Nomi e cognomi, fatti e circostanze, una cappa di
silenzio che non indigna
Cronaca vera di un’agonia-scandalo:
<Salviamo il tribunale di Albenga>
A chi fa comodo l’accorpamento con Imperia. Chi fa
il pompiere per nascondere ai cittadini e alle vittime dell’ingiustizia
l’ignavia dei troppi colpevoli…
A cura della Sinistra Democratica di Albenga
Albenga -
Purtroppo ci si sta lentamente abituando a
convivere con lo stato di agonia in cui da
troppo tempo versa il Tribunale di Savona –
SEZIONE DISTACCATA DI ALBENGA a causa
dell’ormai cronica e sempre più grave carenza di
personale.
Inutile ricordare
l’importanza che lo stesso riveste non solo per
la città di Albenga ma anche per tutto il
comprensorio che si estende da
Andora a
Savona e che si avvale
dell’importante attività svolta nel Palazzo di
Giustizia ingauno.
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Occorre precisare che la
situazione di gravissima carenza di personale in
cui versa il Tribunale di Albenga è
assolutamente ingiustificata anche alla luce
della pianta organica che prevede per Albenga
una quantità di personale decisamente superiore
rispetto a quello attualmente in attività.
Nello specifico. Fino a
qualche mese fa l’Ufficio del Giudice di Pace di
Albenga poteva contare su 4 Giudici. (Avv.
Crivelli, Avv.
Cervasio, Avv.
Gonan, Dott.
Taranto). Ormai da mesi l’Avv.
Crivelli
ha cessato l’attività per raggiunti limiti d’età
e l’Avv.
Cervasio
è stata trasferita c/o l’Ufficio del Giudice di
Pace di Imperia. Nonostante ciò, nessun altro
Giudice di Pace è mai stato designato ad Albenga
in sostituzione dei suddetti. I due Giudici di
Pace rimasti in servizio si trovano, quindi, a
dover smaltire un numero enorme di fascicoli e
ciò comporta gravissimi disagi non solo per gli
addetti ai lavori ma anche per la collettività
atteso che, gioco-forza,
anche i tempi medi di durata delle cause
si sono notevolmente allungati.
Il personale della
Cancelleria del
Giudice di Pace di Albenga è
talmente sotto organico che ormai la Cancelleria
Penale del Giudice di Pace invece che essere
aperta tutti i giorni è aperta solo alcuni
giorni della settimana mentre la Cancelleria
Civile del Giudice di Pace è stata costretta a
posticipare l’apertura dalle ore 9 alle ore
Tra l’altro occorre
precisare che sono gli stessi Cancellieri della
Cancelleria civile che si prestano a far
funzionare anche la Cancelleria Penale del
Giudice di Pace non essendo quest’ultima
Cancelleria dotata di Cancellieri propri.
Fino a qualche mese fa,
inoltre, c/o il Tribunale di Albenga era in
servizio quale ausiliario anche il sig.
Donato Stanco, anch’esso attualmente in
pensione e mai sostituito da alcun altro.
L’attività dallo stesso svolta era molto utile
atteso che, tra le varie mansioni svolgeva anche
un’importante
funzione di raccordo tra il Tribunale di
Albenga e gli altri Uffici che con lo stesso
erano chiamati ad operare e, in particolare, con
l’Agenzia
delle Entrate di Albenga. Era proprio
lo stesso che si occupava di trasferire i
fascicoli di causa dal Tribunale all’Agenzia
delle Entrate per la registrazione del pagamento
delle varie imposte e che, successivamente,
ottenuta la registrazione, riportava i fascicoli
in Tribunale per il proseguio della causa.
Attualmente, non c’è più nessuno che svolga
questo semplice ma necessario trasferimento di
fascicoli con regolarità con la conseguenza che,
spesso, le cause rimangano bloccate per
settimane c/o le varie Cancellerie del Tribunale
con ulteriori disagi per la collettività
semplicemente perché al posto del sig.
Stanco andato in pensione non si è mai assunto nessun’altro.
Presso la Cancelleria del
Giudice di Pace, inoltre, è ormai cronica anche
l’assenza di un Cancelliere dotato del potere di
apporre agli atti la cd. “formula esecutiva”. A
svolgere tale compito viene sporadicamente
inviato ad Albenga, quasi per “gentile
concessione” un Cancelliere del Tribunale di
Savona. Anche in questo caso, come prevedibile,
con notevoli disagi e ritardi per tutti e
soprattutto per il cittadino della nostra
Comunità che si è rivolto al Giudice per
ottenere una Giustizia che, a causa di tali
carenze di personale, arriverà sempre e
inesorabilmente più tardi.
Oltre a quello del Giudice
di Pace è carente anche il personale del
Tribunale ai più vari livelli: numero di Giudici
e Cancellieri sono assolutamente insufficiente a
gestire la mole di fascicoli che ruota intorno
al Palazzo di Giustizia ingauno. A ciò si
aggiunga che, fra qualche mese, andrà in
pensione anche un altro Cancelliere della
Cancelleria civile del Tribunale di Albenga: la
sig.ra Anna
Maria Vignola. La sig.ra
Vignola
ha sempre gestito con precisione la Cancelleria
del Tribunale di Albenga svolgendo un’infinità
di compiti e il vuoto che si verrà a creare a
causa della sua prossima assenza sarà quindi
difficile da superare se, come sembra
dall’analisi dei precedenti, anche in questa
circostanza nessuno verrà più assunto al suo
posto.
Anche l’organico degli
Ufficiali Giudiziari di Albenga, già
patologicamente e ingiustificatamente carente
data l’estensione del territorio che gli stessi
sono chiamati a coprire con le loro funzioni (da
Andora a Finale Ligure compreso tutto
l’entroterra) è stato ulteriormente ridotto.
Di recente, infatti, è
andato in pensione anche il dirigente di tale
Ufficio, il dott.
Vincenzo De Gennaro e, anche in questo caso come nei
precedenti, nessun altro è stato mai assunto al
posto dello stesso.
La carenza di personale
del Palazzo di Giustizia di Albenga è ormai nota
e riconosciuta da tutti.
Forse però non tutti sanno
il perché tale emorragia di personale non venga
mai fermata e non si cerchi di porre un freno a
questa situazione che, ormai, sta diventando
sempre più insostenibile. Ebbene, il tentativo,
neanche tanto nascosto, sembra essere quello di
far passare il Palazzo di Giustizia di Albenga
come un Tribunale che non funziona in modo tale
da poterlo poi chiudere con una certa
disinvoltura al fine di trasferire, di
conseguenza, tutte le cause del comprensorio che
gravavano sullo stesso, c/o il Tribunale di
Imperia che, come noto, è sovradimensionato
rispetto all’entità delle cause che è chiamato a
decidere.
L’esiguo numero di cause
che sono iscritte a ruolo c/o il Tribunale di
Imperia non giustifica, infatti,
l’elevato numero di Giudici, di
Cancellieri e di funzionari che operano nel
Palazzo di Giustizia Imperiese e, pertanto,
chiudendo il Tribunale di Albenga e trasferendo
le cause che orbitano sullo stesso ad Imperia si
cercherebbe di nascondere tale paradosso.
Purtroppo, la chiusura del
Tribunale di Albenga e la correlativa annessione
al Tribunale di Imperia benché assolutamente
ingiustificata –
basti considerare che le cause iscritte a
ruolo c/o il Tribunale di Albenga appaiono
nettamente superiori a quelle iscritte a ruolo
rispettivamente c/o il Tribunale di Imperia, c/o
il Tribunale di Sanremo nonché c/o il Tribunale
di Savona – è sempre più vicina.
Proprio per scongiurare
tale pericolo di chiusura del Tribunale di
Albenga e la relativa annessione al Tribunale di
Imperia nonché per chiedere un rafforzamento del
personale degli Uffici Giudiziari di Savona e
della sede distaccata di Albenga il Consiglio
dell’Ordine degli Avvocati di Savona ha
addirittura deliberato l’astensione degli
avvocati dalle udienze per il periodo compreso
tra il 18 e il 25 maggio scorsi.
Tale agitazione,
purtroppo, non ha avuto l’esposizione mediatica
che meritava e, anzi, è quasi passata sotto
silenzio tant’è che, tranne gli “addetti ai
lavori” e i pochi cittadini che hanno avuto la
sfortuna di vedersi rinviare la propria causa
per sciopero perché fissata nel periodo di
astensione, non molte altre persone sono venute
a conoscenza dei concreti pericoli che il
comprensorio ingauno rischia di correre a
seguito dell’annunciata chiusura del Tribunale
di Albenga.
Nella malaugurata ipotesi
in cui ciò accadesse, infatti, il danno per la
collettività locale sarebbe ingentissimo, non
solo per gli avvocati del posto, ma anche e
soprattutto per tutta la popolazione del
comprensorio che, tanto per fare un esempio,
anche per proporre una semplice opposizione ad
una multa sarebbe costretta ad andare fino ad
Imperia.
Deve essere chiaro a
tutti, quindi, che il Tribunale di Albenga non
funziona bene non perché non strutturalmente
idoneo a soddisfare le esigenze della comunità
ma solo perché non c’è più personale in grado di
farlo funzionare!Esemplificando, è un po’ come
se si avesse la pretesa di far lavorare bene una
società dotata di tutte le attrezzature
necessarie senza però avere la minima intenzione
di assumere gli operai per farla funzionare!
Sembra proprio, quindi,
che si stia arrivando al paradosso di dover
chiudere, a causa di una semplice carenza di
personale che ci si ostina a non voler risolvere
mai, un Tribunale efficiente ed essenziale come
quello di Albenga, al solo scopo di poter
trasferire le cause del Tribunale ingauno ad
Imperia sì da poter dare in tal modo una
giustificazione al sovradimensionamento del
Tribunale Imperiese rispetto alle esigenze del
proprio territorio.
Si sappia, quindi, che la
soluzione dei problemi legati al Tribunale di
Albenga non passa certo attraverso la chiusura
dello stesso atteso ma, piuttosto, attraverso la
SEMPLICE ASSUNZIONE DI NUOVO PERSONALE (Giudici,
Cancellieri e Ufficiali Giudiziari) in
sostituzione di quello andato in pensione o
trasferito in altre destinazioni.
Questo la collettività
deve sapere in modo tale che possa convintamene
far sentire la propria voce e lottare per
mantenere in funzione sul nostro territorio un
servizio indispensabile per la nostra
collettività.
La battaglia è dura ma gli
albenganesi e tutti gli abitanti delle
popolazioni del comprensorio che sono coinvolti
da questa problematica si devono rendere conto
che non possiamo continuare con questa
indifferenza, che non possiamo sempre farci
scivolare tutto addosso senza mai reagire, che
non possiamo arrenderci senza neppure combattere
per difendere il NOSTRO Tribunale.
Purtroppo, nonostante la
sede degli Uffici Giudiziari sia chiamata
“Palazzo di GIUSTIZIA” ai danni del
Tribunale di Albenga e di tutto il suo
comprensorio sembra proprio si stia consumando
un’INGIUSTIZIA gravissima per cui cerchiamo di
unirci e di contrastarla tutti insieme
credendoci fino in fondo perché, anche se
difficile, è già successo che
Davide battesse
Golia.
SINISTRA DEMOCRATICA DI ALBENGA
<Noi menestrelli e baciamano>
Commento di Trucioli Savonesi
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Il prestigioso quotidiano della Fiat-Agnelli, La
Stampa- edizione di Savona, nell’edizione del 3
giugno, ha riservato la “breve di una breve”,
col titolino “Albenga – Tribunale, Minniti
chiede più organico”. Con questo testo
integrale: <Il deputato Marco Minniti (Pd) ha
annunciato la presentazione di un’interrogazione
al governo per chiedere nuove assunzioni nel
tribunale>. <La soluzione dei problemi
giudiziari passa attraverso la sostituzione del
personale pensionato o trasferito con nuovi
dipendenti> spiega Giovanni Strazzi (Sinistra
democratica).
La seconda breve, stesso spazio, descrive
un’auto Bmw che, ad Albenga, è rimasta
incastrata in un vicolo.
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La
“giustizia” non è né di destra, né di sinistra. C’è un presidente del Consiglio
che da quando è in politica (da 14 anni) continua a ripetere che la giustizia in
Italia non funziona per colpa delle “toghe rosse”. Ma forse, chi vive sulla
propria pelle, le decennali disfunzioni da terzo mondo della nostra giustizia,
si è fatto ben altra idea. Le “toghe rosse” potranno anche fare qualche “guaio”,
ma il dramma quotidiano sono i milioni di fascicoli, nel penale e nel civile,
semiparalizzati. Siamo rimasti l’unico paese dell’Europa unita dove ai cittadini
che si rivolgono alla giustizia non offriamo alcuna garanzia di “civiltà”. Con
un risultato certo: perde il più debole, vince il più forte o più farabutto. Ci
rimettono gli onesti. Chi ha più soldi da spendere guadagna tempo e non solo.
Si
è perso la buona abitudine del “cronista di strada” che racconta le centinaia di
casi di “giustizia negata” o ritardata. Storie spesso allucinanti che dovrebbero
fare notizia. Suscitare l’indignazione popolare, sensibilizzata con la
descrizione dei fatti. Raccontando semplicemente cosa succede tra le mura della
cittadella giudiziaria.
Invece, qualche grido d’allarme (Il Secolo XIX ha dedicato l’otto maggio scorso
una pagina intera), poi il megafono o il riflettore si spengono. Si mette in
campo un inviato speciale per “documentare” il mini-spaccio serale di una dose
di hascisc sulla piazza di Albenga, ma non merita descrivere una, due, tre
quattro, giorni la vita in tribunale. Tra stuoli di avvocati in gran parte
rassegnati, giudici frustrati, personale demoralizzato, e soprattutto cittadini
sempre più sfiduciati. E il “popolino” che invoca: <Solo Berlusconi può salvare
questa Italia>.
Già l’uomo forte, che vorrebbe ancora più poteri, per risolvere finalmente il
grande dramma di milioni di vittime dell’ingiustizia. Ad iniziare dal
dimenticato tribunale di Albenga.
Eppure l’informazione popolare resta latitante, assente. Registra
per un giorno la protesta del “palazzo”, poi si passa ad altro. Nessun
accanimento per sviscerare cosa succede davvero e perchè. Fare nomi e cognomi di
chi ha obblighi istituzionali e che
non ha diritto di tacere oppure, col suo potere visibile e non visibile,
“mettere la sordina”, fare ombra.
E’
vero, non è la prima volta che scatta l’allarme per il Tribunale di Albenga, ma
questa volta all’orizzonte si intravede il “piano razionalizzazione”, utile
sicuramente purché non sia fatto di campanilismo del più forte.
Accade che la razionalizzazione del ministro leghista Calderoli preveda
l’accorpamento delle Prefetture nelle province sotto i 250 mila abitanti.
Il
Sole 24 Ore ha citato anche Imperia, destinata alla soppressione. Ed ecco che,
in compenso, sul piatto politico non solo voci (alti rappresentanti
istituzionali si sono sbilanciati seppure in privato) che indicano la
ricompensa. Un tribunale unico Albenga-Imperia.
Non è il caso di tifare (mi sia concessa l’intrusione, sono imperiese vero di
alta montagna), bensì prendere in considerazione la mole di lavoro, le esigenze
dei cittadini-utenti degli uffici giudiziari dell’intera area ponentina.
Basta un dato. L’ha dichiarato a Luca Rebagliati de Il Secolo XIX l’avvocato
Fabio Cardone, segretario dell’Ordine degli avvocati di Savona: <…Ma qui non si
tratta di razionalizzare….Il Tribunale di Albenga finerebbe per essere accorpato
ad uno (Imperia) che ha un quarto
della sua attività….Le direttive prevedono
il mantenimento dei tribunali con almeno venti giudici (giustissimo,
speriamo sia davvero la volta buona dopo decenni di rinvii e resistenze
corporative, campanilistiche, sostenute dai vari parlamentari locali ndr)…,
Imperia ha sette giudici….perchè non si trasforma il tribunale di Sanremo in
sede distaccata di Imperia?...>.
In
una società informata, il coro delle proteste e delle proposte coinvolgerebbe
non soltanto avvocati, personale giudiziario, giudici, e come ha scritto
Giovanni Ciolina (Secolo XIX del 29 maggio) <…il consiglio dell’Ordine dei
dottori commercialisti>. O ancora la solidarietà di notai, geometri, ingegneri,
architetti.
Va
benissimo, ma in assenza di mobilitazione generale si farà un “buco nell’acqua”.
E’ provato. Certificato dagli archivi di cronaca.
I
“media” per via di Albenga-Imperia sono tiepidi? Il gruppo Berlusconi con il suo
immenso potere mediatico, con tutte le sue corazzate di giornali e televisioni,
non spinge?
Senza becero antiberlusconismo, per una “battaglia di giustizia e civiltà, di
qualità della vita”, dovrebbero mobilitarsi tutte le associazioni di categoria:
dagli agricoltori, ai commercianti, agli artigiani, agli esercenti, ai sindacati
degli enti locali e delle attività private, alle professioni.
Il
sindaco Antonello Tabbò potrebbe mettersi la fascia tricolore e da primo
cittadino sostare tutte le mattine con un cartello “Chiedo aiuto perché il
silenzio non uccida il nostro Tribunale”. Chiedere ai suoi colleghi delle città
costiere e dei paesi dell’entroterra di stare dalla sua parte, anche con la loro
presenza fisica. Era già accaduto
(primi anni ’90) per la difesa dell’ospedale. La giustizia non è salute?
Coinvolge i cittadini nei loro diritti e nei loro doveri.
Probabilmente non accadrà nulla di tutto questo. L’eccezionale documento
documentato di “Sinistra Democratica di Albenga” sarà considerato “propaganda
politica”. Incapace di tessere un’esistenza costruttiva e serena, fiduciosa,
sull’ottimismo e la positività.
Albenga non ha un potente ministro che “pende dalle sue labbra”, che fa sempre e
comunque notizia. Si deve
accontentare dei menestrelli. O baciamano.
Luciano Corrado