Domenica 7 giugno era
all’opera, munito di cimice. Scoperto da Belfagor che…
Un “mister X” in missione ad Alassio
In attesa di uno scoop, ecco le foto
La “fiction” boomerang.
Basta deridere i Mantellassi, non sono veline. I ruoli
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Invece “Canale 5”, nel telegiornale delle 20, di domenica 7 giugno, oltre sette milioni di telespettatori di media, delle mareggiate-killer, aveva solo inquadrato, rigorosamente, e messo in onda, tratti di arenile “scomparsi”, divorati, desolatamente vuoti. Il cronista aveva aggiunto, testuale: <Tutto questo accade mentre sono in arrivo per la stagione estiva moltissimi turisti>. Non molti, “moltissimi”, il superlativo per eccellenza. Di cosa dovrebbero lamentarsi, dunque, operatori turisti, amministratori, se sarà un’estate da “anni d’oro”. Si torna agli anni sessanta. Nonostante l’economia europea abbia il fiatone? Del resto il plebiscito elettorale pro Popolo della Libertà ha documento in modo inconfutabile che la stragrande maggioranza degli alassini è soddisfatta del governo Melgrati, spera nei “miracoli” di Vaccarezza presidente della Provincia, ha piena fiducia in “re Berlusconi”. Ieri amicissimo, tra abbracci e baci, di Putin e Bush, oggi amatissimo del colonnello Gheddafi che ha “maledetto” pubblicamente la sinistra italiana che non avrebbe mai saputo aiutare, come sa fare Berlusconi, il popolo e la Patria italiana. C’è da scommettere che ad Alassio, più che americani, saranno sempre più numerose le presenze di miliardari libici e russi. Se c’è qualche affare “immobiliare” si facciano avanti i proponenti. Ma gli acquirenti non sbaglino indirizzo ed ufficio. Alassio, la “regina” che si riscopre su molte prime pagine dei giornali (da Repubblica, a La Stampa, al Corriere della Sera, a Il giornale, a Libero), nei titoli di testa delle televisioni nazionali (soprattutto della famiglia Berlusconi). Non è per una fiction, non è per realizzare il sogno tv dell’architetto-sindaco; questa volta è qualcosa che si trasforma in boomerang. Ed è perfettamente inutile scaricare su altri errori di comunicazione che ricostruiti a tavolino hanno un padre, che come tutti i padri animati delle migliori intenzioni, può sbagliare, esagerare. Basta avere l’umiltà di ammetterlo.
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Genova, invitando tutti i sindaci della costa savonese. A volte può essere utile “sparare”, ma il ruolo istituzionale di un sindaco, di un rappresentante delle istituzioni e non di fazioni, dovrebbe sempre consigliare moderazione, senso di misura. Grande responsabilità comunicativa, mai estremizzare. Ogni riferimento caricaturale è di cattivo gusto, proprio per rispetto verso tutti i concittadini, di qualsiasi fede e colore. Del resto basta vivere in un paese nordico dell’Europa (che pure non sono tutti geni e santi) per rendersi conto della “cultura istituzionale” di chi ricopre cariche pubbliche. Insomma anziché fare “promozione”, come è emerso nei giorni successivi, le esternazioni melgratiane hanno creato un danno nell’immediato. E non è neppure da iscrivere a pagine di gloria, il basso profilo che il sindaco Melgrati assume ogni volta che risponde e polemizza con Enrico ed Egidio Mantellassi; e non è esaltante per l’associazione alassina albergatori (che, tra l’altro, ha un presidente, Angelo Galtieri, molto riverito) ignorare le invettive. I Mantellassi, come altre famiglie, hanno dimostrato per tradizione di onorare il loro lavoro. Hanno investito nell’attività, potevano ingrossare le fila dei palazzinari, appendendo il capello al chiodo con monolocali e bilocali a peso d’oro. Perché devono essere messi alla berlina, con insistenza, con frasi e termini, ridicolizzanti proprio dal sindaco che può non essere d’accordo con i Mantellassi, ma nessuno gli da il diritto, proprio in quanto sindaco, di scendere nell’arena, facendo il torero. Un problema di forma, ma anche di sostanza, visto che i Mantellassi non meritano il pubblico ludibrio per i loro misfatti. E, a loro volta, sono stati eletti, in tempi diversi, presidenti degli albergatori.
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