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Una vita miserabile

di Milena Debenedetti


Tempo fa, sul suo blog, Beppe Grillo aveva scritto una frase che secondo me focalizzava bene il cuore del problema.

Analizzando la nuova proposta Orsi di legge sulla caccia, se ne era sbottato con una frase che suonava più o meno: vogliono proprio farci fare una vita miserabile!

Ecco, è questo il punto: miserabile non significa solo, o necessariamente, misero, nel senso di povero, senza soldi. No, significa anche sordido, grigio, deprimente, meschino.

  Insomma, privo di gioia, di prospettive, di speranze, di soddisfazione, di realizzazione, di completamento, di significato di sé e della vita stessa.

Siamo passati da una situazione in cui dovevamo tollerare un certo grado di disagi dovuti al “progresso” e all'economia, come inquinamento, traffico, cemento, ma in cambio avevamo un  minimo di sicurezza, anche nel lavoro, dei diritti, uno stato sociale, delle opportunità, insomma, una certa tranquillità esistenziale,  a una situazione in cui tutto è precario, ansioso, ogni conquista e diritto viene eroso e messo in discussione, le prospettive sono azzerate e in compenso i disagi aumentano a dismisura.

Il carbone? Bruciamone di più, se no chi di dovere non ci guadagna abbastanza. Le case? Che significa, servono o non servono, il criterio non è quello, il criterio è che ci sono capitali da investire, leciti e non, che debbono avere un facile ritorno. I rifiuti? A chi importa del riciclo, della microimprenditoria diffusa e virtuosa, del lavoro  che potrebbero generare. No, dobbiamo bruciarli, bruciarne sempre di più. E' più semplice, si ottengono grandi investimenti, si cementifica, si guadagna, si lucra.

Non basta? Cosa importa la domanda autentica di energia, cosa importa il risparmio, lo sfruttamento oculato delle risorse, usando le materie prime in modo da avere rendimenti più alti... Serve far muovere il drago mostruoso della grande economia, che brucia tutto al suo passaggio. E così, aggiungiamoci il nucleare, quello obsoleto, devastante, inquinante come niente altro.

 Siamo continuamente alle prese con questi incubi, e non esiste via di fuga. Né è possibile che una persona, senza un soldo in tasca ma comunque con una buona salute, degli affetti, la pace nel cuore, possa fischiettare, guardare un cielo azzurro, un albero, annusare il profumo di un fiore, sentire un uccellino cantare...

Non se ne parla: spariamo all'uccellino, bruciamo l'albero, cementiamo il prato con palazzi, parcheggi e capannoni vuoti.

Attenzione: ha una sua perversa logica tutto questo. Una logica devota al profitto, arida, miope, ma una logica. Non è che lo facciano, che il potere economico-politico faccia tutto questo, semplicemente così, per farci dispetto.

Una persona in pace con se stessa, che si accontenta di ciò che ha, anche di ciò che non è tangibile, senza frustrazioni, bisogni, invidie, desideri, è una persona improduttiva per l'economia, non consuma per riempire il vuoto, per compensazione, per imitazione del ricco. Non cerca surrogati artificiali di realtà e benessere. Bisogna combattere queste cattive abitudini, convertirla, convincerla che è malata e infelice, se necessario circondarla di desolazione per crearle nuove mancanze e nuovi bisogni.

Se ragioniamo in termini emotivi, con la convinzione che in fondo debbano pensarla tutti come noi, che è impossibile che non vedano, non capiscano, non sentano parlare il cuore... sbagliamo.

E' su questo errore, su questa ingenuità di fondo, di voler fare appello al cuore di chi ragiona da tutt'altra parte, che spesso si sono arenati propositi e battaglie, ambientaliste o sociali.


Non siamo nel signore degli anelli e loro non sono Sauron

Mi sfuggono ciniche risate, quando leggo gli appelli accorati che persone in buona fede, di destra o di sinistra, rivolgono ai loro leader, su questi temi fondamentali. Ma davvero pensate che possano ascoltarvi, commuoversi per qualche discorso? Non è neppure questione di bontà o cattiveria, quanto di sensibilità azzerata, di ambienti, prospettive e punti di vista diversi. E' come fossero su altri pianeti. Certo, magari ogni tanto qualcuno che cambia idea c'è, qualche mosca bianca. Ma non qui in Italia, dove la sensibilità ambientale è bassissima,  o perlomeno  non agli alti livelli. Gli Al Gore ci sono solo in USA, inutile sperarci.

Dunque, la prima cosa da fare è cercare di immedesimarsi, di analizzare le cose dal loro punto di vista, per meglio contrastarli.

E spesso, credetemi, non sarebbe poi così difficile, trovando la giusta prospettiva. Trovando la logica anche in ciò che sembra assurdo.  E si smonterebbe anche il moloch più minaccioso.

La legge sulla caccia, per esempio. Quale ne è lo spirito di fondo? Che alla base c'è un settore economico importante, quello delle armi e accessori vari, nonché i vari permessi e balzelli.  

Il settore è in crisi, e si ragiona come si ragionerebbe per qualsiasi altro settore in crisi: cercando di rivitalizzarlo. La natura in tutto questo non c'entra, non è neppure considerata  come tale, ma solo come parte del business.

Ci sono sempre meno cacciatori (vivaddio!), localizzati in zone ben precise e sempre più vecchi? Soluzione: diamo il fucile in mano ai ragazzini, per incentivarli. Tra l'altro in quelle zone abbiamo importanti bacini di voto, ed ecco due piccioni con una cartuccia.

La fauna selvatica è depauperata, ridotta? Che diamine, qualcos'altro a cui si può sparare ci sarà bene: aumentiamo le specie cacciabili, aumentiamo il periodo, lasciamo sparare dentro i parchi con la  scusa che la caccia è attività nella natura...

Le opposizioni? Be', se la buttiamo dal punto di vista dei posti di lavoro del settore, di sicuro non fiatano.

La comunità europea? Certo arriveranno le multe, ma tanto i tempi sono lunghi, nel frattempo noi andiamo avanti e poi tanto pagano i cittadini.

Ecco, spiegato così tutto torna. E allora, forse, se invece di lasciar spazio alla sacrosanta indignazione per il crimine di far sparare senza pietà e senza criterio, ci basiamo su questi punti, freddamente, ci accorgeremo di come legge e presupposti abbiano una logica. Sbagliata, miope, distruttiva, ma pur sempre una logica.

 

Quand'anche questa mostruosità fosse approvata, farebbe sì, ahimé, danni gravissimi, ma a breve termine, perché non frenerebbe la riduzione di tesserati già in atto, e perché con le sue enormi storture finirebbe per aggiungere ai già numerosi insofferenti e ostili alla caccia sempre più persone e categorie, andando a toccare gli interessi anche di coloro che fino a questo momento erano indifferenti o simpatizzanti esterni e provocando alla fine l'indignazione generale, echi e clamori anche internazionali.

 Non sto dicendo, attenzione, lasciamoli fare, o tanto peggio tanto meglio, ma solo che una giusta prospettiva razionale aiuta a difendersi meglio.

Non partiamo neppure dal presupposto che loro, quelli che stanno ai vertici di questo mondo politico-economico, siano “i cattivi” a prescindere. Non siamo nel signore degli anelli e loro non sono Sauron (anche se certe volte lo sembrano proprio), ma grigi e spenti e miopi manager con ventiquattrore, privi di sensibilità e fantasia.

Capire logica e presupposti aiuta a smontarli e a superare quel senso di ineluttabilità impotente che a volte prende alla gola. A parlare direttamente e con argomenti convincenti ai tanti che ancora supportano il sistema per rassegnazione, per ricatto economico, per la famosa storia del meno peggio o per la convinzione sbagliata che non esistano alternative.

A far capire a sempre più persone che abbiamo tutto da perdere e niente da guadagnare, continuando così. A trovare le chiavi per penetrare nelle menti chiuse o riluttanti.

Alla fine, la consapevolezza diffusa potrebbe fare la differenza, insieme con la crisi. Sono una marea, le persone che di questa vita miserabile non ne possono davvero più. Solo che alcuni ancora non lo sanno, sono insoddisfatti ma non sanno perché. Bisogna costruire una cultura nuova, sociale, culturale e ambientale, e dare delle risposte.  I tempi sono maturi.

 

Milena Debenedetti 

Il mio nuovo romanzo  I Maghi degli Elementi