TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
Danni ingenti e la Corte dei Conti
di Franco Astengo
L'articolo 41 della legge 448/2002 ha permesso agli Enti Locali di
accedere agli investimenti di capitale riguardanti i cosiddetti
“derivati”: prodotti finanziari, frutto di quella “finanza creativa”
all'epoca molto di moda importata dagli USA ed adottata anche da noi su
impulso del Ministero dell'Economia allora come oggi in mano al
centrodestra (Ministero poi convertitosi rapidamente all'interventismo
statale, al “colbertismo”, al controllo centralizzato sull'operato delle
banche). I
“derivati” sono quelle categorie di strumenti finanziari il cui valore
economico risulta legato ad una particolare attività sottostante come il
valore di una valuta, di un tasso di cambio, di indici di borsa: uno
strumento ad alto rischio, successivamente identificato come uno dei
fattori più importanti della crisi finanziaria esplosa in USA e,
successivamente, allargatasi al resto del mondo fino a diventare quella
crisi economica globale, all'interno della quale stiamo ancora
dibattendoci. All'epoca
dei fatti poche voci si levarono chiedendo di prestare attenzione: una
raccomandazione pressoché inascoltata rivolta in particolare agli Enti
Locali, una parte dei quali invece (circa 737, più o meno il 10% del
numero, ma rappresentanti circa venti milioni di cittadini: quindi i più
importanti e popolati) decisero di correre l'alea, pur non disponendo,
come oggi individua la Corte dei Conti della struttura e delle
competenze necessarie a “monitorare costantemente i loro derivati,
restando di fatto costantemente soggetti ai loro consulenti bancari). Oggi 387
di quei comuni, che avevano stipulato con le banche contratti di finanza
creativa, si trovano a fare i conti con perdite rilevanti: Genova
ad esempio si trova di fronte alla prospettiva di un “buco” ammontante a
24 milioni di Euro, ed il Sindaco sta minacciando di chiedere i danni a
chi le ha fatto trovare nel bilancio comunale questa drammatica
situazione. La
Guardia di Finanza ha aperto, soltanto in questo 2009, 24
indagini sui complessivi 9,1 miliardi di euro di derivati sottoscritti
dagli Enti Locali: ed è stato calcolato che, in questo momento, su
ciascheduno dei 20 milioni di cittadini amministrati dagli Enti Locali
sottoscrittori, grava un debito personale di 1.429 euro. Oltre ai
737 comuni, infatti, hanno sottoscritto quelli che ben possiamo definire
come “titoli tossici” anche 40 province e 13 regioni. Due mesi
fa il Presidente della Corte dei Conti ha spiegato che, con
l'introduzione dei derivati nella finanza locale, si è registrato, su di
una massa di debito di 5 miliardi un maggior costo di 126 milioni. Alla fine
del Luglio 2009, inoltre, si è conclusa l'inchiesta della magistratura
sui derivati stipulati dal Comune di Milano ( quattro le banche
interessate: Deutsche Bank, Ubs, Jp Morgan, Depfa) per una ipotesi di
perdita che si aggira attorno ai 100 milioni di euro. Per la
Regione Lombardia, invece, il colpo subito appare aggirarsi sugli 80
milioni. Da
rilevare, inoltre, l'altalena micidiale nel gioco dei tassi: nel giro di
un e mezzo , fra il 2000 ed il 2002 la Regione Liguria trasformò un
mutuo a tasso variabile in tasso fisso (con derivato Merril Lynch)
e poi di nuovo a tasso variabile (con derivato Nomura), una operazione
giudicata, sempre dalla relazione della Corte dei Conti, “di rischio
significativo”. Nella
sostanza il numero dei Comuni che rischiano perdite rilevanti risultano
essere : al Nord 151, al Centro 104, al Sud 114, nelle Isole 48. Quali le
origini di questa situazione così complicata? Per la risposta ci
affidiamo al giudizio espresso da Sergio Rizzo, nelle conclusioni della
sua inchiesta sull'argomento condotta per conto del “Corriere della
Sera”:incompetenza e superficialità. Nel
rapporto, già segnalato, redatto dalla Corte dei Conti si legge un
elenco sorprendente:ad esempio, in alcuni casi si è riscontrato che il
rapporto contrattuale era regolato da una giurisdizione diversa da
quella italiana (nel caso quella inglese).
Ripetiamo; incompetenza e superficialità. Elementi
su cui riflettere da parte dei cittadini elettori. Savona, li 10 Settembre 2009 Franco Astengo |