ALTER: Caro Aldo, intendo
rispettare gli impegni presi la scorsa settimana; sono pronto, quindi, a
discutere sulla situazione attualmente esistente nel settore produttivo agricolo
e sulle possibilità occupazionali giovanili ad esso connesse. |
ALDO:
Un momento, Alter! Dobbiamo metterci d’accordo, preventivamente,
sui limiti dell’argomento che, oggi, vogliamo trattare; non
dobbiamo dimenticare, in proposito, che l’agricoltura
rappresenta la funzione più antica e più importante delle
attività umane, non soltanto nella sua accezione economica, ma
anche nella sua valenza sociale e culturale: interi popoli
continuano a sopravvivere, nel Mondo, affidandosi unicamente
alle pratiche agricole!
Non dimenticarti,
poi, che alle modalità di praticare, in concreto, la
coltivazione dei beni agricoli, sono associati altri problemi di
estrema complessità, quali, ad esempio, le
Disponibilità Idriche;
voglio semplicemente ricordarti che l’acqua è fondamentale per
l’agricoltura, la quale, per di più, rappresenta il settore a
più alta incidenza nel consumo di risorse idriche; desidero
evidenziarti, di conseguenza, che il rapporto fra
un’indispensabile crescita della produzione agricola (per
sfamare la popolazione mondiale in progressivo aumento) e la
ridotta disponibilità di risorse idriche rappresenta,
attualmente, il più importante dei problemi strategici da
affrontare, addirittura in ambito internazionale.
Voglio, infine,
accennarti ad alcuni problemi (ripetutamente da me affrontati in
passato) che vanno dalle
Deforestazioni
per ottenere sempre più spazi dedicati alle coltivazioni, alle
Monoculture ossessive, unicamente finalizzate ad ottenere il
maggiore profitto economico possibile, alle modalità di
Concimazioni delle Terre, al massiccio e disordinato
ricorso ai
Disinfettanti ed Antiparassitari Chimici,
sino a giungere al ricorso agli
OGM ed alle
più sofisticate tecniche di
Ingegneria Genetica.
Caro Alter, dobbiamo, oggi, discutere su
tutto questo? Ti faccio notare che per affrontare seriamente
tutti questi problemi occorrono almeno venti giorni e non
soltanto le due ore che abbiamo a disposizione!
ALTER:
Ma no, Aldo! Io mi riferivo soltanto ai problemi occupazionali
delle nuove generazioni nella nostra Liguria! Non a caso,
abbiamo affrontato, nei nostri precedenti incontri, le
possibilità future di impiego dei nostri giovani nel settore
Industriale ed in quello Turistico!
Il tema che noi, oggi, dobbiamo affrontare è
il seguente: la Liguria offre disponibilità occupazionali anche
nel Settore Agricolo? Oppure no?
Bene, Aldo! Io non
sottovaluto affatto i complessi temi, da te ora semplicemente
accennati; sono gli argomenti che, a mio modo di vedere,
dovrebbero essere alla base delle discussioni del
Prossimo G8
ed i risultati di questo fondamentale confronto internazionale
non sono affatto scontati!
Ma rivolgiamoci al concreto, Aldo: noi due
non abbiamo nessun potere per cambiare le sorti di questo nostro
piccolo mondo, ormai seriamente ammalato!
Parliamo, quindi, soltanto della nostra
realtà locale!
Giuseppe Politi |
ALDO:
Benissimo, Alter! Ma, da dove
partiamo? Domandiamoci, allora
quali sono le attività agricole
tradizionali della nostra
Regione ed esaminiamo le loro
potenzialità future!
ALTER: Per
natura e tradizione, l’attività
agricola, nella nostra Regione,
è stata rivolta
fondamentalmente, oltre alla
FLORICOLTURA, ad altri
TRE SETTORI: -
L’OLIVICOLTURA - L’ATTIVITA’
ORTO-FRUTTICOLA - LA VITICOLTURA |
Si tratta di Settori di
Nicchia, alquanto ristretti, ma
di eccezionale importanza, sotto
molteplici aspetti. La rimanente produzione (dai
cereali alle patate, agli
agrumi) è limitata a pochi e
volenterosi coltivatori, ma
risulta essere scarsa,
soprattutto sotto il profilo
quantitativo. Ragionando, tuttavia, in
termini più complessivi, debbo
dirti, Aldo, che mi sento molto
preoccupato, perché vedo e tocco
con mano che l’attività agricola
tende ad essere abbandonata nei
nostri piccoli paesi
(soprattutto: collinari e
montani), perché,
tradizionalmente, poco
remunerativa. Constato, Aldo, che se è pur
vero che i generi alimentari
tendono, quasi quotidianamente,
a salire di prezzo, è
altrettanto vero che l’entità di
quest’ultimo viene ad essere
determinata e decisa dalla lunga
ed articolata filiera
commerciale, che sovraintende al
settore; dal dettagliato esame
di questa filiera emerge che gli
autentici beneficiari dell’alto
prezzo al dettaglio sono i
grossisti dei mercati ed i
commercianti e non già i
contadini produttori.
ALDO:
Non dici nulla di nuovo al
riguardo, Alter! Le osservazioni, da Te ora
formulate, coincidono
esattamente con i rilievi fatti,
nel Maggio ultimo scorso, da
GIUSEPPE POLITI, Presidente
della CIA (la Confederazione
Italiana Agricoltori) che conta,
in campo nazionale, circa
Settecentomila Associati, tra
cui i Duecentottantamila
Titolari di Impresa. Riporto le sue parole:
“E’ noto
da tempo:
ABBIAMO
UNA CADUTA DEI PREZZI
ALL’ORIGINE, LA QUALE NON SI
RIPERCUOTE SUL PREZZO AL
CONSUMATORE, CHE NON CALA. Il rapporto è di 1 a 3,
oppure di 1 a 4: insomma, il
prezzo finale è tre, quattro
volte superiore rispetto a
quello pagato al coltivatore.
Dove ha
condotto questa aberrante
situazione? E’ presto detto:
NEL 2008, HANNO CHIUSO 20.000
AZIENDE E, NEL 2009, 50.000
RISCHIANO DI ANDARE FUORI
MERCATO;
insomma:
UNA CRISI
NELLA CRISI.”
ALTER:
So
benissimo, Aldo, che questo è un
problema antico e globale: da
che mondo è mondo, il lavoro del
contadino o dell’agricoltore è
stato retribuito in misura
misera, in ogni angolo della
Terra! Purtroppo, questo accade
anche nella nostra, piccola
Italia!
Quindi: la
prima riforma da attuare nel
nostro Paese dovrebbe essere
quella di sostenere l’attività
agricola ed, in questo contesto,
il
valore economico e sociale del
contadino!
Ma tu, caro Aldo, cerca di
andare a spiegare questo
elementare concetto ai nostri
Economisti o, peggio ancora, ai
Detentori del Grande Capitale! Ma…non divaghiamo, Aldo;
torniamo al concreto ed ai
settori produttivi della
Liguria, che poc’anzi ti ho
segnalato. E’ possibile aumentare la
produzione e,
contemporaneamente, pervenire ad
una migliore qualità del
prodotto?
|
ALDO:
Certamente, Alter! Ma, per
giungere a questo duplice
risultato è necessario, a monte,
risolvere il PROBLEMA
DELL’ACQUA e del SUO
UTILIZZO.
Dobbiamo partire dalla Premessa
(addirittura ovvia) che per
giungere ad un incremento
quantitativo e qualitativo della
produzione, soprattutto nel
settore ortofrutticolo, è
necessario un idoneo apporto
idrico, ma che, paradossalmente,
nella nostra Regione, esiste un
carenza quantitativa di acqua. |
Qualche amministratore, ancora
oggi, continua ad insistere per
sottrarre acqua alle Regioni a
noi vicine, utilizzando, ad
esempio, le acque del Tanaro: è
un segno ben evidente e
tangibile di
un’arretratezza politica e
culturale, addirittura fuori del
comune; personalmente continuo
ad insistere su un mio antico
concetto, caro Alter: è
necessario RIUTILIZZARE LE
ACQUE REFLUE DEGLI ATTUALI
(pochi) E FUTURI IMPIANTI DI
DEPURAZIONE DELLE ACQUE DI
SCARICO URBANO.
Riporto, in tal senso, quanto
già da me scritto in passato
(vedi : pubblicazione – SCIENZA
E UTOPIA – pagina 73):
“Il riutilizzo delle acque
reflue, derivate dagli impianti
di depurazione, è di
fondamentale importanza per il
nostro avvenire; infatti, sul
piano quantitativo, attraverso
il riutilizzo delle acque
depurate, è possibile ridurre al
venti per Cento del valore
attuale la richiesta di acqua
potabile.
Ma, il riciclaggio di queste
acque è fondamentale per gli usi
agricoli, anche per un altro
motivo; infatti, il loro
utilizzo può ridurre i
trattamenti terziari in
agricoltura, perché le acque
reflue possono contenere
concentrazioni elevate di
nutrienti, che rendono
evitabile il ricorso a
fertilizzanti di sintesi;
quindi, attraverso il loro
impiego, è possibile offrire un
notevole contributo al
riequilibrio dei cicli
idrogeochimici ed è possibile,
altresì, pervenire a
significativi risparmi
energetici ed economici.”
Desidero aggiungere che, verso
un obiettivo analogo, si sta
rivolgendo, con positivi
risultati, una parte dell’
OLIVICOLTURA LIGURE; cito, in
proposito, quanto riportato, in
data 6 Novembre 2008, da MILENA
ARNALDI sul quotidiano “IL
SECOLOXIX” : “
DA ELEMENTO INQUINANTE A RISORSA
Diventa realtà e si concretizza,
con una visione di tipo
industriale, il prototipo di un
impianto per riutilizzare l’ACQUA
REFLUA DEI FRANTOI. Da
liquido di scarto ad acqua
benedetta per le aride campagne
liguri; acqua pura, portatrice,
tra l’altro, di residui non più
tossici, ma benefici per la
salute della pianta”
Entrando nel dettaglio, è
necessario precisare che si
tratta di un PROGETTO, inserito
nel contesto di una Ricerca
condotta dal Dipartimento di
Chimica Industriale
dell’Università di Genova, che
si propone di affrontare,
approfondire e, possibilmente,
risolvere il PROBLEMA IDRICO
all’interno dell’ Industria
Olearia Italiana, negli
articolati aspetti del suo
intero ciclo,
dall’approvvigionamento
all’utilizzo, dalla depurazione
al riutilizzo del Bene-Acqua.
|