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ANDARINI  E  PASSAVOLANTI

(Istruzioni all’uso della lingua italiana di Antonella Granero, Angelo Vaccarezza e studiosi di Matching. E due paroline anche ai berleghisti)

di Bellamigo


Nei primi anni del secolo scorso i nostri studiosi della bella lingua italiana  le dedicarono sforzi commoventi sia per costruirne l’unità, a fronte degli innumerevoli dialetti, sia per preservarla dai barbarismi ,cioè, secondo l’etimologia greca della parola barbaros, che non è di per sé negativa, dall’immissione di parole straniere.

     L’unità d’Italia, evidentemente, doveva crescere   anche con  una lingua in cui si riconoscessero e con la quale si capissero i cittadini del nuovo Stato. Oggi, come sappiamo, si tenta, altrettanto artificialmente , di andare in senso contrario.

     La lingua parlata  è una complessità vivente che muta e si evolve con le umane società  e volerla imporre cattedraticamente, oltre che inutile, è anche un po’ ridicolo.

     Ma possiamo affermare che mentre il tentativo degli studiosi di fine ottocento e del secolo scorso aveva una sua nobile ragione che era  costituita dall’Unità d’Italia, il tentativo berleghista odierno di imporre scolasticamente  i dialetti è semplicemente ignobile, perché teso non già ad una ricerca storica e culturale ma ad accentuare le difficoltà per gli immigrati, le divisioni e le incomprensioni tra regioni e regioni, tra province e province, tra borghi e borghi della nostra “serva Italia di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di province ma bordello“, come  predicava  il gran padre Dante, malgrado il passare dei secoli, con  evidente attualità .

     Con questo, nulla vogliamo togliere ai dialetti che, sebbene spesso desueti, possono certo essere alquanto espressivi, divertenti se compresi ed usati nella letteratura umoristica ed efficaci nel parlato di chi effettivamente li pratica, mescolandoli alla lingua, positivamente imbastardita ed arricchita dalle locuzioni vernacole.

Abbiamo letto, con reverente attenzione, l’intervista  rilasciata dal Nostro Angelo Vaccarezza  alla  gentile giornalista Antonella Granero del “Il Secolo XIX” e pubblicata (accompagnata da due fotografie della vasta collezione iconografica Vaccarezzina intrattenuta dal noto quotidiano)  l’8 ottobre scorso, avente ad oggetto il Turismo”. Per l’adunata sul delicato problema economico e sociale tra operatori, studiosi, managers, lavoratori, enti pubblici, si usa il termine “Matching”, verbo inglese sostantivato che significa  “confrontarsi” ma anche “scontrarsi”, sappiamo tutti che cos’è un “Match” nel gioco del Calcio.

 Pensiamo all’orrore che avrebbero provato gli autori dell’aureo Lessico dell’infima e corrotta italianità  P.Fanfani e C. Arlìa (Milano -1911- Ed. Paolo Carrara) alla lettura di una simile terminologia. Persino la parola “Turista” era da essi contestata. Ma perché c’è forse bisogno di questa parola che è passata dall’inglese al francese e poi a noi ? … “Si vuole una voce italiana? Eccone due invece di una . La prima  è Andarino che significa Vago di viaggiare… La seconda è Passavolante che significa Uomo che scorra fuori del suo paese. Abbiamo bisogno di ricorrere alle lingue straniere?”  

    Ora a noi pare, leggendo l’intervista , che i termini dei nostri antichi ed ingenui linguisti ben si attaglino alla crisi del Turismo descritta, ancorché astrattamente, dal nostro Presidente. I “graditi ospiti”, in maggioranza, vengono per i fine settimana, permanenze brevi  e leggere  negli altri casi, crisi di spesa  anche per la voracità di certi locatori  che sparano canoni da ladrocinio.   

    Diciamo che  l’intervistato se ne sta un po’ sul generico: “ Cambiare marcia…si è andati avanti per inerzia…le seconde case non bastano più…(scusi Sindaco-Presidente, non ha mai pensato che, chissà, forse, le seconde case hanno acuito la crisi alberghiera ? o si tratta solo di una nostra errata opinione che Ella provvederà a confutare ?)…accogliere progetti…vincere la diffidenza…professionalità ecc. ecc.”

Ma su di un antico discorso non c’è vaghezza: “L’Aurelia bis risolverà i problemi sino a un certo punto. Ciò che ho in mente, piuttosto, è il definitivo spostamento a monte con raddoppio della ferrovia, il che tra il resto libererà aree meravigliose sulla costa…”(AIUTO, Presidente , per farne che ?)-

    E poi, si è consultato con i  territorialisti albingauni ?

   Sull’argomento abbiamo recentemente scritto in Juvenilia” (vedi  ), commentando un articolo della  “Gazzetta di Loano” del 15 settembre scorso.

    D’altra parte non c’è bisogno, nel caso del Sindaco-Presidente, di ricorrere alle qualità indiscusse della quarta età maschio-italica essendo egli invece, proprio in relazione ad essa, un  leopardiano “Giovincello scherzoso…”

 Basta con gli Andarini e i Passavolanti , qui si tratta di  Turisti di gran classe, diversi (cioè, come diceva Hemingway a chi gli faceva osservare  che i miliardari sono diversi: “ sì, hanno più soldi”) che, finito il Porto,  fatta l’Aurelia bis, spostata a monte la ferrovia, costruita la zona alberghiera (Alberghi , non seconde case o simili), verranno in gran numero a confortare le ansie numismatiche dei nostri operatori, managers, enti, eccetera.

      Con licenza per l’ardire, Sindaco nostro President , ci potrebbe indicare  una scadenza seppure con lasco triennale?  Sa, col ministro Remo Gaspari  alle spalle che, negli anni sessanta del secolo scorso, dava per scontato, a breve, lo spostamento 

      E poi , con l’apertura dei grandi cantieri (uno per volta? tutti insieme?) noi non resisteremo all’idea di un temporaneo (tanto quanto basta all’esecuzione delle opere) trasferimento nel selvaggio west, magari a Pornassio, dove trascorrere gli ampi orizzonti che attendono ormai la nostra rigenerata generazione in contrade vivibili.

         Ci avverta S.V.P .- Grazie.

                                                                   BELLAMIGO