TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
“ SIAMO TUTTI UN PO’ ABBELINATI!” Mi piace citare questa considerazione, tutta
ligure, che Libereso Guglielmi fa a proposito del rapporto tra l’uomo e
la natura, perché si adatta molto bene al rapporto che ha avuto e ha il
ligure col suo ambiente e il suo territorio. La responsabilità di ha gestito e amministrato
è stata determinante, ma i cittadini, se non rare eccezioni spesso
calunniate e criticate, vivono anestetizzati e arresi in un territorio
inutilmente cementificato, inquinato e congestionato dal traffico. Chi gestisce e amministra, di qualunque colore
politico, propaganda ancora un tipo di “sviluppo” del territorio
che di tutto sa meno che di vero progresso. Così in un contesto internazionale, dove si
parla di green economy con sempre più determinazione, dove Paesi
Europei da tempo hanno intrapreso con decisione la strada dello sviluppo
ecocompatibile, l’Italia e la Liguria, sembrano andare inesorabilmente
in tutt’altra direzione. Le ambiguità e la mancanza di un nuovo e chiaro
progetto, ne fanno una delle Regioni più emblematiche della distruzione
ambientale. Sarebbe interessante sapere quale progetto di
sviluppo sta alla base delle scelte che si stanno compiendo in questa
Regione che continua ad avere un destino ambientale inesorabilmente
compromesso. L’ITALIA,LA LIGURIA E SAVONA. In Italia il cemento distrugge A Savona, mentre sta terminando la
cementificazione nella darsena del Crescent con impatto
visivo devastante, è terminato l’edificio di Via Pia ,ex Astor,
che ha deturpato irrimediabilmente una prospettiva visiva e un
angolo della città tra i più preziosi. Continua, inesorabile, la cementificazione del
fronte mare con gli altri progetti tra cui gli ex-cantieri Solimano. Sul fronte della viabilità, le strade di
Savona e quelle di collegamento con i Paesi circostanti, soprattutto a
levante, continuano a essere costantemente preda del traffico, di
auto, camion, e pullman granturismo, senza limitazioni. Il centro
cittadino di Savona è invivibile con strade da incubo che non hanno mai
conosciuto piste ciclabili, se non sulla carta e pedoni costretti a fare
slalom tra auto in coda o in doppia fila. L’inquinamento dell’aria è
spesso insopportabile, ma quello dovuto alle emissioni della Centrale
a carbone (tra le quattro più inquinanti d’Italia) mette la
Provincia di Savona ai primi posti, tra le Regioni del Nord Italia, per
malattie oncologiche, cardiologiche e respiratorie. Il litorale e il mare savonese non
conoscono soste nella cementificazione. Dopo il progetto della
piattaforma Maerks, nella vicina Vado che, oltre a stravolgere
l’assetto del territorio e quello marino, porterà un significativo
aumento del traffico di merci su gomma in una viabilità già compromessa,
continua il braccio di ferro sulla costruzione del porticciolo
Margonara ad Albissola, con cementificazione e grattacielo
annesso. (Proprio di questi giorni un’inspiegabile
chiusura dell’area e una manomissione del terreno con l’obbiettivo di
renderlo inaccessibile al pubblico.) NESSUNA RICCHEZZA Questo scempio che si sta inesorabilmente
perpetrando non sta portando ricchezza. Eppure c’è chi pensa ancora che
si debba svendere quello che è rimasto del patrimonio pubblico ed
esauribile, il suolo, per finanziare chissà quali servizi ai cittadini. Questo scempio non sta portando neanche
vantaggi economici per i cittadini che continuano ad avere un territorio
di vani sfitti e non avere, paradossalmente, reale accesso all’acquisto
di abitazioni. Inoltre, sul fronte dell’ecologia, la
cementificazione in Liguria e ancor più in provincia di Savona, continua
a basarsi su criteri di progettualità superata e impattante,
lontanissima ancora dalle indicazioni dell’architettura bioclimatica
già consolidata altrove. Oltre a riscaldare il clima, a richiedere più
consumo energetico e produrre sprechi, pone problemi alle infrastrutture
presenti sul territorio e a quelle ad esempio di inadeguati impianti
fognari. A questo aggiungiamo la corsa, che sembra
cominciata, alla costruzione di opere come impianti di pretrattamento
rifiuti che anticipano quelle di inevitabili inceneritori. Tutto ciò a suggellare il fallimento e la
mancanza di volontà a promuovere una raccolta differenziata che in altre
realtà è, da tempo, consuetudine. SUBITO, UN CAMBIO DI ROTTA. Cambiare rotta nella politica di un ambiente
così devastato non è facile, lo possiamo immaginare, soprattutto se non
si ha un’ unità d’intenti nella visione di coloro che amministrano. Mi viene comunque da pensare che ” siamo
stati e siamo tutti un pò abbelinati”, perché spesso disattenti e troppo
spesso tolleranti, davanti ad una classe dirigente inetta che non ha
saputo capire quali fossero le vere emergenze del nostro territorio, che
ha sempre violentemente respinto chi chiedeva un cambio di direzione. Siamo stati troppo tolleranti verso una
classe politica debole di fronte ad potere economico interessato solo a
spinte speculative. “Siamo tutti un po’ abbelinati” se non
esigiamo un immediato ed efficace cambio di rotta : - subito un fermo al consumo del
territorio e alla cementificazione a Savona e nei Comuni limitrofi; - subito un No deciso alla costruzione
di porto e grattacielo a Margonara; - subito un NO deciso all’ampliamento
della centrale a carbone e promuovere concretamete un suo
depotenziamento; - subito una raccolta differenziata
porta a porta dei rifiuti, in tutta la Provincia; - subito un piano del traffico nelle
nostre città, la pedonalizzazione del centro cittadino
savonese e la razionalizzazione del traffico delle
arterie che collegano Savona ai centri vicini: SUBITO ! Non
aspettiamo che tutto questo diventi, ancora una volta, merce di
ricatto per il prossimo, vicino, appuntamento elettorale.
ANTONIA BRIUGLIA |