TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
Resoconto impietoso di lotte da palazzo. E’ già successo con “Sicilia
libera” Il
paese degli affari in famiglia E se
vincesse “Alassio libera”? Voci
di “abbandono” del direttore generale del Comune. Il “caso mostre darte”
Alassio – Mentre c’è chi continua a
prodigarsi per il bene comune. Per salvaguardare e rilanciare la
principale economia cittadina (“turismo & immobiliarismo”), una piccola
minoranza rumorosa, disfattista, catto-comunista, insieme ad alcuni
“professionisti della politica”, non perde occasione per gettare guano e
discredito sulla pubblica amministrazione ed i suoi massimi dirigenti.
Municipalizzate comprese.
Peraltro
denigratori di professione con il destino segnato: perdenti. Non può
essere altrimenti, in una Alassio ricca di talenti.
Città gloriosa per tante edificanti storie del passato, racchiuse negli
archivi dei giornali, della cronaca. L’Alassio di cui meno si parla e si
scrive. Come si addice alle persone schive e riservate del “lavorar
tacendo”. La
città è saldamente governata dal centro destra. Più difficile dire quale
destra e quale centro. Quali ideali di famiglia. Un
coagulo di persone che esprime il “volto nobile e più alto” della storia
alassini? Con risultati che si trasformano in benessere, ricchezza,
qualità della vita, etica pubblica. Ma anche un manipolo di oppositori,
senza futuro.
I
disfattisti non demordono? Si pensi a cosa è accaduto a proposito di
Piera Olivieri, capo servizio del Comune. Era entrata ragazzina
all’Azienda autonoma di soggiorno e turismo, per anni valida
collaboratrice del precursore degli uffici stampa, Romano
Strizioli, all’epoca di Giancarlo Garassino presidente,
oggi decano consigliere comunale, di opposizione, dopo aver
perso la sfida da primo cittadino.
La
Olivieri traslocata, a seguito della morte delle aziende autonome di
soggiorno, negli uffici comunali. Mantenendo il bagaglio professionale,
alla fine si è ritrovata unica dipendente a tempo indeterminato del
settore turismo che, ad Alassio, capitale turistica della
provincia, un po’ meno ex regina di un tempo, non dovrebbe essere
cosuccia da poco. Altro che dipendenti precari! Il
continuo turnover di personale ha di fatto depotenziato l’ufficio, senza
ripercussioni oltre le mura. Si è taciuto. Faceva comodo così.
Tutti zitti fino a quando il 5 settembre 2009,
l’”irridente” notizia dal titolo “Purga” all’Ufficio turismo,
Piera Olivieri va all’ambiente”. L’esordio impietoso
del pezzo del Secolo XIX, scritto dall’ottimo Luca Rebagliati: <La
giunta “caccia” Piera Olivieri dall’ufficio turismo dopo 15 anni di
servizio…>. Si accennano ai rapporti tesi con l’assessore
Monica Zioni. Sarà lei il prossimo vice sindaco?
Tra le
reazioni pubbliche più significative e pesanti, ecco Roberto Avogadro,
ex sindaco, ex senatore leghista, una “cassaforte” di memorie.
Avogadro, non si sbilancia più di tanto, Ipotizza una classica resa
dei conti, ma è del parere che <gli unici a non capire quanto
il turismo sia importante per l’economia alassini sono gli
amministratori comunali>. Presenti in giunta anche con la
Lega. Tema tutt’altro che inedito in una terra (diciamo del ponente
ligure) dove la fotografia è quella di un “turismo da gamberi”.
C’è chi continua a battere le mani, mentre altri hanno capito dove sta
la gallina dalle uova d’oro. Voi fate turismo, noi i veri affari.
Immobiliari e dintorni.
Nell’abituale ping-pong (privo di un confronto sui risultati raggiunti,
un confronto con zone d’Italia dove il turismo alberghiero è progredito,
unico indice di valutazione serio, tangibile, se non altro per i posti
di lavoro) Melgrati, sindaco, trova terreno fertile alle
polemiche: <Nessuna epurazione – ci mancherebbe altro che
raccontasse una bugia ndr! – la responsabile è stata trasferita dal
direttore generale per il suo carattere non facile che aveva creato
difficoltà di rapporto con tutto l’ufficio e con l’assessore,
paralizzando l’ufficio stesso…peraltro contrariamente a quanto sostiene
Avogadro che farebbe bene a preoccuparsi di…visto la sua
lontananza da Alassio …la stagione turistica alassina è andata bene,
ricca di eventi importanti…>. I
cronisti più anziani ricordano che un tempo materia di confronto e
raffronto erano soprattutto arrivi e presenze negli alberghi, italiani e
stranieri; la durata della stagione di lavoro, da Pasqua a fine ottobre,
la percentuale di occupazione delle camere.
Oggi, in altre zone italiane, europeo, mondiali, il termometro non è
solo sul periodo di lavoro (quanti mesi), occupazione delle camere, ma
la capacità di spesa del turista. Possono arrivare a flotte, affollare
ogni week-end, ma se spendono sotto una certa media, non si può parlare
di “stagione d’oro”. O meglio industria turistica in salute. I primi a
saperlo sono gli operatori privati, quelli che a fine mese dovrebbero
tirare le somme e a fine anno fare bilanci. Essere in grado, inoltre, di
rinnovarsi, qualificarsi, stare al passo con i tempi. Rendere
conveniente e produttivo l’investimento. Sono i dipendenti del settore
alberghiero e commerciale. Le loro qualifiche, le loro paghe. Le
prospettive di un posto di lavoro che offra sicurezza alla
famiglia.
Chiusa la
parentesi torniamo al caso Piera Olivieri, tra l’altro nipote di
Nello Aicardi, direttore responsabile de L’Alassino, ma
soprattutto tra i personaggi-istituzione di Alassio.
Pluripremiato, pluridecorato. Memoria storica del Comune dove ha
prestato, in più settori, la sua attività. Gli anni stanno pesando,
speriamo che la sua fibra resista ancora a lungo.
Tra i
retroscena del siluramento della Olivieri c’è chi ricorda che
Garassino, in consiglio comunale, ha attaccato, con la solita
pacatezza, l’assessore Zioni accennando alla debolezza,
all’assenza di strategie sul mercato dei turisti stranieri. E puntato
l’indice sui soldi spesi, come investimento promozionale, sulle mostre
di quadri, pittura, nella chiesa Anglicana. Sul ritorno economico per la
città, il turismo.
Altre voci
(non confermate) parlano di un esposto che la stessa Olivieri
avrebbe fatto, a proposito di eventi artistici e affini.
Confermati i
rapporti tesi della Olivieri col direttore generale che può
vantare un bonus, per il ruolo ricoperto, di 40 mila euro l’anno. Negli
ultimi giorni non mancano neppure le indiscrezioni di un probabile
“abbandono” da parte del massimo dirigente della macchina comunale.
Tutto questo
mentre impazza la “guerra per bande” alla conquista della successione di
Melgrati, ignorando che la designazione potrà avvenire solo e
soltanto con benestare del ministro Scajola e del suo vero,
autorevole plenipotenziario Claudio Montaldo
(ammirevole per il suo distacco dalle beghe quotidiane).
Nella
baraonda tiene banco la futura ristrutturazione delle “municipalizzate”
alassine, diventate prateria-scorribanda. Si parla di futura
holding, di surplus di dipendenti e poltrone.
Con l’immancabile nodo del nepotismo italiano. Ci
sono i casi dei figli (nessuna colpa, sia chiaro) di Zarillo, di
Socco per i quali si era già polemizzato e, loro malgrado, fatto
notizia. Non si è parlato del figlio di Renato Bellia, ex
fattorino alla Banca San Paolo, grazie anche a don Piantanida; il
figlio di Bellia assunto in una municipalizzata (esattore nei
parcheggi) con i buoni uffici dell’assessore
Calò.
Si ricorda
anche una stagione da vigile. Bellia diventato poi vice
presidente nel pianeta degli enti di emanazione comunale.
Nulla di scandaloso, fino a prova contraria. Ma la lotta per
conquistarsi posizioni di potere è molto serrata anche per via delle
municipalizzate, di ciò che rappresentano. Basti pensare alle spiagge,
ai parcheggi, all’acquedotto.
La scelta di
Scajola-Montaldo, c’è da scommettere, sarà all’insegna
dell’innovazione. Con un personaggio fuori dalla mischia. Visto quanto
accaduto a Sanremo ed Imperia, crescono le quotazioni del giovane
Luca Villani. Eppure la sorpresa sembra dietro l’angolo. Se
sono rose fioriranno, se saranno spine scorrerà ancora “sangue”.
R.T. |