TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
Salea d'Albenga orfana di Secondo Calleri Volto noto in provincia e gran galantuomo Il figlio aveva ricevuto un'eredità
miliardaria da un albergatore di Loano Salea d'Albenga -
Ci ha lasciato anche Secondo Calleri, a 82 anni. Sabato
l'ultimo saluto nella sua Salea d'Albenga. Ha combattuto gli ultimi mesi di vita in una
stanza della Clinica San Michele, alle prese con uno di
quei mali che spesso non lasciano scampo. Assistito con amore dai suoi
cari, ad iniziare dal figlio e dalla moglie. Secondo era una
volto, una figura popolarissima, non solo nell'albenganese. Ha trascorso
una vita da rappresentante di commercio di prodotti alimentari e vini.
Il suo arrivo negli alberghi savonesi, ma anche imperiesi, come nei
ristoranti, nelle trattatorie, nei negozi, dalla Riviera all'entroterra,
non era mai quello di uno "scocciatore". La sua bonarietà, serietà e
fiducia conquistata sul campo, gli spalancavano tutte le porte. Ed
era piacevole conversare, anche quando non si doveva fare
necessariamente l'ordinativo, l'acquisto. Uomo affabile, gran conoscitore del mestiere, e
di conseguenza della realtà e della rete commerciale. Conosceva tutti,
memoria di ferro. Non aveva neppure bisogno di prendere appunti.
Entrava, sempre ben accolto, nelle cucine, come negli uffici e si
trovava soprattutto a suo agio quando poteva parlare il nostro dialetto. Era innamorato della sua Salea, della sua
gente. Secondo aveva tantissimi amici, tantissime
conoscenze. Era anche l'archivio storico della Sagra del Pigato, tra i
benemeriti fondatori, conosceva tutto della storia del vino locale.
Frequentava i produttori, come i frantoiani. Dava consigli, faceva
critiche costruttive. Sempre disponbile, altruista, una passione per
l'ospitalità. Come dimostra la foto che pubblichiamo e che lo ritrae
(ultimo sulla destra dell'immagine), risalente alla Sagra del
Pigato del settembre 1995. 14 anni fa. Quella sera si prestò ad
accogliere ed accompagnare negli stand due coppie di cittadini tedeschi
(un industriale ed un dirigente di banca di altissimo livello) che
ospiti a Loano vollero visitare la manifestazione. Quella sera Secondo
fece gli onori di casa meritandosi i complimenti degli ospiti. Nel
gruppo anche l'allora giornalista del Secolo XIX, Luciano
Corrado. Fa una grande tristezza sapere che
Secondo Calleri non è più tra noi. Lui personaggio
straordinario, soprattutto per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo,
apprezzarlo, frequentarlo, ascoltare i suggerimenti, i consigli, a volte
rimproveri e rimbrotti. Un cuore d'oro, sempre pronto a farsi in quattro
per accontentare, soddisdare il cliente; disponibile a qualsiasi ora. Un
grande professionista nel suo lavoro di rappresentante. Una passione per
la compagna, la terra, che coltivava in modo amatoriale, col prezioso
aiuto della moglie. Secondo Calleri,
nella vita, si era anche ritrovato a vivere un'esperienza umana non
comune. Accadde quando il figlio, giovanissimo, era diventato l'erede
testamentario di un albergatore di Loano, Angelo Panizza,
che nella sua città aveva accumalto un ingente patrimonio immobiliare e
non solo. Un albergo (Il Continental che
Calleri, il figlio all'epoca era studente universitario, ha fatto
ristrutturare in alloggi), un supermercato, il primo nato a Loano e in
Riviera, con un successo strepitoso (poi ceduto alla famiglia
Delbalzo); uno stabilimento balneare. Partecipazioni azionarie
in un'industria di cioccolato del Piemonte. Nel suo testamento Angelo Panizza
che aveva vissuto fino a pochi anni prima, a fianco dell'anziana madre e
senza mai sposarsi. Altri lasciti minori andarono ad un paio di
collaboratori e alla chiesa dei Padri Cappuccini di Loano. Per Secondo Calleri fu una
svolta inattesa, davvero imprevista, ma non mutò stile e filosofia di
vita di vita. Scelse di stare ancora più vicino all'adorato figlio,
cercando di accompagnarlo al meglio nella complessa amministrazione
dell'ingente fortuna. Per l'ex rappresentante buono, umile, saggio,
amico di tutti, i ricordi di una vita di lavoro e "girovago"
rappresentavano un'assidua compagnia. Chissà quanti amici lo
rimpiangeranno, assieme alle persone a lui più care. Ciao
Secondo, te ne sei andato senza fracasso. Hai dato molto al tuo
lavoro, alla famiglia, agli amici, al successo della Sagra del
Pigato, dal lontano 1968. Il tuo sorriso, la tua parlata
dialettale, la tua schietezza, la tua presenza ci mancherà molto. Siamo
in molti a sentire il bisogno di dirti grazie. Eri un albenganese
fiero di esserlo. Hai militato tra le file di quanti alla città hanno
sempre cercato di dare, anzichè prendere. La tua militanza politica è
sempre stata all'insegna del rispetto altrui e della tollerenza. Ciao Secondo, da un gruppo di
amici.
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