TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni
Un articolo di “Repubblica” sulla “scuola”
della buona amministrazione
Gioie e dolori del “porto delle meraviglie”
A Imperia in frantumi anche “Padre Pio”
I presagi dicono che “porti male”. Intanto
sono in molti a fare gli scongiuri
Imperia – Non c’è pace,
dopo tanta “gloria”, nel costruendo maxi porto di Imperia. Se
giornali economici nazionali continuano a sfornare paginate e mezze
paginate di pubblicità, con l’invito ad un promettente investimento, le
cronache locali, pur senza euforia, hanno descritto alcune disavventure,
buchi neri. Non parliamo di ambiente. Ai cittadini interessa soprattutto
il “progresso”. Più quello economico ed immediato.
Nei mesi scorsi persino la parca tivù Rai
regionale si era dovuta occupare delle proteste dei dipendenti di
imprese del sub appalto (in porto) per mancati pagamenti, ritardi,
minacce di sequestri, via vai di ufficiali giudiziari. Avvisaglie non
proprio pregnanti in un contesto come quello del futuro porto turistico.
Pubblichiamo anche l’intervento sferzante di
Marco Preve che su Repubblica-Il Lavoro racconta una storia
che magari può interessare a qualche lettore di Trucioli. Possiamo
definirla una vicenda più o meno esemplare? Se ne leggono tante, ma
forse questa mancava, almeno per chi ha la memoria storica del ponente
ligure.
E poi, come non parlare, di altre “disgrazie”
di cui non si sono occupati i giornali più diffusi. Il giorno della
festa patronale di San Giovanni, è precipitata, finendo
disastrosamente sul pavimento, la statua di Padre Pio. Evento
dovuto, a quanto pare, ad un sbilanciato intervento umano in
preparazione della solenne processione.
Una settimana prima, invece, un fulmine aveva
distrutto e staccato la parte superiore della statua in marmo sul
Monte Frontè, parrocchia di Mendatica.
Ora i due accadimenti non sono certo collegati,
ma gli “oroscopi” parlano di neri presagi. Non ci crediamo. Padre Pio
a San Giovanni Rotondo sarà onorato con una cripta di foglie
d’argilla rivestite d’oro. Le fonti ufficiali indicano l’utilizzo di 12-
15 chilogrammi d’oro. La fusione di tanti doni (ex voto). Calcolato al
valore attuale, di 21 euro al grammo, si arriverebbe a 315
mila euro (600 milioni delle vecchie lire). Non sembra poi cosi
mastodontico come spesa. Se si tiene conto ad esempio dell’oro massiccio
presente nella cattedrale di Cefalù, oppure in quella di
Ravenna.
I frati cappuccini hanno reagito indignati alle
accuse di non rispettare il “voto” di povertà, umiltà, la loro missione,
replicando che l’oro simboleggia solo la gloria a Dio e l’espressione di
bellezza del Divino. E che Padre Pio non si sarebbe affatto
scandalizzato della cripta (2 mila mq) rivestita d’oro. I frati di
Pietralcina onorano degnamente quello che il loro confratello
taumaturgo e guaritore, intercessore di miracoli in tutto il mondo,
voleva.
Sicuramente non avrebbe gradito e forse neppure
immaginato che la sua statua fosse
vittima di un incidente nella chiesa
parrocchiale di Oneglia, lasciando increduli ed amareggiati tanti
fedeli.
Stai a vedere che è, secondo le credenze care
ai nostri avi, la maledizione verso le “cattive azioni” degli uomini. Ad
iniziare dall’opera più faraonica e presunto fiore all’occhiello della “nuova
Imperia”. Quelle malefatte che nel “porto” vedrebbero molti
“peccatori”, impuniti dalla giustizia dell’uomo, ma non quella divina. E
già perché sulle aree demaniali imperiesi, in quel di Ponente
soprattutto, oltre Porto Maurizio pare che gli esseri terrestri
si siano macchiati di altre marachelle. Non siano mai stati richiesti i
soldi della “concessione demaniali.” Ci sono stabilimenti balneari,
attrazioni, una fiorente attività nei mesi estivi. Nessun scandalo.
Tutto va bene. Ordinaria amministrazione. Se tutti tacciono significa
che è giusto che sia cosi.
|
Pagina XV -
Genova
|
|
Imperia, il
porto delle "meraviglie" il Comune è
moroso con se stesso
|
|
L´opera voluta
da Scajola rischia di naufragare per un
puffo
|
|
|
|
Se non sarà
pagata un´altra rata del canone decadrà
la concessione demaniale
|
Il contenzioso
con una amministrazione pubblica non gli
ha impedito di essere scelto dai sindaci
imperiesi per un nuovo ruolo di vertice
|
Sullo sfondo
della vicenda anche il caso dei fondi
Fas 320 milioni per le aree
sottoutilizzate
|
|
MARCO PREVE
|
|
Come fa un
Comune ad essere moroso (non nel senso
di innamorato) con sé stesso? Ancora una
volta riesce in un´impresa a dir poco
ardua, l´amministrazione comunale di
Imperia. E lo scenario non poteva che
essere il costruendo porto, quello che
sarà il più grande del Mediterraneo, ma
che nell´attesa ha già permesso alla
giunta dell´allora primo cittadino Luigi
Sappa di commettere un abuso edilizio
attraverso i propri rappresentanti e poi
multarsi allo stesso tempo.
L´ultimo capitolo è contenuto in una
lettera con cui il Comune, a marzo, ha
comunicato all´Agenzia del Demanio di
attivarsi, anche con la riscossione
coattiva (leggi pignoramento), nei
confronti della società Porto di Imperia
spa la quale, titolare della concessione
demaniale, non avrebbe pagato il canone
relativo al 2008 per una cifra pari a
438mila 128,57 euro, cui vanno aggiunti
alti 43mila 812,86 euro di tassa
regionale.
La particolarità della vicenda è che la
società appartiene per un terzo proprio
al Comune di Imperia che ha sollecitato
il pagamento, e se non bastasse il
presidente della spa è Paolo Calzia, che
è pure direttore generale del Comune
appena riconfermato dal neo eletto
sindaco ed è uno dei quattro indagati
per abusi edilizi dal pm Paola Marrali.
L´Agenzia del Demanio nei giorni scorsi
ha chiesto all´amministrazione di
fornire una serie di documenti necessari
ad istruire la pratica. Il pagamento non
è ancora arrivato nonostante due
solleciti del giugno e del dicembre
scorso. L´articolo 5 della concessione
demaniale marittima stabilisce, tra
l´altro, che il mancato pagamento di due
rate del canone comporta la decadenza
della concessione stessa. Difficile
capire se il "puffo" dipenda da
difficoltà finanziarie dei partner
privati della società (i gruppi che
fanno capo ad Elisabetta Cozzi Parodi e
Francesco Bellavista Caltagirone) o se
invece si sia trattato di un equivoco o
ancora di un contenzioso in corso con i
soci pubblici e privati in conflitto.
Certo pare impossibile una svista, tanto
più se si considera che il presidente
del collegio sindacale è il
commercialista Silvano Montaldo, uomo di
fiducia del ministro Claudio Scajola che
lo ha voluto in Finmeccanica e nominato
tesoriere regionale del Pdl. Bisognerà
ora vedere come il nuovo sindaco Paolo
Strescino affronterà il caso porto.
Pensare a grandi novità è azzardato,
visto che assessore all´urbanistica è
stato confermato Luca Lanteri, quello
che di fronte alla multa da 30 mila euro
alla Porto di Imperia, nonostante 10mila
fossero a carico della parte pubblica,
commentò: «In fondo il Comune ci ha
guadagnato 20 mila euro».
La sanzione era per quel capannone i cui
lavori erano iniziati prima ancora che
la variante fosse approvata in
conferenza dei servizi, e che è costata
al momento quattro avvisi di garanzia
(oltre a Calzia l´architetto Emilio
Morasso, progettista e direttore dei
lavori, e poi due rappresentanti dei
costruttori Delia Marlonghi e
Mariassunta Longo). Per il comune si
trattava solo di una formalità, ma fino
ad oggi la Regione Liguria non ha ancora
sbloccato la pratica.
E non è tutto, perché altre presunte
irregolarità edilizie sarebbero oggetto
di approfondimento. Alla fine di maggio,
la Commissione di Vigilanza e Collaudo
presieduta dall´ingegner Pierre Marie
Lunghi, dirigente del Settore Porti e
Demanio Marittimo, ha incaricato un
esperto di verificare la conformità
delle opere fin qui eseguite. E pochi
giorni fa i dubbi sarebbero stati
formalizzati, proprio in occasione di
una riunione della Commissione.
Riguarderebbero in particolare due
aspetti: il profilo, e in particolare
l´altezza, della banchina di San
Lazzaro, che sarebbe stata eseguita in
anticipo rispetto alla variante in corso
d´opera; e poi un ampliamento, rispetto
al progetto originale e ad un´altra
variante da concludere, della cosiddetta
palazzina "Corpi dello Stato", ovvero un
edificio a San Lazzaro che dovrà
ospitare gli uffici della Capitaneria.
Questioni che sicuramente convinceranno
la Regione Liguria a procedere con i
piedi di piombo. Cautele queste ultime
che, secondo l´assessore Luca Lanteri,
rispondono solo a speculazioni politiche
del presidente Claudio Burlando. Un
clima senz´altro teso, che coincide tra
l´altro, temporalmente, con l´ultimo
passaggio al Ministero dello Sviluppo
Economico dell´Imperiese (e primo
sostenitore del porto) Claudio Scajola,
dell´assegnazione dei fondi Fas, 320
milioni destinati alle aree
sottoutilizzate già deliberati dal
Comitato interministeriale per la
programmazione economica, ma che ancora
devono arrivare nelle casse di via
Fieschi.
|
|