versione stampabile

Dal baby-vu' cumprà ai massaggi

Alassio "regina" degli annunci-patacca 

 

Alassio- Trucioli Savonesi batte senza dubbio un record: primi in assoluto, da due anni a questa parte, nel documentare soprattutto con immagini, fotoriprese, cronaca da spiaggia vissuta, quello che a tutti gli effetti resta un mistero. Almeno per noi. Chi protegge, o se volete per quale ragione lo Stato democratico, le istituzioni, devono soccombere alla piaga-illegalità del commercio ambulante abusivo e dei massaggiotori-massaggiatrici da spiaggia? Non da quest'anno.

E' vero che è un fenomeno dei nostri tempi, frutto del dramma di dittature, ingiustizie, povertà, disperazione che si vive in tanti paesi del mondo sottosviluppato.  

Ma ad Alassio c'è una particolarità. Un primato inspiegabile. Se andate a rispolverare gli archivi di cronaca troverete, nel corso degli anni, decine di titoli e titoloni sulla lotta ai vu' cumprà, al commercio abusivo in città e in spiaggia.  L'ultimo titolo. Il sindaco: <Maggiori controlli per dare finalmente un segnale e dire basta>.

Troverete negli anni dichiarazioni a non finire. Annunci, soprattutto, tanto cari alla politica-spettacolo, ai suoi più degni rappresentanti di questo decennio. Che non hanno il buon gusto di ammettere una sconfitta sotto gli occhi dei cittadini. Non è un problema di forze dell'ordine. Sarebbe ingiusto addossare responsabilità. E' un sistema che fa acqua. Conviene a qualcuno, che ne trae vantaggi? Anche politici!

Certo che avendo a che fare con maestri nella comunicazione-patacca (importante sono i proclami, apparire, mescolare le carte, poi si dimentica...) che conoscono i polli, verrebbe voglia di gettare la spugna. Rinunciare al dovere di cronisti da marciapiede. Meglio accettare il mestiere di " velinaro", passacarte. Non vedere e non ascoltare. Ignorare.

Qualcuno dovrebbe pure avere il coraggio di spiegare, di chiedersi e spiegare per quale ragione - come abbiamo già scritto e documentato - ad Alassio c'è, ad esempio, un giro ristretto di marocchini che "domina" da anni. Ha il potere di infischiarsene delle retate, degli articoli di giornale, delle denunce delle forze dell'ordine. Abituali  e pubblici trasgressori del codice penale, delle regole di pubblica sicurezza.

Perchè non vengono espulsi dal territorio? Ci sono gli strumenti per farlo. Perchè il sindaco non ha mai denunciato questo scandalo pubblico, visto che i volti sono noti alla stragrande maggioranza degli operatori delle spiagge di Alassio, a tanti alassini, a commercianti ed esercenti?

Quali protezioni e da parte di chi, possono vantare gli appartenenti al "clan" che hanno trasformato la città in terra dove capita di assistere a scene da quartiere di Scampia a Napoli (sparatorie escluse, almeno a tanto non siamo ancora arrivati). Chi comanda l'agguerrito esercito sa che più si opera senza dare troppo fastidio e meno clamore si ripercuote all'esterno. Alla stregua di una sapiente cupola mafiosa. Hanno sentinelle, binocoli, cellulari per dare l'allarme.  Nascondigli e complicità. Battono il litorale a tappeto senza quasi mai perdere un giorno. Azzeccano, a volte, persino la tempistica delle retate.

Basterebbe rileggere le dichiarazioni rilasciate di volta in volta  nei palazzi delle istituzioni per farsi una domanda: qualcuno ci prende per i fondelli? Se non è cosi, chi ha interesse a travisare la realtà?

Cosa rappresenta addirittura la sfida di far scendere in campo (vedi foto in pieno agosto) i baby-vu' cumprà?

Che senso ha (vedi articolo del primo agosto in fondo) annunciare  che finalmente sono stati tutti bloccati i massaggiatori abusivi cinesi  (non sono molte decine, ma sei coppie che da anni tornano puntuali) e poi fino a ieri mattina di muovevano indisturbati sull'arenile, con decine di clienti ed appuntamenti. Dieci euro a massaggio. Sempre gli stessi volti, gentili, educati, guardinghi, ma non troppo. Fino a prova contraria tutto avviene alla luce del sole. Nessuno scontrino, manco a dirlo. Tutto in nero. Dove vivono in Liguria? Nulla di nascosto ed invisibile.

L'illegalità elevata a sistema, nella capitale turistica della provincia, la più blasonata? Fino al punto che per un periodo alcuni "melonari"  con moderni camion e cartelli di "vendesi" (farebbero parte di un'organizzazione campana legata alla camorra) si sono sistemati sull'Aurelia di levante in uno spiazzo, occupando il suolo pubblico.  E molti esercenti alassini conoscono cosa significa "occupazione di suolo pubblico".

Un paio di questi personaggi si incontravano  pure nei cosiddetti locali " In" della movida, a far bellavita. Donne & champagne. Di giorno ambulanti abusivi sull'Aurelia, viveurs di notte, anche ai tavoli del casinò di Sanremo.

Può darsi che alla stragrande maggioranza degli alassini, dagli operatori economici e turistici, ai dipendenti pubblici e privati, ai pensionati, al mondo delle professioni, non interessi un bel niente quanto succede, con relative discussioni, polemiche, articoli. Raccolta di firme, esposti. Ed abbia ragione il sindaco quando assegna il suo titolo di "rompicoglioni". Non importa se costoro (rompicoglioni) non chiedono favori personali, ma vorrebbero che a prevalere fosse la civiltà  che significa rispetto delle leggi democratiche, alla base della convivenza civile. Contro lo sgretolamento dello Stato.

A meno che certe aree del Sud non facciano scuola.  E il loro modello scandalizzi solo in televisione. Come dire: questa è l'Italia (che vota), premia, boccia. Bisogna saper convivere e tacere. 

R.T.