TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni Per
favore, lasciate stare Teardo. I responsabili del disastro
(impunito) sono altri Vorrei fare alcune
considerazione in merito all’articolo pubblicato, lo scorso 3 settembre
2009, dal SECOLO XIX, sulle fognature da rifare da Varazze a Bergeggi. Il neo presidente
Nanni Ferro annuncia che occorreranno 30 milioni di
euro per rifare la rete fognaria che è un colabrodo. A tale proposito
voglio ricordare, in breve sintesi, alcuni fatti sulla vicenda del
Consorzio Depurazione. Sono 15 anni che
continuo a ricordare (vedi n.185 di Trucioli del 25 gennaio 2009) che la
costruzione del depuratore è sorta in assenza di licenza edilizia
in quanto il progetto non aveva ottenuto il parere della USL
per le gravi manchevolezze insite nel progetto stesso. L’impianto, ciò
nonostante, fu costruito in aperta violazione delle norme di legge. La questione fu
oggetto di reiterate denunce alla Procura della Repubblica
di Savona che però, inspiegabilmente, rimasero senza esito, nonostante
la qualifica che rivestivo all’epoca di legale rappresentante dell’ASL
del savonese. Alla cerimonia di commemorazione della morte direttore del Consorzio, l’ing. Antonino Ruello, tenutasi alcuni anni orsono presso una sala dell’Università a Legino, ebbi modo di dichiarare tutto il mio apprezzamento per aver egli affrontato con grandissima capacità e con tanto lavoro (ma anche con tanto denaro pubblico) i danni causati dalla pessima messa in opera delle tubature e degli impianti del depuratore, oltretutto realizzati in base ad un progetto, ripeto, nato fuori dalla legge. Danni che ancora
oggi continuano ad incidere sul bilancio del Consorzio, e che quindi
continuano a pesare sulla comunità savonese. All’autore
dell’articolo Dario Freccero voglio fargli presente che invece di
tirare in ballo il nome di Alberto Teardo, avrebbe
dovuto ricordare meglio la vicenda sotto l’aspetto giudiziario. Infatti come ha
ricordato e documentato recentemente il giornalista Luciano Corrado
su Trucioli Savonesi: << Il “processo
depuratore” è stato tra i più dibattuti, tormentati, pubblicizzati
(coinvolgendo alcuni Big nazionali dell’industria all’epoca di Mani
Pulite) della storia giudiziaria savonese degli ultimi decenni. Si
concluse con una raffica di assoluzioni << Il 15 gennaio 1994 arresti
domiciliari per noti personaggi della politica savonese, per la maggior
parte dirigenti del PCI.. Nel mese di febbraio altri avvisi di
reato... L’11 febbraio revoca delle ordinanze degli arresti
domiciliari e il 5 marzo richiesta (accolta) di archiviazione del
procedimento penale per alcuni di essi. >> <<… Tra i nomi
segnalati nel capitolo “Le indagini patrimoniali” emerse, nei
primi anni ’80, un’imponente movimentazione bancaria (miliardi) i cui
intestatari erano dirigenti del PCI… che direttamente od indirettamente
avevano avuto a che fare con la gestione del depuratore…
>> Alla luce dei
fatti, probabilmente, le perizie prodotte dall’accusa e contestate dalla
difesa, forse non erano del tutto errate nell’affermare che la
costruzione delle condotte e delle stazioni di sollevamento erano
inadeguate e perfino difformi dal progetto. La spesa di
realizzazione fu di 90 miliardi contro i 60 del progetto
approvato con storie di appalti, subappalti e ri-subappalti. Quindi 30
miliardi in più, poi tutti i denari pubblici spesi sino ad ora in
risanamento degli impianti ed ora si prevedono altri 60 miliardi di
vecchie lire ! Concludo dicendo
che non ci troviamo in presenza di errori, come ci informa
l’ing. Ferro, ma della conseguenza delle gravissime
irregolarità compiute nella progettazione ed esecuzione dei lavori di
cui nessuno è stato chiamato a risponderne né in sede penale, né in
sede civile e neanche in sede politica per i gravi danni subiti
dalla cittadinanza per un fatto così scandaloso ! Savona, 3 settembre
2009.
Luciano Locci Nota di Trucioli
Savonesi
: proseguendo nella ormai inusuale
regola di documentare e non fa morire la memoria (il metodo di fare di
ogni erba un fascio, ignorando la storia, è attualissimo), pubblichiamo
a fondo pagina, per la prima volta, il documento ufficiale del
Consorzio Depurazione delle Acque che illustrava le “condotte di
adduzione”. Dopo la conferma dell’ennesima vergogna (taciuta dai
più!) di spreco di denaro pubblico. Nell’atto pubblico
si parlava espressamente di “tubazioni protette contro i fenomeni di
corrosione, sia con l’applicazione di rivestimento bituminoso, sia con
l’installazione di centraline di protezione catodica”. Comunque c’è un
testimone eccellente, a sua volta memoria storica, che può (volendo)
parlare, chiarire. Ci riferiamo a Giavanni Battista Busso, tre
volte sindaco di Varazze ed allora esponente di primo piano della
Federazione comunista di Savona. Ma soprattutto faceva parte dell’organo
esecutivo del Consorzio, con la carica di vice presidente, con
presidente Pietro Morea (vedi composizione ufficiale del
Consorzio del 6 febbraio 1988 e un articolo del Secolo XIX del 24
gennaio 1988, sotto riprodotto, come pure foto e descrizione delle due
tipologie di condotte, cemento armato e acciaio). Busso dal
gennaio scorso è stato “richiamato” alla vice presidenza (vedi Trucioli
n.184). Mentre sul numero
191 di Trucioli, del 9 marzo 2009, avevamo illustrato uno tra i
capitoli meno noti e inediti dell’inchiesta giudiziaria che ne era
scaturita, ovvero una relazione allegata agli atti, dal titolo
“Le indagini patrimoniali”. |