versione stampabile

Domenica 7 giugno era all’opera, munito di cimice. Scoperto da Belfagor che…

Un “mister X” in missione ad Alassio

In attesa di uno scoop, ecco le foto

La “fiction” boomerang. Basta deridere i Mantellassi, non sono veline. I ruoli


Alassio – Questa volta la corazzata Mediaset (a cui si sono aggiunti alcuni giornali a tiratura nazionale) ha fatto più danni che benefici. Anziché promozione gratuita, hanno provocato disdette di potenziali turisti, il timore di una vacanza senza sabbia, tesoro unico alassino. Anche se alla fin fine tutto si risolverà all’italiana. Già sabato, 13 giugno, a Studio Aperto 1 (Mediaset) è andato in onda un promo servizio riparatore dalla spiaggia alassina, con un sindaco in costume nella inconsueta veste di “rabbonitore”. 

Invece “Canale 5”, nel telegiornale delle 20, di domenica 7 giugno, oltre sette milioni di telespettatori di media, delle mareggiate-killer, aveva solo inquadrato, rigorosamente, e messo in onda,  tratti di arenile “scomparsi”, divorati, desolatamente vuoti. Il cronista aveva aggiunto, testuale: <Tutto questo accade mentre sono in arrivo per la stagione estiva moltissimi turisti>. Non molti, “moltissimi”, il superlativo per eccellenza.

Di cosa dovrebbero lamentarsi, dunque, operatori turisti, amministratori, se sarà un’estate da “anni d’oro”. Si torna agli anni sessanta. Nonostante l’economia europea abbia il fiatone?

Del resto il plebiscito elettorale pro Popolo della Libertà  ha documento in modo inconfutabile che la stragrande maggioranza degli alassini è soddisfatta del governo Melgrati, spera nei “miracoli” di Vaccarezza presidente della Provincia, ha piena fiducia in “re Berlusconi”. Ieri amicissimo, tra abbracci e baci, di Putin e Bush, oggi amatissimo del colonnello Gheddafi che ha “maledetto” pubblicamente la sinistra italiana che non avrebbe mai saputo aiutare, come sa fare Berlusconi, il popolo e la Patria italiana.

C’è da scommettere che ad Alassio, più che americani, saranno sempre più numerose le presenze di miliardari libici e russi. Se c’è qualche affare “immobiliare” si facciano avanti i proponenti. Ma gli acquirenti non sbaglino indirizzo ed ufficio.

Alassio, la “regina” che si riscopre su molte prime pagine dei giornali (da Repubblica, a La Stampa, al Corriere della Sera, a Il giornale, a Libero), nei titoli di testa delle televisioni nazionali (soprattutto della famiglia Berlusconi).

Non è per una fiction, non è per realizzare il sogno tv dell’architetto-sindaco; questa volta è qualcosa che si trasforma in boomerang.

Ed è perfettamente inutile scaricare su altri errori di comunicazione  che ricostruiti a tavolino hanno un padre, che come tutti i padri animati delle migliori intenzioni, può sbagliare, esagerare. Basta avere l’umiltà di ammetterlo.

Chi ha rilanciato in prima battuta, ai quattro venti, “l’allarme erosione arenile” e “stagione balneare a grave rischio” ha puntato sull’effetto risonanza. Con un destinatario, come emerge dal comunicato stampa del sindaco pubblicato integralmente da Trucioli (vedi…) di domenica 7 giugno. Il sindaco Melgrati faceva sapere che di fronte all’emergenza, al disastro, se la Regione Liguria (di centro sinistra) non si fosse subito mossa, lui avrebbe organizzato un sit-in di protesta a Genova, invitando tutti i sindaci della costa savonese.

Genova, invitando tutti i sindaci della costa savonese.

A volte può essere utile “sparare”, ma il ruolo istituzionale di un sindaco, di un rappresentante delle istituzioni e non di fazioni, dovrebbe sempre consigliare moderazione, senso di misura. Grande responsabilità comunicativa, mai estremizzare. Ogni riferimento caricaturale è di cattivo gusto, proprio per rispetto verso tutti i concittadini, di qualsiasi fede e colore.

Del resto basta vivere in un paese nordico dell’Europa (che pure non sono tutti geni e santi) per rendersi conto della “cultura istituzionale” di chi ricopre cariche pubbliche.

Insomma anziché fare “promozione”, come è emerso nei giorni successivi, le esternazioni melgratiane hanno creato un danno nell’immediato.

E non è neppure da iscrivere a pagine di gloria, il basso profilo che il sindaco Melgrati assume ogni volta che risponde e polemizza con Enrico ed Egidio Mantellassi; e non è esaltante per l’associazione alassina albergatori (che, tra l’altro, ha un presidente, Angelo Galtieri, molto riverito)  ignorare le invettive.

I Mantellassi, come altre famiglie, hanno dimostrato per tradizione di  onorare il loro lavoro. Hanno investito nell’attività, potevano ingrossare le fila dei palazzinari, appendendo il capello al chiodo con monolocali e bilocali a peso d’oro.

Perché devono essere messi alla berlina, con insistenza, con frasi e termini, ridicolizzanti proprio dal sindaco che può non essere d’accordo con i Mantellassi, ma nessuno gli da il diritto, proprio in quanto sindaco, di scendere nell’arena, facendo il torero.

Un problema di forma, ma anche di sostanza, visto che i Mantellassi non meritano il pubblico ludibrio per i loro misfatti. E, a loro volta, sono stati eletti, in tempi diversi, presidenti degli albergatori.


Melgrati e il prof.Gallea

Ad Enrico Mantellassi, consigliere comunale, semmai si può addebitare di aver “gridato al lupo-al lupo” quando ormai era troppo tardi. E nessuno lo obbligava a condividere per tanti anni il suo ruolo di leghista, sempre in maggioranza, e nel governo della città.

In questo affresco, tra cronaca dei fatti ed un’intrusione commento-riflessione, siamo stati allertati dal nostro “volontario” redattore Belfagor, l’arcidiavolo che tutto sa e tutto conosce, anche le segrete cose.

Al punto che ha preparato un pezzo su un’altra serata “particolare” di cui le cronache non parlarono.

La cena al Sail-Inn di Francesco Colli, ospite d’onore il generale dei carabinieri Massimo Cetola (ora in pensione). Qualcuno quella sera ha “registrato” le colorite diserzioni del sindaco tra “me ne sbatto i coglioni”, sigaro al tavolo, battute piccanti, unica donna presente Monica Zioni, assessore, in una platea di uomini, in gran parte carabinieri ed ex. Abbiamo rinviato la cronaca della serata, scritta da Belfagor, per motivi di opportunità elettorale.

Belfagor, vestito di nero, anche domenica 7 giugno, era in agguato. Non sappiamo da quale “servizio segreto” (?) fosse stato allertato. Sta di fatto che munito di una “mini” macchina fotografica ha seguito un tizio, arrivato ad Alassio, per un prevedibile scoop. Il tizio che è stato ripreso, a sua insaputa (la foto che si vede di profilo all’ingresso di una stabilimento balneare non la pubblichiamo), è stato immortalato su una grossa  moto e casco in un altro momento, seguiva il sindaco Melgrati, a dovuta distanza.

In uno scatto pubblichiamo l’immagine delle 11,24 in via Dante Alighieri. Il sindaco Melgrati, stando a quanto ci ha fornito Belfagor – più diavolo di così! – lasciato l’auto in sosta, doppia fila, scende, sigaro in bocca ed incontra casualmente il prof. Andrea Gallea, già corrispondente de La Stampa (anni sessanta). Il tizio in moto, dotato pare di potente registratore, resta ed ascolta.  Belfagor l’ha mollato: <temevo di essere a mia volta scoperto, forse c’era un secondo o una seconda…>.

Cosa ci faceva ad Alassio il “mister x”? Un servizio scoop sulla spiaggia?

Mentre il Tg 5 ha ritenuto di mandare in onda immagini con spiagge vuote, il nostro Belfagor ha documentato nelle stesse ore di quelle riprese televisive (vedi foto) tratti di arenile  affollati di turisti, dalle 10,18 in poi. Persino una spiaggia, davanti a piazza Partigiani, con il cartello “completo”, come si vede a sinistra, all’ingresso della scaletta, sullo sfondo l’isola Gallinara da “cartolina”.

Belfagor, diavolaccio dai mille segreti, cronistaccio vero di strada, pare abbia una precisa idea del “mister”. Ha documentato (per conto di chi?) che ad Alassio bisognava montare al massimo l’emergenza, anche con forzature.

 Il “tizio” ha raccolto, carpito, assicura Belfagor, confidenze e giudizi di addetti ai lavori, da titolari, persino consiglieri comunali, che pensavano di conservare con un bagnante-turista. Vedremo da chi arriverà, se arriverà, lo scoop e quali sorprese-dichiarazioni, foto.

Per ora gli unici a rimetterci pare siano stati gli operatori turistici e come ha denunciato Claudio Giannetto, segretario provinciale di PdCI, dalle colonne di Ivg: <L’uscita del sindaco Melgrati sui danni provocati dalle mareggiate con la richiesta dello stato di calamità rischia di provocare danni veri ai lavoratori del turismo, che notoriamente non sono pochi nella città rivierasca; l’aver drammatizzato oltre ogni misura  il problema dell’erosione dell’arenile, ha provocato disdette di prenotazioni, con la messa a rischio dei posti di lavoro stagionali degli addetti>.

Non sappiamo, al di là  del diritto del rappresentante del PdCI, quanti siano i lavoratori che rappresenta. Anche se fossero solo due, va bene cosi. La riflessione è che fino a non tantissimi anni fa, il sindacato (la triade era assente o quasi) e che invece, in più occasioni, lanciando “grida d’allarme” per la dequalificazione e perdita di posti di lavoro negli alberghi tradizionali, erano stati rappresentanti sindacali di destra. Peraltro scomparsi dalle cronache.

Comunque un grazie a Belfagor per il suo lavoro sempre documentato, con la promessa che quanto prima potrà tornare a raccontarci “delizie alassine”. Purché riceva il benestare dell’assemblea dei “volontari” di Trucioli Savonesi e Uomini Liberi.

L.C.