TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
EMISSIONI: G8 FALLITO, LA PROTESTA CONTINUA Mentre a Vado la soddisfazione, per i blitz dimostrativi di
Greenpeace alla centrale, ha, di fatto, ricompattato il fronte dei
gruppi che a vario titolo combattono l’ampliamento e lavorano per il
depotenziamento, la delusione per la mancata presa di responsabilità
del G8 per ridurre le emissioni di CO2, è tanta. A Vado non bisogna, però, demordere e ora, in maniera più
incisiva, proseguire nella protesta a vario titolo. Una protesta finalizzata a fare pressione sul Governo italiano
a cambiare rotta in fatto di centrali a carbone e centrali nucleari,
così com’è determinata a fare Greenpeace verso tutte le nazioni più
ricche affinché prendano misure decisive sui cambiamenti climatici. “G8: Failed” (G8: fallito) è ora la posizione
dell’organizzazione ambientalista. Gli
attivisti, a bordo di gommoni, sono riusciti a scriverlo sulla fiancata
di una nave carboniera in rada a Civitavecchia. I dimostranti hanno chiesto, dall’alto delle ciminiere di
Brindisi, Marghera, Porto Tolle, Civitavecchia e Vado Ligure in diversi
modi al G8 di porre le condizioni per un accordo importante alla
Conferenza Onu di Copenhagen del prossimo dicembre sul clima. L’hanno fatto, a Vado, sull’impianto Tirreno Power, con
scritte e striscioni, chiedendo ai governi del G8 di prendere la
leadership della lotta ai cambiamenti climatici. Purtroppo, ancora una volta, i leader del G8 hanno
tragicamente rinviato l´azione sul clima alle future generazioni e hanno
abbandonato le popolazioni più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti
climatici, sprecando l’ennesima occasione. Hanno fallito perché hanno rinunciato a stabilire obiettivi di
medio termine, rinviando al G20 la discussione sugli investimenti che
serviranno alle nazioni in via di sviluppo per combattere i cambiamenti
climatici. I capi di governo hanno mostrato a tutti di essere dei politici
bravi solo a fare proclami non dei leader che sanno decidere le azioni
necessarie per affrontare le ormai note problematiche ambientali e
salvare il pianeta. Essi, consapevoli, chi più chi meno, degli impatti devastanti
già in atto, hanno deciso di rinviare questa responsabilità ai governi
futuri e alle prossime generazioni. “La loro eredità e, cosa più importante, il nostro futuro sono
ora sospesi sul filo”. Dice Onufrio, presidente di Greenpeace “Sebbene abbiano
finalmente ammesso che l´aumento della temperatura media del pianeta
dovrà essere contenuto sotto i 2 gradi, il G8 non ha indicato come
raggiungere questo obiettivo. Quando le Nazioni Unite terranno una
sessione sui cambiamenti climatici, il prossimo 22 settembre, questi
capi di governo dovranno essere pronti: il tempo per l´azione è ora” . Il tempo dell’azione è ora, anche a Vado. Gli amici del Moda, i rappresentanti dei
Medici per l’ambiente e dell’Ordine di Savona come, tutti i Comitati
come Uniti per la salute e Vivere Vado, le Associazioni ambientaliste,
l’Amministrazione Comunale, i Blog, il Meetup di Grillo e tutti coloro
che stanno lavorando intorno a questa battaglia, adesso devono
promuovere azioni sinergiche ed incisive. Non possiamo permettere che la tutela della
salute, anche e soprattutto delle prossime generazioni, sia
contrabbandata con l’onnipotenza del falso sviluppo e del mercato. Le patologie tumorali e neurologiche
infantili legate a cause ambientali si vanno sempre più evidenziando nel
mondo cosiddetto “ricco” e quindi più “sviluppato”. Bisogna agire ora. L’inquinamento , i cambiamenti climatici e
il surriscaldamento del pianeta si stanno indirizzando ad un punto
di non-ritorno e questo richiede decisioni immediate. Quarant’anni saranno la morte
dell’ecosistema. Abbiamo bisogno di concepire una società in
cui i valori economici siano mezzo della vita umana e non fine. La distruzione del pianeta sta
nell’accecamento e nell’impotenza nel fare una vera diagnosi alla
malattia, prolungandone l’agonia. L’aberrazione della ricerca senza limiti del
profitto produce solo catastrofi dolorose che devono però insegnarci
qualcosa: Chernobyl, l’effetto serra, i rischi ambientali, la
deforestazione e i danni alla salute dell’uomo, la contaminazione
alimentare, non sono fantasie, ma gravi realtà. Mentre i Paesi dei “nuovi ricchi” non sono
disposti ad arretrare la loro corsa verso lo ”sviluppo”, consapevoli ma
irriducibili nel voler limitare i danni e gli altri non sembrano volerli
ostacolare visti i profitti di scambio in atto, il “fallimento”
non può e non deve segnare la fine della speranza.
ANTONIA BRIUGLIA
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