Se la Sagra è genuina, benvenuti ai buongustai

Trucioli Savonesi insiste, dopo essersi occupato di sagre e prodotti tipici, concorrenza con le attività commerciali.

I lettori ci sostengono, almeno per “stare al gioco”. Ci segnalano, dalla Liguria di Ponente, le “sagre taroccate”.  Nessuna battaglia contro gli organizzatori che non si mettono in tasca i soldi. Ma la denuncia di un “sistema” distorto di cui da anni si parla, e come sempre accade nel Bel Paese, non cambia mai nulla.

Tutti smemorati, forse buontemponi, ad intervalli ci ricordiamo di  decennali “guerre” per concorrenza sleale, della scomparsa di prodotti  tipici offerti al pubblico e assai poco “nostrani”.  

Ed ecco che il 12 giugno La Stampa ci ricorda: <Un piano per valorizzare e promuovere l’entroterra, la Liguria, puntando alle eccellenze che produciamo…E’ il progetto Terragir… presente l’assessore all’Agricoltura, Giancarlo Cassini….2 milioni di euro per fare promozione….>.

E Il Secolo XIX di martedì 8 luglio informa che la nuova dirigenza dell’Ortofrutticola di Albenga punterà sul rilancio dei prodotti tipici del <nostra terra>. In modo che i soci della Cooperativa traggano finalmente adeguati profitti dalla loro attività, commercializzando prodotti di provenienza certa, identificabile. Dal contadino della piana al consumatore, senza inganni e senza trucchi.

Detto fatto. Tutti allineati. Rigore e coerenza. Basta tarocchi. Siamo finalmente seri.

Perciò merita una visita la “Sagra della Buridda” ad Albissola Mare. Chissà che fatica per i produttori locali di ingredienti tipici. Ma almeno la soddisfazione di dire: questa è la vera buridda delle nostre nonne. E’ rimasta genuina come quella di una volta.

A Murialdo si ci può rivolgere tranquilli per la Sagra del coniglio. Tutta provenienza nostrana, al punto che sono in costante aumento i piccoli allevatori locali. Un modo per incentivare l’economia famigliare,  in paese ormai si pranza o si cena con i conigli di casa nostra. Non quelli allevati con mangimi, ricchi di sostanze antiossidanti e qualcosetta di ancor meno invitante, per l’ingrasso degli animali.

A Loano tiene duro la Sagra del Crostolo e non per fare cassa in un Comune ricco (vedi gli articoli di Trucioli sulle spese per manifestazioni e feste) , ma per non far morire la produzione artigianale di crostoli che residenti e turisti possono sempre trovare nei negozi della città. Insomma anche in questo caso piena valorizzazione  della tradizione. Messa in pratica.

A Castelbianco rimane lo squisito richiamo della “Sagra del fritto misto”, antichissimo piatto-specialità del paese. Da sempre meta di turisti che raggiungono Castelbianco sapendo che nei ristoranti della zona il “fritto misto” rimane il menù forte dei buongustai. Ecco dedicata persino una sagra.

A Boissano , ma anche a Borgomaro (imperiese), non molti sono a conoscenza che si alleva la porchetta. Eccome e per reclamizzare la produzione locale, sia gloria alla “Sagra della Porchetta”. Non mancate se volete far felici i produttori locali, incoraggiarli a continuare. Tra l’altro si aiuta anche la ristorazione del paese. Boissano e Borgomaro terre di porchetta. Si può dire anche maialino?

A Seborga, quasi Repubblica indipendente, c’è un fiorire di allevamenti di cozze. Al punto da fare concorrenza a quelle del golfo spezzino. E’ una produzione particolare a Seborga che ci consiglia di visitare. Anche in questo caso come incentivo ai produttori locali. Un piatto immancabilmente della cucina del paese.

In diretta concorrenza con Taggia da sempre produttrice, nelle sue acque di mare, di magnifici totani. Da non confondere con quelli di allevamento che arrivano da mezzo mondo. Fate felici, per una volta, i pochi pescatori rimasti. I totani di Taggia  non si estinguono.

Avete letto come è facile trovare le delizie della nostra terra e del nostro mare? Basta essere coerenti e pazienti. Ed aver tanta fiducia nella sagre tipiche, con veri prodotti tipici. Con profumi e gusti unici. Nulla a che vedere con prodotti industriali, lavorati e semilavorati. Ma soprattutto taroccati per palati poco esigenti. E stomaci di ferro.