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Come è cambiato Il Secolo XIX in 14 anni

E il dopo Chiaramonti a La Stampa-Liguria

(Giornalismo-story che non si legge su carta stampata, web e on-line)



umberto la rocca
Umberto La Rocca

<Come è cambiato il mio Decimonono dal 1995 ad oggi, 14 anni di speranze…>. Potrebbe essere il titolo di un brano per “giornalisti e giornalismo story in Liguria” in attesa di essere dato alle stampe.

L’occasione è l’arrivo (il 24 agosto) del quinto direttore, nell’arco di quasi tre lustri. Da Sconcerti a Rizzuto, da Di Rosa a Vaccari. Con due condirettori Meli, Angelini. Con due vice direttori operativi, Bottaro e Paternostro e un vice direttore alla multimedialità (web-internet), Muda.

 L’annuncio della nomina di Umberto La Rocca l’ha data in anteprima Il Secolo XIX.it: <…il nuovo direttore del principale quotidiano ligure si insedierà dalla seconda metà di agosto. La Rocca, romano, 50 anni, negli ultimi 4 anni è stato vice direttore della Stampa di Torino sotto la direzione di Giulio Anselmi…La Rocca ha iniziato la sua carriera al Messaggero, in cronaca a Roma; è stato poi, tra l’altro, capo dei servizi cultura, cronaca, politico (è stato pure inviato speciale) ed editorialista del quotidiano. Nel 2001 è stata assunto da Marcello Sorgi alla Stampa dove è diventato capo della redazione romana. Con l’arrivo di Anselmi alla guida del quotidiano torinese, è diventato vice direttore e ha partecipato alla stagione del cambio di formato e del rilancio della testata. Ora approda al vertice del Secolo XIX che dall’ottobre 2004 era diretto da Lanfranco Vaccari e che negli ultimi anni ha intrapreso la strada della modernizzazione e dell’integrazione fra media diversi, carta stampata, internet e radio, senza dimenticare il radicamento nel territorio e la valorizzazione dell’informazione locale e regionale>.

Con annunci-spot a ripetizione, tra notizie di crisi e di rilancio, tra bilanci in rosso e conti in attivo. Chi si prenderà mai lo sfizio di verificare, ad anni di distanza, articoli, dichiarazioni, prese di posizione, comunicati sindacali.

E’ l’Italia degli smemorati che avanza, va di moda e porta “fortuna”. A volte agevola la carriera. Tra verbali di conciliazione in sede sindacale (ignorando un articolo del codice civile, recita che entro sei mesi di lavoratore può “disconoscere” e rendere inefficace quanto sottoscritto…).

Tra prepensionamenti, fondo per la Mobilità e riqualificazione professionale dei giornalisti, con istanze presentate alla presidenza del Consiglio dei ministri, dipartimento per l’informazione e l’editoria, alla “CORTESE ATTENZIONE” del prof. Mauro Masi, designato dall’ultimo governo Berlusconi alla direzione generale della Rai. Persona, dunque, di massima fiducia ieri e oggi. Una garanzia per il servizio pubblico Rai ed il mondo del giornalismo “libero”.

NON SONO BIRILLI MA GIORNALISTI




Sandro Chiaramonti

E C’E’ CHI GRIDA: “ABBASSO  I  PENSIONATI BABY” (VEDI LETTERA DI UN OPINIONISTA DEL SECOLO XIX A “UOMINI LIBERI”) 

A ottobre terminerà il terzo stato di crisi al Decimonono.

Il primo nel 1995 concesse una “gentile” pensione a Meli, Bini, Grimaldi, Ugolini, Grottin, Bianchi, Ronco, Manciotti, Arato, Sartori, Vignolo, Pasquario.

Il secondo nel 2002  toccò ad Angelini, Capurso, Rettori, Salvatori, Telefono, Sansò, Corti, Bancalari, Del Santo, Pirito, Cavagnaro, Lorini, Corrado, Buonadonna, Pizzorni.

Il terzo benservito nel 2008 a Cavallo, Cimbrico, Raffaelli, Sottanis, Gattai, Serra, Rinaldi, Giacobbe, Balestreri, Muda, Seymand, Fini, Carozzi, Pagano, Neonato, Vassallo, Macciò, Di Salvo, La Corte, Verrando, Ruocco, Ferrera.

Per fortuna non potrà esserci un altro stato di crisi (salvo chiudere il giornale per mancanza di redattori...) prima del 2013.

Appare evidente come, ad ogni stato di crisi, la qualità della redazione abbia dovuto subire un pesante depauperamento sia nelle distaccate provinciali, sia nella sede centrale, con l'uscita di importanti pedine della direzione (condirettore Meli con Sconcerti direttore; condirettore Angelini con Di Rosa direttore), dello staff centrale (citiamo Grimaldi e Grottin), del politico (Sartori, Salvatori e Balestreri), degli esteri (Rinaldi), degli interni (Ronco e Pasquario), della cultura-spettacoli (Manciotti, Arato, Buonadonna); dello sport (Vignolo, Basso e Cimbrico), delle Province (Sansò, Cavallo e Giacobbe a Chiavari; Ugolini, Carozza, Raffaelli e Sottanis alla Spezia; Gattai a Imperia; Del Santo e Corrado a Savona).

Senza contare le dimissioni di due vicedirettori: Mario Bottaro (2000) e Mario Paternostro (2003).

L’organico di un giornale di alto livello.

I redattori sono attualmente 92, ai quali va aggiunto il prezioso lavoro dei collaboratori fissi, giornalisti professionisti e pubblicisti.

A LA STAMPA – LIGURIA LA PARTENZA DI CHIARAMONTI

E’ senza dubbio il giornalista più noto della carta stampata nel ponente ligure. Una vita a La Stampa di Savona, un’intera gavetta. La promozione ai vertici, caporedattore del giornale mediamente più diffuso nell’area di ponente della Liguria (da Varazze a Ventimiglia). Parliamo di Sandro Chiaramonti (anche di lui ci siamo occupati nel precedente numero di Trucioli del 19 luglio).

Come avevamo anticipato, le  notizie erano ufficiose e parziali, tenuto conto della abituale riservatezza verso l’esterno delle redazioni. Insomma si fa cronaca di tutto e di tutti (o quasi) con la sola esclusione degli artefici di questo difficile ed sempre affascinante mestiere, professione.

Le ultime indiscrezioni riferiscono che sono confermati i prepensionamenti, a seguito dello “stato di crisi”, a partire da settembre, per Stefano Delfino (capo redazione di Imperia) e Gian Piero Moretti (capo redazione a Sanremo).

La novità riguarda proprio Chiaramonti che,  secondo voci “amiche”, avrebbe già firmato le “dimissioni” tre settimane fa. La sua uscita, trattandosi di un vero e proprio panzer dell’edizione ligure, dovrebbe però essere graduale. A questo punto non è chiaro come possa restare ancora a lungo  con i “galloni” da generale, soprattutto nell’ambito di quanto prevede il “contratto di lavoro” giornalistico che fissa mansioni, compiti, “gradi” di responsabilità, ruoli.

Tra le dimenticanze della scorsa settimana (peraltro previste e con scuse preventive) abbiamo tralasciato Fulvio Damele, responsabile per la Provincia di Imperia dell’edizione provinciale, 51 anni il prossimo 17 dicembre, da sempre il prediletto di Chiaramonti. E ancora: Enrico Ferrari e Giulio Geluardi della redazione di Imperia. Mentre a Sanremo, con Moretti, sono redattori Gianni Micaletto, Giulio Gavino.

Infine due piccole imprecisioni. Pur professionisti, non hanno la qualifica di redattori Maurizio Fico (entrato, uscito e rientrato al giornale; potrebbe prendere il posto di Delfino a Imperia), il corrispondente della zona tra Bergeggi e Borghetto, Augusto Rembado.

Il “vicario” dell’edizione ligure è il capo servizio Gianpaolo Carlini. I prossimi mesi saranno forieri di novità in “casa Stampa Liguria”. E se Chiaramonti fosse sostituito da Ferruccio Sansa, genovese, attuale inviato speciale e attento “osservatore” della realtà ligure? Un ulteriore “attacco” al principale concorrente sulla piazza, il Decimonono.

R.T.