiamo farlo tutti
insieme. Non è più pensabile che ogni associazione e
movimento si occupi di questo o di quell’aspetto in modo individuale,
ma è necessario un coinvolgimento di tutti soprattutto nelle iniziative
pubbliche e di raccordo con le amministrazioni. Il fine comune che sostiene la lotta di chi
pensa al domani contro chi difende il proprio profitto di oggi, deve
portare le associazioni e i movimenti a “contaminarsi”. Le “riserve” dove le stesse persone, si
scambiano opinioni, dibattono e decidono, devono all’occorrenza aprirsi
agli altri aspetti del territorio. La forza dell’unione renderà più efficace le
battaglie. Sono certa che le straordinarie persone che ho
conosciuto nelle diverse associazioni e nei numerosi comitati,
potrebbero riuscirci. Gli interlocutori politici e non, avrebbero
sicuramente diversi atteggiamenti e soprattutto la comunicazione con i
mass-media e il resto della cittadinanza sarebbe certo più efficace.
ANTONIA BRIUGLIA VENERDI’ 23 ottobre al Chiabrera
ore 21 Contro il potenziamento della centrale a
carbone di Vado
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