TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni Alassio resta la “capitale” preferita. Ogni
cinque minuti un’offerta. Perché? Massaggi cinesi (con sconti) Boom di “tarocchi” tra le sdraio Chi sono i protagonisti e chi ne
usufruisce. Leggono “Libero” e “Il Giornale” Alassio – C’è chi assicura
che la “piaga” dei vu’ cumprà, in pieno sviluppo con la stagione
balneare, quest’anno sia in lieve diminuzione. Un buon segno soprattutto
per un più incisivo impegno dei carabinieri. Non disponiamo, tuttavia,
di dati specifici. Trucioli Savonesi aveva fatto un reportage, due
estati fa, dalla spiaggia alassina, raccogliendo l’utilissima
testimonianza di un bagnino che, ovviamente, non credeva di parlare con
un cronista. Confidenze a ruota libera, facilmente riscontrabili. Quest’anno, lunedì 15 giugno, dopo le 10 del
mattino, abbiamo rivisitato la stessa zona, restando sul bagnasciuga.
Ecco con una “videocamera” nascosta alcune riprese. Per documentare solo
in piccola parte ciò che abbiamo visto. Dalle 10 alle 12,30, abbiamo
contato l’alternarsi di 16 “vu cumprà”, in particolare alcuni volti
noti, abituès del passato. Molto riforniti. Sicuri del fatto loro. Due gli aspetti che emergono con maggiore
evidenza: la costante e sfacciata presenza di borse e altra pelletteria
con marchi prestigiosi, chiaramente contraffatti. Un mercato, almeno
quello “taroccato”, che è una palese sfida ad ogni regola. Perché pazienza vendere chincaglieria varia,
ben più grave è spacciare merce ai danni di aziende e dell’intera
filiera che commercializza i prodotti. Una sfida palese e sfacciata alla
legalità di quei commercianti che devono rispettare la civile
convivenza. Tra l’altro molti dei protagonisti di questo
commercio sono gli stessi che resistono ormai da anni sulla spiaggia
alassina. Si tratta di una famiglia patriarcale marocchina, con diversi
adepti, che abbiamo anche descritto tra le testimonianze raccolte dal
bagnino due anni or sono. Altra curiosità sono gli abituali clienti, a
cui possiamo aggiungere gli utilizzatori dei massaggi, a loro volta
vietati anche da un’ordinanza comunale. Due anni fa erano stati messi in circolazione
cartoncini a colori per avvertire i cittadini-turisti che non è
consentita l’attività di estetista-ambulante. Qualcuno sostiene che per i “massaggiatori” o
“massaggiatrici” non possono essere utilizzati i vigili urbani, ma solo
gli uomini della Capitaneria, tra l’altro, assenti dal litorale almeno
quella mattina. Come documentano le foto, abbiamo ripresa una
coppia al “lavoro”, uno accanto all’altro. Nuovo metodo di lavoro? E, curiosità davvero “provocatoria”: se uno
dice, anche scherzando: “Sono un leghista, non vogliamo…”. Risposta:
<Bravo, bravo, io con te amico Lega, sconto particolare. Sconto per Lega
amico>. Ma chi sono i cittadini-bagnanti che ricorrono
con più frequenza (parliamo di percentuali approssimative) ai massaggi e
agli acquisti di merce “firmata”? Se qualcuno vuole togliersi la soddisfazione
osservi. Sono persone che leggono “Libero” e Il Giornale. Pochi La
Stampa e Il Corriere. Se poi riuscite, da turisti, ad intavolare il
discorso, ascolterete: <Questi poveretti devono pur vivere…>. Oppure
<Fanno ottimi massaggi, sono bravi, li conoscono da alcuni anni… a dieci
euro, quando vai in città ti chiedono 30-50 euro…>. Si ma non è vietato? Risposta: <I primi in
Italia a violare la legge sono i comunisti, gli operai delle fabbriche
col doppio lavoro, gli sfaticati negli uffici pubblici…>. Può darsi, il tema è capire per quale ragione
non sia possibile prevenire (anziché reprimere) il fenomeno del dilagare
sulla spiaggia alassina. Diciamo, ad esempio, una più significativa e
costante presenza in divisa che finirebbe per scoraggiare. La fase
successiva dei sequestri farà crescere la statistica, farà notizia, ma
la resa finale è quella che offre la situazione. Ogni cinque minuti, anche meno, il bagnante
viene avvicinato da chi “offre”, propone, insiste, persiste, ti sta
davanti. Bagnini e titolari di bagni appaiono, a loro
volta, rassegnati. Non fanno storie. Preferiscono girarsi dall’altra
parte. L’insistenza con cui propongono la merce, il servizio massaggi,
non è piacevole. Non è rilassante dover rispondere dieci, venti volte
“no grazie”. Ad Alassio non molti anni fa era esplosa una
clamorosa protesta. Si era fatto parte diligente un cittadino, Fabio
Lucchini. C’era stata una raccolta di firme di commercianti,
esercenti, albergatori. A distanza di mesi rileggersi alcune prese di
posizione può fare giustizia di cosa significhi l’insulto gratuito solo
per avere il coraggio di rendere pubblico ciò che altri invece ritengono
di mettere a tacere, o con la sordina. O di addolcire con le dovute
maniere. Del resto Trucioli Savonesi ha portato
alla ribalta (seguito dai giornali, una volta tanto) l’impennata di
negozi, anche nelle zone centrali, di proprietà di cittadini asiatici
che vengono a prezzi “imbattibili”. Merce da uno a cinque euro. Il fenomeno si arricchisce di novità. Alcuni
ambulanti da spiaggia - Alassio compresa – sono stati visti uscire da
questi locali. Fanno dunque da magazzino per poveri disperati? In altre
circostanze c’è chi ha segnalato che la Finanza ha elevato verbali ai
gestori e che nell’arco di 48 ore, arrivano nuovi titolari. Tutti spesso vittime di “organizzazioni” che al
limite della legge si prestano alla compravendita della licenza,
contratti di affitto (sempre salati). Chi sono i proprietari degli
immobili? I comuni perché non segnalano immediatamente i dati in loro
possesso alla Guardia di Finanza? Chi ci specula non sono soltanto
organizzazioni criminali straniere, ci sono italiani, vivono nelle
nostre città, si conosce nome e cognome. Da chi sono protetti, se
possono tranquillamente fare i “mercanti” di attività commerciali di cui
i cittadini vedono i risultati? |