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Il “volto” meno noto di
Fabrizio Fasciolo, oggi presidente Ascom e Silb
Un premio al coraggio imprenditoriale
per il “papà” delle discoteche savonesi
E quel giorno di
vent’anni fa al centro di un’inchiesta di Tiziana Parenti
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Savona –
Non sono molti . Lavorano sodo, proficuamente e
spesso, come si suol dire, lontano dal clamore,
dai riflettori. Forse fa eccezione per il suo
ruolo, ma non ci sono dubbi che sia diventato un
savonese doc, benemerito. Al punto da meritare
non soltanto un premio. Parliamo di
Fabrizio
Fasciolo, 54 anni, presidente dell’Ascom
di Finale
Ligure, presidente provinciale del
Silb,
Sindacato Sale da Ballo, oltre a consigliere
nazionale.
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La
Stampa
(vedi…piccolo
riquadro) l’ha di recente insignito tra i
vincitori dell’annuale
“Festivalmare”,
manifestazione ligure di prestigio e successo,
che assegna ogni anno un riconoscimento
alle “categorie
istituzionali”.
La
motivazione per
Fasciolo
(estesa nell’occasione ai soci
Giorgio
Bosio e
Nico
Decia) recita: <Il
coraggio se uno non ce l’ha non se lo può dare.
Fasciolo,
Bosio e Decia, invece, di coraggio
ne hanno, al punto
che dopo una vita passata a inventare e gestire
discoteche (Patio,
Sporting, Matisse per dirne alcune) hanno
deciso di sfidare la crisi e rilanciare il
Patio di Finale>.
Di
battaglie, sfide, ostacoli, traversie, successi,
sconfitte, soddisfazioni, amarezze,
Fabrizio
Fasciolo ne ha vissuti a non finire.
Potrebbe scrivere un libro di testimonianze, di
riflessioni, ricordi e un vademecum per ogni neo
imprenditore del suo settore. Per i tanti
giovani che magari non conoscono la storia della
nostra “Riviera by night”, le difficoltà a fare
un certo mestiere che all’apparenza può dare
tante soddisfazioni, ma
può anche
nascondere delle insidie.
Un’attività, quella delle
sale da ballo e delle discoteche, che si è negli
anni certamente evoluta, a volte non lascia
scampo se non si è all’altezza dei tempi o di
fronte a degli imprevisti, spesso nascosti
dietro l’angolo. Una sorte di: “il rischio è il
mio mestiere”.
Fabrizio Fasciolo
è entrato nel mondo dello spettacolo
giovanissimo, ha fatto la gavetta. La tenacia e
la serietà alla lunga l’hanno premiato, hanno
avuto la meglio sui giorni ed i momenti
difficili. Per
Fasciolo
potremmo dire “terribili”.
E’ tra i savonesi “illustri”
(ma il discorso vale dal primo all’ultimo
cittadino) che nella vita possono raccontare di
aver pagato un prezzo durissimo a causa di una
giustizia che a volte riesce ad essere rigorosa,
severa, punitiva oltre ogni limite.
Non siamo qui a giudicare
(non è il nostro compito) l’innocenza o meno, a
sindacare l’operato di questo o quel magistrato
nell’ambito del suo difficile compito di
decidere sulla libertà di un cittadino
inquisito. Magari per un reato che non è proprio
da allarme sociale, da obbligatorietà di
carcerazione preventiva.
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Tiziana Parenti |
Per la
“storia racconta” vogliamo soltanto ricordare
quel “terribile” 16-17 aprile 1989, vent’anni
fa. Come dimostra l’archivio di
Trucioli
Savonesi fu un giorno da dimenticare (se si
riesce) per
Fabrizio
Fasciolo (vedi
articolo del Secolo XIX del 18 aprile 1989…), allora 34 enne, affermato e conosciutissimo gestore
dello
“Sporting Club”
di Finale, vice presidente provinciale
del
Silb,
con Piero
Gozzi di Noli, presidente, a sua volta
attivissimo. E anche
Gozzi,
peraltro, ha conosciuto il “rigore” della
giustizia, in due circostanze.
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Con senno del poi è facile
sostenere che per
Fabrizio
Fasciolo la vera “giustizia umana” si è
presa la rivincita fino a condurlo, siamo a
nostri giorni, tra i più affermati, stimati e
rappresentativi operatori della nostra
provincia. Con ruoli importanti
nell’associazionismo di categoria.
Non solo per il coraggio di
rischiare, per le mille difficoltà, per la
fiducia in lui riposta da tanti operatori, ma
non si è perso d’animo neppure quando tutto
indurrebbe a gettare la spugna, a dire basta,
chi me lo fa fare.
I cronisti di allora davano
conto, nell’ambito del dovere di cronaca, di una
vicenda che anziché coinvolgere un
“cittadino qualunque” (meritando una notiziola in breve), vedeva
coinvolto per un reato tutto sommato non
infamante e da dimostrare (con sentenza) quello
che era già un personaggio noto soprattutto nel
settore del divertimento notturno.
Non conosciamo l’esito finale
di quella vicenda giudiziaria che era stata
seguita dall’allora sostituto procuratore della
Repubblica,
Tiziana
Parenti, che poi diventerà parlamentare di
Forza
Italia, spesso ospite, in quella veste, di
trasmissioni televisive a livello nazionale. Da
Savona, a Milano, a Roma, alla fine per
ritagliarsi il ruolo di avvocato, lontano dai
clamori e dalle immancabili polemiche. A sua
volta un’esperienza di vita, tutta da
raccontare, da scrivere.
Ebbene, qualunque sia stato
il “finale” (c’è da scommettere che la vicenda
ebbe un positivo risvolto giudiziario per
Fasciolo), la storia umana ed imprenditoriale merita di essere
ricordata, riproposta come testimonianza.
Allora il clamore si fece
sentire. Il premio, meritatissimo, al
Festivalmare, promosso da La Stampa, sta a
significare che il coraggio e la tenacia, alla
lunga, possono dare grandi soddisfazioni morali,
successo. Nella sua Finale,
Fabrizio Fasciolo ha da anni la testimonianza del sostegno della
maggioranza degli operatori. L’autorevolezza del
ruolo “pubblico” che ricopre e nel quale è
sempre stato riconfermato.
Trucioli si unisce a quanti
hanno ritenuto di esprimere, con un pubblico
riconoscimento, la gratitudine della società
civile. Di
Fabrizio
Fasciolo imprenditore questa provincia
probabilmente ne dovrebbe avere qualcuno di più,
con qualche palazzinaro e dintorni in meno.
R.T.
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