Rischi di caduta per le piante malate e indebolite

MICHELE COSTANTINI

In piazza del Popolo
un virus divora gli alberi

SAVONA
LA STAMPA
E’ andata bene che è accaduto di notte». Il giudizio unanime è dato dai vigili del fuoco, dalla polizia municipale e dagli operai dell’Ata, dopo il crollo improvviso di un grosso ramo di platano, la scorsa notte sulle strisce pedonali tra piazza del Popolo e via Paleocapa. Un crollo che non ha causato danni. Il platano di oltre sessant’anni è stato poi eliminato in giornata dall’Ata, con il taglio dell’albero alla base del tronco.
Per la seconda volta quindi, nell’arco di pochi mesi, un platano è stato tagliato sul lato esterno dei giardini di piazza del Popolo per la fragilità dei rami. Fragilità dovuta alla presenza di un fungo: il «fomes» che, attraverso le lesioni della corteccia, invade i tessuti vascolari sino a distruggere l’interno del tronco e dei rami, svuotandoli. Gli esperti purtroppo possono fare ben poco, il fungo killer non patisce terapie fitosanitarie efficaci se non quella del controllo costante della pianta ammalata. Controllo che non si limita solo alla visione continua della corteccia, ma anche ad un attento monitoraggio interno della pianta. Aspetto questo che l’Ata savonese esegue costantemente con i propri esperti.
E’ anche vero, però, che il più grande «cuore verde» urbano della città, dopo oltre un secolo di vita, presenta inesorabilmente il proprio conto. Gli alberi a dimora, all’interno di uno spazio non più grande di un ettaro, sono ormai quasi 250. Di questi, 144 risultano posizionati ai bordi laterali dei giardini, distanti tra loro a non più di 4 metri, quando invece ne occorrerebbero molti di più per consentire alla pianta di estendere la propria chioma. Per fare solo un esempio, i platani avrebbero bisogno di uno spazio di 7 metri di raggio e una superficie occupata di 120 metri quadrati. Come dire che tra un platano e l’altro la distanza ideale non dovrebbe essere inferiore ai 14 metri. Volendo, quindi, fare semplicemente due conti, dei 250 alberi presenti, per migliorarne la loro salute, bisognerebbe dare inizio ad una vera «cura dimagrante», che in botanica si chiama diradamento o taglio di selezione.
Certo, pensare di eliminare anche un solo albero dai giardini della storica piazza puà gia provocare qualche mal di pancia, ma è anche vero che la selezione tra le piante affinchè diventino più sane e più forti è una legge naturale. Tra gli esemplari più belli e famosi presenti nei giardini di piazza del Popolo sono da citare gli splendidi lecci alti oltre 30 metri dalla chioma imponente e l’unico esemplare in città dell’albero della canfora, dall’inconfondibile odore del suo legno.